Posts by Antonio Bruni

1963-1964 AUGUSTUS anno X

È il decimo anno dell’Augusto. 6 quaderni – pagine in totale

Dal numero 2 la grafica assume un nuovo indirizzo: titoli in minuscolo, anche le iniziali, ricerca di caratteri moderni.  Nuova grafica: Titoli rigorosamente in minuscolo, comprese le iniziali. La stampa passa alla tipografia Fonteiana, più attrezzata e moderna che costringe però i redattori a un lungo viaggio fino a Monteverde vecchio. Il colore della copertina viene esteso ai titoli delle pagine interne. Prezzo di vendita immutato L.50.
L’orientamento europeista si profila più netto: Una lingua per gli europei (n.1) e Cosa blocca l’Europa di D’Agata (n.7) e interventi di Corrado Morgia.
Lascia la scuola per un incarico al Ministero, dopo tre anni, il preside Guerino Pacitti, dinamico e coinvolgente, che aveva sostenuto fortemente l’Augustus. Gli subentra Pietro Conte.  
Il gruppo che ha dato vita al nono anno ha organizzato un corso per nuovi redattori presso il Centro Sociale Universitario di via Palestro. Sul corso Piero Labianca pubblica una spassosa cronaca (n.1-X).

Le esperienze diRaffaele D’Agata 1964 , Giacomo Fidei 1964 ,Leonardo Bonamoneta 1965 ,Claudio Paroli 1965, Bianca De Matthaeis 1965 , Giuseppe Ligotti 1965, Barbara Bronzini 1965 ,

n.1 – X – novembre 1963 – pagine 32- articoli 20- In copertina: foto di collezione del giornale. Libreria Gela – Autoscuola Acqui -Stenodattilo Spellucci- Burro Giglio- Abbigliamento sportivo Fabbi-  settimanale Italia Cronache (forniva  vignette e foto in zinco)- Casa Mia giocattoli- camicia Litus – Ciao ciao Birdie, film Columbia CEIAD.

Salutano il decennale della pubblicazione gli ex direttori Nicola Bruni, Franco Coppola e Giorgio Cazzella che hanno intrapreso tutti la professione giornalistica. I nostri dieci anni (Bruni) . Radio Augusto (anonimo) Tutto da rifare (Di Lorenzo) Un topo in classe (anonimo) Il corso per redattori dell’Augustus (Labianca) Scuola i conti per le famiglie (Pierantoni) Aridità (Silvestri)Una lingua per gli europei (D’Agata) Mafia (De Marco) Il rottame (Giorgulli) Il mio viaggio in Grecia in autostop-1 puntata (Bruni) Studenti sudamericani (Calella) Jazz (AMP)  il sudore della fronte (Zincone) Via Veneto (Fidei) Racconto (Brovelli -) Cinema (Macro- Cirone-De Matthaeis) Antichi imperi Americhe (De Matthaeis).

Programma del corso per nuovi redattori: martedì 24 settembre 1963 – L’Augustus dalla clandestinità al riconoscimento ufficiale. Scopi, carattere e prospettive di sviluppo.    mercoledì 25 settembre – La struttura amministrativa del giornale. Attività parallele.  giovedì 26 settembre – Il lavoro di redazione e la tecnica tipografica.venerdì 27 settembre – Tecnica delle inchieste e delle interviste con i giornalisti Francesco D’Angelo e Carlo Striano. Partecipano circa ottanta studenti (presenze giornaliere) pari numero tra ragazze e ragazzi. Presente una delegazione del Liceo Visconti con il loro giornale Quirinus.

n.2 – X – dicembre 1963. Pagine 32 – 22 articoli – 1 poesia- 8 inserzioni. In copertina foto di Kennedy.

È annunciato lo spettacolo di Natale, con l’esordio di due bande rock interne (Misfits, sezione E e gli Arcangeli, sezione L e D) e con la farsa in un atto “L’esame di maturità” di Giacomo Fidei, interpretato dalla sua classe di maturandi. Su questa commedia augustea nascerà uno scandalo (per l’epoca). Il parroco di Villa Fiorelli si presenta dal Preside Pietro Conte, informandolo che nella farsa sono presenti elementi censurabili: tresche tra gli insegnanti, apprezzamenti sulle studentesse e altre facezie del genere. Il preside, scandalizzato, invita il parroco a non concedere il teatro per la rappresentazione e tutto va a monte. Ramanzina presidenziale all’autore Giacomo Fidei, agli attori e al giornale organizzatore. O tempora, o mores!

Cerchiamo di capirci (Bruni) – delitto a Augustopoli (pseudonimo)- bilancio dell’Augustus- la palestra e il cortile- la succursale femminile – confessioni di un drago (Saviane)- l’Augusto anno 2000 – il rudere del liceo tra 40 anni (Labianca) – La noia (Fidei)- alla scoperta di un poesta dell’antica Augustia (Flori- D’Ottavio) Ragazze attente ai cavalieri (Pierantoni) Kennedy eroe dei nostri tempi; Il mio viaggio in Grecia in autostop -2 puntata (Bruni) -Perché non andiamo a teatro? (Morgia)- il ku-klux-klan (Bastianetto) – periferia (anonimo) -Aria di festa (Zincone) Natale di paese (Fidei) E fece ritorno il giorno prima di sera (De Marco) Sport o mestiere (Di Lorenzo) Picasso (Bonamoneta) la scherma (Brembati) le chitarre magiche (Di Bartolomeo) Hemigway (Crestani)  Poesie (Silvestroni)

N.3 -X- gennaio 1964  pagine 32 – 28 articoli poesie 1 -in copertina un quadro del prof. De Nicolò esposto alla nostra mostra d’arte Inserzioni:  film Il cardinale-Burro Giglio- Stenodattilo Spellucci-autoscuola Giorgi- Italia Cronache- Libreria Gela-

Vita studentesca: Scuola attiva (Morgia) Indetto il Premio Augusto,

Mostra d’arte augusto (Silvestri) quadri di Adria Colamarino (primo premio) Giulia Iacomini, Luigi Frumenti, Masi, Antonio Di Virgilio, Roberto Gagliardi, Enza Grasso. Premiazione 11 gennaio

Riunioni del giornale – Squadra di Calcio (Tonucci)- Messa quotidiana a Ognissanti- Delitto Augustopoli (seconda puntata) Ragazze questo non lo leggete (De Caro)

Timidi non si nasce (Bruni) Pensando (Milletti) Van gogh (Bonamoneta) Verga in tivu (Brovelli),Poesia (pseudonimo) Saragozza (Flori, D’Ottavio) Storiella greca (Paloscia) Catullo (Silvestroni) il cardinale (Zanardo)  Papa Paolo (non firmato) signor Cicerone in parte in latino (Di Bartolomeo) Rinascita azzurra (Fioretti e Genzone) ciliegi e karakiri (Crestani) pugilato (Greco) Jazz (Morgia- A.M.P.) da ridere (Flori-D’Ottavio- Petochi)

N.4 -X- febbraio marzo 1964- pagine 32 -articoli  20 – in copertina Monica Vitti -Uno sguardo oltre i confini-Inserzioni: Ostelli Gioventù -Stenodattilo Spellucci – Burro Giglio -Confezioni sportive Fabbi -Italia cronache- autoscuola Ragusa- Libreria Gela – Remington-

Vita studentesca: Le nostre idee (Bruni) Concorso fotografico Augustus-Nomadi ; ingresso in redazione (aloisiettus) comunità cristiana Augusto (Antimi) angolo lettori (Petitta- Salvicchi)Conferenza del preside Pietro Conte in palestra sui valori dell’arte.Meno missili più cereali (D’Agata) Pirandello (Morgia) Cose di questo mondo (Bruni) intervista Albertazzi (Silvestri) Storiella latina (Bonamoneta) Pugilato (Mastrorilli) I Watussi (Calella) fiaccola per l’Europa (Pierantoni) Formiche e tegamini (Sluga) giovani e juke-box (Crestani – Bonamoneta)Gialli che passione (DiBartolomeo)  Racconto La spada di legno (Fidei) Tutto da ridere. Antonio Bruni racconta in tre puntate il suo viaggio in Grecia in autostop per incontrare la classicità, durante il mese di agosto. 

n.5-6 – X- aprile 64- pagine 48- articoli 28- inserzioni 8. In copertina Primavera a Roma e foto dal film Gioget a Roma. inserzioni: Libreria Gela- Camicia Litus – Stenodattilo Spellucci -Burro Giglio- Autoscuola Ragusa – Italiacronache – British institute – Campagnoni Luciani elettrodomestici- Festival Gioventù- 

Iniziativa con gli altri giornali studenteschi: Augustus (Augusto), Azione studentesca (Pareto), Quirinus (Visconti), Pedrito (Da Vinci) Ulisse (Albertelli) Colosseo() Nuova Voce() Leon Battista Alberti (Alberti) fondano la Federazione della Stampa Studentesca Italiana. Il 26 aprile 1964 convegno nella Sala Borromini ospiti dell’Assessorato alla Gioventù del Comune di Roma.

Esame una tragedia (D’Agata)- lettori: Zanardo e pseudonimo- Studiamo poco o troppo? (inchiesta non firmata) Giovinezza matricolata (pseudonimo) Martedì grasso (Chianelli) Corsa campestre (non firmato) Consigli di un redattore (Giorgulli) Il marchese di Chiavenna (Flori -D’Ottavio)

Premio Augusto: Primo premio Silvia Rizzo (narrativa) secondo premio Adria Colamarino (poesia) III premio Giulia Iacomini (pittura)- finalisti Fabrizio Mannocci, Angela Maria Danese, Giuseppe Miglionico, Piero Saviane.

I giovani a Berlino (Bruni) Impariamo dalla storia (Morgia) Dove va la musica leggera (Di Bartolomeo) Primo Levi (Rizzo) Donna lavora (Brovelli) Distrazioni letterarie (Giorgulli) Periferie (Pierantoni) Uomini e cubi (Bonamoneta) Matematicidio (Frezzotti) Domenica all’oratorio (Salvicchi) Sportivi non tifosi (Silvestri) Vir bonus dicendi peritus (Macro)  No smoking (de Caro) Saper viaggiare (Flori, D’Ottavio)

Aumentano gli articoli di satira della vita scolastica e studentesca. Oltre a Piero Labianca c’è l’esordio graffiante del duo Mauro Flori e Marco D’Ottavio in lingua rinascimentale. Il ginnasiale Mauro Tonucci accende il suo genio organizzativo promuovendo la nascita del campionato interno di calcio.

n.7 -X- maggio 64 -32 pagine – 21 articoli – 7 inserzioni Inserzioni: Libreria Gela, Stenodattilo Spellucci, Edizioni Difficillima, Autoscuola Ragusa, Burro Giglio, Camicia Litus, film Il dottor Stranamore.

Vita studentesca: Augustus è stato venduto anche nelle scuole vicine; con altre testate d’istituto è stata fondata La Federazione Stampa Studentesca Italiana. Il 26 aprile 1964 convegno nella Sala Borromini ospiti dell’Assessorato alla Gioventù del Comune di Roma. Partecipano: Augustus (Augusto), Azione studentesca (Pareto), Quirinus (Visconti), Pedrito (Da Vinci) Ulisse (Albertelli) Colosseo() Nuova Voce() Leon Battista Alberti (Alberti) fondano la Federazione della Stampa Studentesca Italiana.  Premio letterario del Rotary Roma a Giacomo Fidei. Saluto allo storico Vicepreside prof. Barberio. Circolo estivo per gli studenti nella Parrocchia Ognissanti.

Che cosa blocca l’Europa (D’Agata) Esami senza doping (medico Carpano). Bruni invita a girare l’estero in autostop. La delinquenza minorile (Graziella Cirone- Isabella Pierantoni). Due gite a Orvieto e a Campo Catino. Le giustificazioni (Bandiera). L’amicizia (Petitta). Belli (Fidei) Galileo (Morgia) Beatles (Crestani)  Tecchi (Giorgulli) Edizioni e associazioni per i giovani (Paroli) Cinema (Zanardo) Umorismo Pugna biduli con classe in latino (pseudonimo) Il conte di Durazzo (Flori D’Ottavio)

Programma:

La redazione: Direttore editoriale Antonio Bruni – Direttore amministrativo Sebastiano Calella – Redattore capo Raffaele D’Agata – Capo cronista Piero Labianca- Redattori Gianmarco Bastianetto, Leonardo Bonamoneta, Barbara Bronzini, Elisabetta Brovelli, Bianca De Matthaeis, Giorgio Di Lorenzo, Giacomo Fidei, Mauro Giorgulli, Isabella Pierantoni, Silvana Silvestri, Carmen Brembati, Claudio M. Paroli, Stefano Chapus, Maria Grazia Cirone, Antonio De Marco, Marco D’Ottavio, Mauro Flori, Attilio Fossati, Maurizio Gerardi, Riccardo Iacono, Lello Macro, Pasquale Melchiorre, Angelo Rimondi, Pino Russo, Dino Ruta, Amedeo Salvatori, Piero Saviane, Sergio Zincone, Massimo Ventura, Francesco Zanardo, Antonello Antonelli, Fiorella Baccini, Giancarlo Di Bartolomeo, Luciana Crestani, Massimo Mlletti, Corrado Morgia, Giancarlo Pecchia, Giancarlo Puccione, Sandra Petitta, Laura Santolamazza, Paola Duse, Alviero Fioretti, Andrea Genzone, Rosario De Caro, Giuseppe Greco, Luigi Corvelli, Mirella Pazzelli, Stefano Sluga, Franco Mastrorilli, Renato Salvicchi, Silvia Rizzo, Lello Macro, Antonio Frezzotti, Claudio Chianelli, Roberto Taborri, Antonello Antonelli, Fiorella Baccini, Giancarlo Di Bartolomeo, Luciana Crestani, Massimo Mlletti, Corrado Morgia, Giancarlo Pecchia, Giancarlo Puccione, Sandra Petitta, Laura Santolamazza, Francesco Zanardo, Paola Duse.

1962-1963 AUGUSTUS anno IX

Nell’anno IX, 5 quaderni, 136 pagine in totale, formato16x23 (foglio 70×100). Copertina a due colori. È autonomo e autofinanziato; non riceve alcun contributo dalla cassa scolastica, anzi promuove la lotteria per finanziarla. Il giornale costa 50 lire; abbonamento sostenitore lire 500. Stampato nella tipografia Bella stampa via Matera 35. Tiratura 1000 copie.

Dal 12 marzo 1963, con il numero 5-6, Augustus, organo degli studenti del Liceo Augusto, è una testata registrata nel Tribunale di Roma n.9114. Direttore responsabile (deve essere un giornalista iscritto all’albo) è Nicola Bruni, ex direttore dal 1957 al 1960.

Una nuova generazione prende in mano l’Augustus. Sono in prevalenza di prima liceo; alcuni hanno già collaborato come ginnasiali. Formano tutti una squadra molto affiatata: scrivono, discutono, organizzano, diffondono. L’impegno culturale è forte.  Politica scolastica, recensioni, poesie, questioni originali di sapore filosofico. Vita studentesca e fatti interni di istituto.  C’è il vezzo (di moda al tempo) di firmare con pseudonimi. Alcuni articoli sono scritti interamente in latino. Ricerca di effetto nell’ideazione dei titoli. I redattori, che sono nella parte centrale del corso di studio, vivono pienamente il liceo, vogliono migliorarlo, lo sentono proprio. L’interesse degli studenti sul mondo contemporaneo, mentre sono immersi in quello classico, è molto alto. Intensa l’espressione personale: poesie e racconti.
Il liceo si piazza ai primi posti vincendo 57 borse di studio nazionali e ottiene vittorie nei campionati studenteschi di atletica. Cominciano le attività organizzate dal giornale: il film al Brancaccio. Passare una mattina insieme in una grande sala cinematografica saltando tre ore di lezione è un evento per i ragazzi. Prosegue il Premio Letterario Libreria Gela.

Il viaggio in Germania con racconti e aneddoti epici. Per la stragrande maggioranza di ragazze e ragazzi si tratta del primo affacciarsi all’estero.

Le esperienze di Raffaele D’Agata 1964 , Giacomo Fidei 1964 ,Leonardo Bonamoneta 1965 ,Claudio Paroli 1965, Bianca De Matthaeis 1965 , Giuseppe Ligotti 1965, Barbara Bronzini 1965 ,

n.1- IX – novembre 1962 16 pagine  

 Copertina con foto di bambina: L’Augustus ha nove anni e continua a crescere. Inserzioni: Libreria Gela, Camicia Litus, settimanale Italia Cronache (forniva vignette e foto in zinco), Pizzeria Roma nostra, mobili Palmieri,

Giuseppe Silvestroni e Mauro Giorgulli si mettono in evidenza, dal primo numero, per l’arguzia di articoli di sapore filosofico e poetico. Raffaele D’Agata per il suo spessore storico e politico nell’affrontare grandi temi.  Silvana Silvestri affaccia con taglio giornalistico le prime istanze della presenza femminile in un’educazione ancora molto separatista: le sezioni femminili della succursale. Le ragazze dovevano indossare un grembiule nero abbottonato fino al collo, calze di nylon e scarpe con tacchi bassi, proibiti i pantaloni. L’Augusto si piazza ai primi posti vincendo 57 borse nazionali di studio.

Continuiamo la tradizione – Chi siamo? (Antonio Bruni) De Augustea mala parata in latino (Mauro Antimi) Bicocca school in Bobbio street (Silvana Silvestri) Sofisticata anche la scuola? (Giovanni Bucalo) L’inagibilità della palestra (Bruni)  

 Mela o arancia? (Pino Silvestroni), A Dio chiedo, quando starò…( Mauro Giorgulli) Per quanti è il domani? (Raffaele D’Agata) Il giardino dei Finzi Contini (Barbara Bronzini), Igor Moisseiev (Erinna), il vettore europeo (Leonardo Bonamoneta), i Sumeri (Gianni Marchetti.). Poesie.

n.2-3 -IX – gennaio 1963 pagine 24 – copertina con Giorgia Moll Il sorriso dell’anno nuovo. Inserzioni Libreria Gela, settimanale Italia Cronache (forniva vignette e foto in zinco), Burro Giglio,  Nuova Tecnica dischi.:

Grazie a Giorgio Cazzella direttore precedente. Liceo Augusto ai primi posti: 57 vincitori delle borse nazionali di studio. Il premio letterario Libreria Gela- il nuovo statuto del giornale- torneo di calcio- la diffusione del giornale. Addio prof. Pilozzi (prof Bonocore Pedrini)

Lo stato ha bisogno della scuola (D’Agata) Bianca De Matthaeis apre un dibattito sulla pena di morte  La locandiera vista da lei e da lui (Silvestri e Bucalo) Baseggio (D’Agostino, Antimi, Marchetti) Fedra (Silvestroni) Incubo (Giorgulli) rubriche televisive (Del Duca), il cosmo (Mosca), I Filistei (Marchetti) Gli italiani e i giornali (Bruni) Processo alla pena di morte (De Matthaeis) La Nova Vita (Cupo) il ballo (Gainelli) Rinaldo in campo (de Matthaeis- Bracciani) Il maturando (Cocci) Racconto (Carletti) Poesie (Brovelli, La Bianca, Pallottini, Silvestroni, Giorgulli).

n.4 -IX febbraio 1963 pagine 24 – copertina foto da film Una generazione che corre.
Inserzioni: Libreria Gela, settimanale Italia Cronache (forniva vignette e foto in zinco), Burro Giglio, cartoleria Del Marro.

Barbara Bronzini parla di Civiltà nome femminile. 26 febbraio ore 10,30 proiezione speciale al Brancaccio del film La signora omicidi; lire 200 a favore del giornale. Vittorie sportive dell’Augusto (Marchetti) De Alumnis, scritto in latino, Antimi; Addio Delia Papa (prof. Liliana Mannocci, Paolo Mix) Premio Letterario Gela

Europa sullo schermo (Migliorato) che cita Storia degli europei del prof. Mario Bastianetto (insegnante interno di Filosofia e Storia, scrittore e europeista). Intervista a Gianni Rossi, speaker della Rai sui misteri di via Teulada (Silvestri e Antimi)  Narrativa moderna (Calella) Il sorriso e Lo strangolatore (Giorgulli) Spirituals (Brovelli) Israele (Bastianetto) Cinema (D’Agata e Caiazzo) Il maturando (Cocci))  Dischi, (pseudonimo)  Astronomia (Pannello) Poesie (Giacobbe)

n.5-6 -IX – marzo aprile 1963, 40 pagine; copertina con Marina Vlady- Tempo di primavera.

Inserzioni: Libreria Gela, Camicia Litus, settimanale Italia Cronache (forniva vignette e foto in zinco), Burro Giglio, Stenodattilo Spellucci.

Da questo numero Augustus è una testata registrata in Tribunale (12-3-1963) direttore responsabile Nicola Bruni giornalista ex direttore dal 1957 al 1960.

Grande spazio di questo quaderno doppio alla Giornata Europea della scuola con un messaggio di Giovanni XXIII, un saggio del Prof. Raffaele Ciasca e un tema della studentessa Giuseppina Paduano.  Il preside in Terza A – tiro incrociato tra Pacitti e i maturandi (Magistrelli).

Antonio Bruni mette in discussione il sistema di studio. La questione generazionale è posta da Bianca De Matthaeis. Spettacolo al Brancaccio (Bucalo) Discipolus bonus giaguari amicus in latino (Cocci), Processo alla donna (Calella) Sport (Antimi) Lo studente furioso -poema (Di Lorenzo)

Il padre (Pseudonimo femminile) la Rosa bianca (Bastianetto) Una favola dei nostri tempi (Gainelli) SOS cani (Giorgulli) Cronaca familiare (Labianca), Gli zingari (Bonamoneta) Fellini (Montarso)  Racconto  (Cupo, Brovelli)  Maturando (Cocci)  Poesie: Baroncelli, Di Gianvito,

n.7- IX maggio 1963 pagine 32 copertina foto di ragazzi Con l’estate salutiamo i lettori.

Inserzioni: Libreria Gela, Camicia Litus, settimanale Italia Cronache (forniva vignette e foto in zinco), Burro Giglio, Stenodattilo Spellucci, Nuova Tecnica dischi, Autoscuola Ragusa.

Chiudiamo il IX anno (Bruni) Il viaggio in Germania (Labianca) Lotteria pro cassa scolastica, La paghetta degli studenti (Baroncelli, Bucalo,Cauletti, Cocci) Cosa ne pensa la succursale (Castagnolo, Palmieri) Noi siamo le colonne (Labianca) Me fanno ride (pseudonimo)

I brividi della domenica (Bruni) Morte alla conversazione (Calella) 25 aprile per la pace (D’Agata) Musica (Gainelli) Giacometti scultore (Giorgulli)  Maturando (Cocci) Racconto (Brovelli, Micali, Archenoon pseudonimo, Radiografia della Francia (De Marco) Pro aetate nostra (Pierantoni) Il vocabolario (Bronzini, de Matthaeis)

La redazione è composta da:

Antonio Bruni e Raffaele D’Agata (condirettori), Leonardo Bonamoneta (amministratore) – Mauro Antimi, Simonetta Brighi, Barbara Bronzini, Giovanni Bucalo, Mauro Giorgulli, Piero Labianca, Giovanni Marchetti, Silvana Silvestri, Pino Silvestroni  Elisabetta Brovelli, Sandra D’Agostino, Bianca de Matthaeis, Sergio Gainelli, Maurizio Bracciani, Eugenio del Duca, Roberto Mosca, Alfredo Cocci, Vito Cupo, Francesca Pallottini, Gianmarco Bastianetto, Giancarlo Salvi, Piero Migliorato, Sebastiano Calella, Luigi Caiazzo, Vincenzo Pannello, Sergio Giacobbe, Leonardo Baroncelli, Mara Briotti, Piero Di Gianvito, Giorgio Di Lorenzo, Ivan Fellus, Sandra Magistrelli, Maurizio Montarso, Giuseppina Paduano, Elvira Castagnolo, Carla Cauletti, Gloriana Quondamcarlo, Adriano Micali, Marisa Palmieri, Isabella Pierantoni, Antonio De Marco,

Donne in burka

Figure in legno e in versi

scarica il pdf con foto e poesie di Donne_in_burka

Donne in burka

Quattro figure in massello di noce (2009) cm.152×174

Quattro figure in versi novenari (2022)

Galleria La Pigna Palazzo Maffei Marescotti Roma

Mostra Costruttori di pace 1–13 luglio 2022  


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Nel 2016 altre venti figure in massello di pioppo sono state allestite in processione ascendente nella scala di un’abitazione. (vedi sotto)


Bendate costrette segrete
celate alla luce del mondo
le vesti camminano in fila
denunciano il passo e postura
dolore consunto ormai strato
in vita le anime morte
cacciate da tempo e da spazio
la voce che squilla tra mura
oppresse non siamo in pace


Negato il sorriso in saluto
la tunica odora di vita
trapelano raggi di grazia
speranze sepolte brucianti
intense parole sommesse
ferventi messaggi covati
è coro il canto silente
unite aspettiamo quell’alba
la liberazione dei corpi


È un grido il nostro silenzio
divampa l’oscuro di tenda
irrompe improvviso l‘ignoto
il nostro compagno sognato
energico ardore di carne
rigetta divieti ingoiati
intreccia discorsi sopiti
misteri di veri contatti
richiami di amore nel buio


Leggero è il mio andare
in alto la testa e la schiena
estendo almeno quell’ombra
gemella alla vera figura
azzardo e accenno una curva
immagino danza e tamburi
persino un fianco scoperto
attorno al brillare di gambe
si avvinghiano attesi gli sguardi

Donne in burka 2016
Venti figure in massello di pioppo, differenti misure. Una processione ascendente nella scala di un’abitazione.



Bruno Voglino

dirigente e autore dello spettacolo tv nelle tre reti Rai dal 1960 fino al 1997, ha scoperto i principali presentatori, attori e cantanti. scarica il pdf

Nuova Armonia Rai Senior

Bruno Voglino, novanta anni con l’agilità fisica e mentale di un ragazzino sornione. Lo incontro da tempo al Mercato Trionfale di Roma, prima con Renata, poi solo.  Non seppi la notizia e non potei fargli le condoglianze. Ho realizzato dopo e mi è rimasto un cruccio. Mi piace apostrofarlo davanti al macellaio: “Lei mi faccia ridere! Sono anni che non fa più ridere nessuno!”  Voglino ha fatto divertire gli italiani con i suoi programmi di spettacolo televisivo e continua ancora indirettamente a farlo per bocca dei grandi personaggi che ha scoperto e lanciato: Carlo Verdone, Troisi e la Smorfia in Non Stop, Fabio Fazio in Quelli che il calcio, Piero Chiambretti in Complimenti per la trasmissione, Beppe Grillo con un improvviso con i giovani, e poi Maurizio Crozza, Ficarra e Picone ma l’elenco è più lungo. Le amicizie e i dialoghi con Marcello Marchesi, Bongiorno, Baudo, Arbore, Carrà, Minà, Gambarotta, Paternostro, Vittorio De Sica, Claudio Villa e Francesca Bertini. 

È stato un dirigente fondamentale dell’intrattenimento televisivo. Laureato in legge a Torino, entrò in Rai con il concorso programmisti nel 1960. Gavetta a Milano, negli anni Settanta passò a Roma nella Direzione Spettacolo con Angelo Romanò fino al 1975, poi RaiUno fino al 1987 quindi è esploso con la travolgente RaiTre di Guglielmi. Dal 2000 ha insegnato linguaggio radiotelevisivo all’Università di Padova.  
La sua vita di inventore di intrattenimento la racconta in un libro con paragrafi rapsodici, apparentemente disordinati e incompleti ma gustosi; è la tecnica della battuta del varietà trasferita sulla carta stampata: “L’esondante ben temperato “, Castelvecchi, Roma 2022, pag.93, euro 13,50.  È il terzo libro in pochi anni, di un uomo che non ha perso arguzia e ironia, dopo “Complimenti per la televisione” con Luigi Mastropaolo 2016 e “Paura non abbiamo, donne e televisione in Italia” 2019.  Il titolo alternativo poteva essere “Memorie di un mammo Rai” perché così era considerato dagli artisti che lui faceva esordire sul piccolo schermo. “Ho trascorso la vita tra personaggi esondanti per carattere e per dimensione professionale e mi sento anch’io un esondante ma solo di invenzioni; ben temperato perché l’esperienza è stata lunga e ho in cuore Bach”.  

Racconta del lungo viaggio negli ottanta in giro per tutta Italia alla scoperta di talenti con Guido Sacerdote (il grande autore della coppia Falqui-Sacerdote). Vennero anche a Venezia, dove dirigevo i programmi regionali, ma trovarono poco o nulla perché il Veneto allora era ricco di spettacolo classico (musica, teatro, arte) ma non di leggero. La pesca di quel viaggio fu abbondante, soprattutto in Liguria, in Lombardia e in Campania: Chiambretti, Fazio, Cecchi Paone, Corrado Tedeschi, Faletti e Iacchetti poi scippati dalla concorrenza.

Tra i lampi del racconto emergono episodi dell’infanzia piemontese, dell’incubo dei bombardamenti, dell’allegria studentesca, della figura della madre che sapeva inquadrare e valutare le persone (dote trasmessagli). Delicata e struggente è la storia d’amore con Renata Mezzera, sua moglie e collega. L’episodio più divertente è il matrimonio in Campidoglio con un ufficiale di stato civile in piena confusione. Gli elementi biografici sono mescolati ad aneddoti classici, in multi-versione, della storiografia Rai (Segovia definito “un vecchietto con la chitarra” dal portiere dello studio) ma mancano “Santità il bianco spara” e “Santità faccia finta di pregare”. Tenera e spassosa è la galleria degli “inventori”, personaggi che si presentavano nel suo ufficio proponendo cose strampalate: sogni con Totò, miniatura dell’ugola di Aureliano Pertile, le lumache da corsa…

 
Il cuore del libro è nelle considerazioni sull’aspetto fondamentale della sua professionalità: cercare e scoprire talenti nuovi e inventare programmi adatti a valorizzarli. È un intuito affinato dalla pratica. Bisogna capire se l’artista è in grado di dominare la scena e di trasformarla secondo un proprio indirizzo, senza farsi trascinare dalla consuetudine. Andava a vedere di persona nei teatrini, non si fidava di giudizi di intermediari. Un collaboratore gli riferì “Tre napoletani…la solita roba” a proposito della Smorfia (Arena, De Caro, Troisi). Bruno non ama i provini negli studi televisivi, freddi come sale operatorie e che di fatto inducono a fare il verso ai famosi.  Negli scantinati si vede chi ha talento e forza di emergere. Chi cerca strade diverse dalla televisione è poi in grado di padroneggiare questo mezzo. Bisogna guardare oltre le apparenze della persona. Stiano attenti i guardiani del perbenismo: tipi inappuntabili possono produrre cose sconvolgenti; è l’avvertenza di Voglino. Si pensi a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari che, sottovoce, fecero esplodere due bombe come Daniele Luttazzi e Luciana Littizzetto in “Magazine 3” e “Letti gemelli”.

Voglino ha attraversato tutte le dimensioni dello spettacolo televisivo: dal quiz popolare di Bongiorno alla scena in abito di gala di Baudo, al salottino di casa sovraffollato di Arbore, per approdare alla sua televisione sperimentale, fuori dai canoni.” La televisione è il presente, ma a me piaceva farla al futuro”.  I programmi a cui mi sembra più legato sono “Non stop” (1987) per la prima volta un varietà senza manovratore, di cui rivendica orgogliosamente di essere il vero autore, dopo averne coltivato l’idea per anni (allora i dirigenti inventavano ma non firmavano) e “Quelli che il calcio” dove si parlava appassionatamente di partite senza mostrare nemmeno un’immagine del campo da gioco e “Complimenti per la trasmissione” autoironia di programmista.

Leggiamo il libro: complimenti per la pubblicazione!

Bruno Voglino, novanta anni con l’agilità fisica e mentale di un ragazzino sornione. Lo incontro da tempo al Mercato Trionfale di Roma, prima con Renata, poi solo.  Non seppi la notizia e non potei fargli le condoglianze. Ho realizzato dopo e mi è rimasto un cruccio. Mi piace apostrofarlo davanti al macellaio: “Lei mi faccia ridere! Sono anni che non fa più ridere nessuno!”  Voglino ha fatto divertire gli italiani con i suoi programmi di spettacolo televisivo e continua ancora indirettamente a farlo per bocca dei grandi personaggi che ha scoperto e lanciato: Carlo Verdone, Troisi e la Smorfia in Non Stop, Fabio Fazio in Quelli che il calcio, Piero Chiambretti in Complimenti per la trasmissione, Beppe Grillo con un improvviso con i giovani, e poi Maurizio Crozza, Ficarra e Picone ma l’elenco è più lungo. Le amicizie e i dialoghi con Marcello Marchesi, Bongiorno, Baudo, Arbore, Carrà, Minà, Gambarotta, Paternostro, Vittorio De Sica, Claudio Villa e Francesca Bertini. 

È stato un dirigente fondamentale dell’intrattenimento televisivo. Laureato in legge a Torino, entrò in Rai con il concorso programmisti nel 1960. Gavetta a Milano, negli anni Settanta passò a Roma nella Direzione Spettacolo con Angelo Romanò fino al 1975, poi RaiUno fino al 1987 quindi è esploso con la travolgente RaiTre di Guglielmi. Dal 2000 ha insegnato linguaggio radiotelevisivo all’Università di Padova.  
La sua vita di inventore di intrattenimento la racconta in un libro con paragrafi rapsodici, apparentemente disordinati e incompleti ma gustosi; è la tecnica della battuta del varietà trasferita sulla carta stampata: “L’esondante ben temperato “, Castelvecchi, Roma 2022, pag.93, euro 13,50.  È il terzo libro in pochi anni, di un uomo che non ha perso arguzia e ironia, dopo “Complimenti per la televisione” con Luigi Mastropaolo 2016 e “Paura non abbiamo, donne e televisione in Italia” 2019.  Il titolo alternativo poteva essere “Memorie di un mammo Rai” perché così era considerato dagli artisti che lui faceva esordire sul piccolo schermo. “Ho trascorso la vita tra personaggi esondanti per carattere e per dimensione professionale e mi sento anch’io un esondante ma solo di invenzioni; ben temperato perché l’esperienza è stata lunga e ho in cuore Bach”.  

Racconta del lungo viaggio negli ottanta in giro per tutta Italia alla scoperta di talenti con Guido Sacerdote (il grande autore della coppia Falqui-Sacerdote). Vennero anche a Venezia, dove dirigevo i programmi regionali, ma trovarono poco o nulla perché il Veneto allora era ricco di spettacolo classico (musica, teatro, arte) ma non di leggero. La pesca di quel viaggio fu abbondante, soprattutto in Liguria, in Lombardia e in Campania: Chiambretti, Fazio, Cecchi Paone, Corrado Tedeschi, Faletti e Iacchetti poi scippati dalla concorrenza.

Tra i lampi del racconto emergono episodi dell’infanzia piemontese, dell’incubo dei bombardamenti, dell’allegria studentesca, della figura della madre che sapeva inquadrare e valutare le persone (dote trasmessagli). Delicata e struggente è la storia d’amore con Renata Mezzera, sua moglie e collega. L’episodio più divertente è il matrimonio in Campidoglio con un ufficiale di stato civile in piena confusione. Gli elementi biografici sono mescolati ad aneddoti classici, in multi-versione, della storiografia Rai (Segovia definito “un vecchietto con la chitarra” dal portiere dello studio) ma mancano “Santità il bianco spara” e “Santità faccia finta di pregare”. Tenera e spassosa è la galleria degli “inventori”, personaggi che si presentavano nel suo ufficio proponendo cose strampalate: sogni con Totò, miniatura dell’ugola di Aureliano Pertile, le lumache da corsa…

 
Il cuore del libro è nelle considerazioni sull’aspetto fondamentale della sua professionalità: cercare e scoprire talenti nuovi e inventare programmi adatti a valorizzarli. È un intuito affinato dalla pratica. Bisogna capire se l’artista è in grado di dominare la scena e di trasformarla secondo un proprio indirizzo, senza farsi trascinare dalla consuetudine. Andava a vedere di persona nei teatrini, non si fidava di giudizi di intermediari. Un collaboratore gli riferì “Tre napoletani…la solita roba” a proposito della Smorfia (Arena, De Caro, Troisi). Bruno non ama i provini negli studi televisivi, freddi come sale operatorie e che di fatto inducono a fare il verso ai famosi.  Negli scantinati si vede chi ha talento e forza di emergere. Chi cerca strade diverse dalla televisione è poi in grado di padroneggiare questo mezzo. Bisogna guardare oltre le apparenze della persona. Stiano attenti i guardiani del perbenismo: tipi inappuntabili possono produrre cose sconvolgenti; è l’avvertenza di Voglino. Si pensi a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari che, sottovoce, fecero esplodere due bombe come Daniele Luttazzi e Luciana Littizzetto in “Magazine 3” e “Letti gemelli”.

Voglino ha attraversato tutte le dimensioni dello spettacolo televisivo: dal quiz popolare di Bongiorno alla scena in abito di gala di Baudo, al salottino di casa sovraffollato di Arbore, per approdare alla sua televisione sperimentale, fuori dai canoni.” La televisione è il presente, ma a me piaceva farla al futuro”.  I programmi a cui mi sembra più legato sono “Non stop” (1987) per la prima volta un varietà senza manovratore, di cui rivendica orgogliosamente di essere il vero autore, dopo averne coltivato l’idea per anni (allora i dirigenti inventavano ma non firmavano) e “Quelli che il calcio” dove si parlava appassionatamente di partite senza mostrare nemmeno un’immagine del campo da gioco e “Complimenti per la trasmissione” autoironia di programmista.

Leggiamo il libro: complimenti per la pubblicazione!

Il canto è un senso di amore

“Il canto è un senso di amore” è un poema teatrale scritto per lo spettacolo di celebrazione dei cinquant’anni (30 novembre 1957) dalla scomparsa del tenore lirico Beniamino Gigli, all’ Arena Gigli di Porto Recanati il 6 luglio 2007, organizzato dal Comune di Porto Recanati. Regia di Luciano Gregoretti e Maria Teresa Copelli. Interpreti Alessia Raccichini, Bruno Maria Tallini e l’autore Antonio Bruni.

Antonio Bruni -Alessia Raccichini -Bruno Maria Tallini

Il poema è stato poi edito in programma radiofonico, con la stessa compagnia e regia, e trasmesso in tutto il mondo da Rai International in tre puntate nel mese di novembre 2017.

testo PDf Il canto è un senso d’amore

Si articola in nove quadri in dialogo con la voce di Gigli. Dalla memoria dell’artista emergono una ninna nanna, la figura girovaga del cantante attore, l’affetto per la lingua e la civiltà italiana e immagini dell’infanzia nelle Marche.
Di ogni quadro qui i primi versi. Il testo integrale nel pdf.

Primo quadro
Il canto è un senso di amore
mia madre me lo insegnava
tenendomi stretto la sera
calore di latte e di voce
mi hanno destato il respiro

Secondo quadro
Ninna nanna nanna ninna
La cicala ha un violino
è un tamburo il ciabattino
ciuccia mamma il vitellino
fa un acuto l’asinello
dormi bimbo dormi bello
ecco il re col suo mantello

Terzo quadro
Campane!  Montare la torre
legarsi al fuggire di corde
lasciarsi oscillare dal bronzo
aprirsi in rime volanti
in ali di tocchi soffiare
espandersi in gara col vento

Beniamino Gigli

Quarto quadro
Madonna
che ha ai piedi un gattino
mi sembra indicare a usignolo
che è solo nel bosco ed intona
dolcezza d’esistere in piume
a questa missione m’invita?…

Quinto quadro
Ombrelli grondanti pinoli
le viti in abbracci succosi
a giovani ulivi contorti
pennelli di grazia i cipressi
salutano il vento leggero
colline che ondeggiano al mare…

Caricatura disegnata dal tenore Caruso

Sesto quadro
Non ho più un volto in me stesso
ma assumo la storia e la vita
di un altro che mai è esistito
che è stato animato su carta
che ha tatto e odori non miei…

Settimo quadro
Uscire in scena ogni sera è
gettarsi dal volo d’aereo
sortita che non si ripete
il faro che taglia lo spazio
mi isola nudo e inebriato
esalta l’istinto del divo…

Ottavo quadro
Lontano nel mondo li incontro
paesani emigrati sperduti
parenti in lunghe catene
famiglie spezzate e speranti
partiti in cerca del pane
con occhi che dicono fame
già parlano male italiano…

Nono quadro
Parole che suonano intere
distese arrotondano voce
che armonica sgorga da labbra…

è dolce in preghiera e in amore
nel canto si volge al sublime
italiano
la lingua che esprimo e che amo…

Procacità della frutta

UnoMattina
Indice
Segreto del kiwi
Gravidanza di albicocca
Asocialità del fico
Colori dell’arancia
Richiamo della fragola
Acrobazie delle ciliegie
Augurio del melone
Maturità della pesca
Omaggio al Re Limone
Mani banane
Suoni dell’ananas
Solfeggio della susina
Mitezza della pera
Invito dell’anguria
Abbraccio dell’uva
Intensità del mirtillo
Missioni della mela
Segreto del kiwi

le poesie di UnoMattina – Procacità della frutta

Il segreto del kiwi

La buccia è pellicola bruna
che ruvida il morso sgradisce
poliedrico fiore racchiude
che esige mostrarsi con arte
da come si taglia è variante
dei semi si accende ornamento
mosaico di umori e di aromi
dipinti in percorsi sottili
vitali essenziali potenti

Gravidanza di albicocca

La pelle mia pallida e acerba
si abbronza al sole d’estate
dal giallo scurisce al rosato
divento una donna in rigoglio
mi apro in due parti gemelle
un figlio svelando nel seme
il nòcciolo lindo e brunetto
ripete il colore del ramo
conferma la nascita a oriente
Asocialità del fico

Lasciatemi libero e solo
detesto i chimici imbrogli
sviluppo improvviso in anfratti
riparo dal caldo con foglie
usate a velare i pudori
nascondo il colore del frutto
esigo sia colto maturo
ma fuori stagione irritante
con lattice bianco respingo

I colori dell’arancia
Dai candidi fiori nuziali
mi vesto di verde in acerbo
poi pallido giallo mi impolpo
nel biondo normanno e tarocco
che in spicchi si dona alla gola
nel rosso sanguigno e ristretto
che in succo sferzante si beve
dei toni più accesi mi tingo
esprimo fiammata del sole

Richiamo della fragola
E’ un piccolo bacio scarlatto
nascosta vezzosa in cespugli
primeggia in sapore nel bosco
esige la corte di amante
per farsi gustare matura
sprizzando colore di gola
selvatica è senza rivali
minuta concentra profumo
disdegna contorno nei piatti

Acrobazie delle ciliegie
Gemelle in coppia ed in trio
purpuree figlie di giugno
danziamo su fili e su anelli
sospese tra rami e tra foglie
arditi trapezi del circo
con salti e capriole attiriamo
gli sguardi e le gole in attesa
venite a prenderci al volo
nessuno si sazia di noi

Augurio del melone

Si sente lontano il profumo
invade gli ambienti e le cose
risuona di calda stagione

gigante non si alza dal suolo
soddisfa il più forte appetitola scorza graffita nasconde

polposi e amabili umori
abbonda di semi in speranza
progenie colore del sole
Maturità della pesca

Un brivido provoco al tatto
difendo la polpa mia acerba
ambisco arrivare a pienezza
di succhi che allietano gola

ardita ed intensa di tinte
assommo intera l’estate
coi fiori saluto l’inverno
matura profumo l’autunno
seconda nel mondo alla mela
Omaggio al re limone

Sei segno di caldo e di umori
festoso nei quadri e in giardini
colore riassume la luce

sapore ha l’essenza del lampo
protetto da rami insidiosi
più intenso di tutti gli agrumi

sorpassi stagioni e nazioni
fortifichi muscoli e vene
salvezza di notti indigeste
Le mani banane

E’ pioggia di dita che sale
giganti ghermiscono il caldo
abbraccio che parte dal fiore
violaceo segnale di dono
che in grappoli forma capanna
di un verde che presto tramuta
nell’oro tigrato e maturo
un morbido cono dischiude
sollievo a chi soffre calura

L’invito dell’anguria
Mangiarla richiama una festa
ballare con ritmi e canzoni
cantare sudare sfrenarsi
richiede scurirsi di pelle
per reggere tinte splendenti
il verde tigrato che sfida
il rosso che invade la gola
il bianco che il morso arresta
il nero che in seme è promessa

I suoni dell’ananas
Festante trofeo in foreste
la pigna panciuta e polposa
matura in manciata di mesi
conserva i colori del caldo
perpetua pienezza di pianta
troneggia tagliata su tavola
corteccia è contorno col ciuffo
abbonda spremuta in bevanda
profumo pervade profondo

Solfeggio della susina

S’appiglia nei rami alle foglie
al forte soleggio scurisce
sorride al mercato nel cesto
somiglia in colori distinti
ad altre diverse sorelle
resiste a spogliarsi di buccia
sussurra sapori in contrasto
assomma l’acidulo e il dolce
disseta con l’oro di goccia
L’abbraccio dell’uva
Per tutta la vita io avvinghio
da quando arrampico tralci
in pampini cingo i filari
sul raspo mi affollo grondante
poi sbordo da tavole e cesti
è arte l’avvolgersi mio
su statue inferriate pitture
fintanto tramuto nel vino
allegra le menti avviluppo

Intensità del mirtillo

Modesto mi celo ai passanti
su stretti sentieri nei boschi
occhieggio da bassi cespugli
protetto da saggi castagni
precedo caduta dei ricci
la mano leggera mi coglie
con piccoli e tanti fratelli
la bocca paziente mi gusta
la tingo di un nero ammaliante
Mitezza della pera
Bisaccia pendente dal cielo
mi allungo a donare il mio peso
in basso rigonfio la polpa
racchiudo nel ventre più ampio
la stella dei dispari semi
indosso i colori del bosco
su buccia modesta e tranquilla
richiamo le miti creature
confido sapore di pace

Missioni della mela
La Bibbia mi ha dato il destino
di essere usata in giudizio
tentare sedurre sfidare
il simbolo mio controverso
ricorre in umane vicende
eppure son tonda e tranquilla
in tutte le tinte nutriente
non faccio mai male a nessuno
il medico mando in cantina

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Le poesie in scena

Amo la poesia come parola che da suono si trasforma in canto e in musica. La prova del nove di un verso è ascoltarlo.  L’interpretazione può arricchirlo di significati oppure spegnerlo. È una sfida difficile ma ho sempre preferito pubblicare le poesie in voce, più che su carta stampata.

Nel 1986 la prima lettura pubblica: le poesie raccolte nel libro Il filo di lana al Teatro Accademico di Castelfranco.
Altre presentazioni e letture: Hotel Plaza di Roma, Palazzo della Provincia di Treviso, Loncon, Marradi, Belgirate, Albarella.

Seguì da Da Eva a Maria nel 1987 con la mostra di Ernani Costantini alla Scuola di San Giovanni a Venezia, alla Gran Guardia di Padova e alla Gran Guardia di Verona.  
Nel 1988 il coreodramma L’orto dell’Aurora, con il Gruppo Italiano di Danza Libera. Spettacoli: Vicenza Teatro Roma, Assisi Auditorium La Cittadella, Roma Auditorium Regione Lazio, Venezia Scuola San Giovanni Evangelista.

MIsvelo
Punta d’argento di Antonella Cappuccio

La sfida più impegnativa è stata pubblicare in scena Mi svelo ma in animo nuda, il poema con le novanta storie del corpo di donna. L’idea fu di Idalberto Fei, regista di prosa radiofonica, vincitore del Premio Italia. Organizzò nel 2002 quattro serate al Tempio di Dioniso a Roma.  Venticinque attrici diedero voce ad altrettante donne anonime protagoniste dei racconti. L’anno successivo ci fu una maratona di sei ore al Teatro de’ Servi. Le interpreti ad alternarsi sul palco furono trentadue. Sono seguite negli anni altre letture, un totale di diciotto, tra cui quella a otto voci del 2011 alla Domus Talenti e le quattro rappresentazioni del Teatro Belli del 2017, con dieci attrici e la regia di Antonio Salines. Le interpreti di Mi Svelo sono arrivate al numero di cinquantadue, una grande collezione con nomi illustri dello spettacolo italiano.

Il massimo di pubblico è stato per le duecentodue poesie in diretta televisiva nel programma di RaiUno UnoMattina. L’ascolto quotidiano alle 7,45 del mattino, per due stagioni (2003-2004), ha raggiunto picchi di due milioni di persone.

ll quotidiano in versi è stato presentato due volte al Senato della Repubblica (2003 e 2011).
Storie della Natività è stato presentato alla Camera dei Deputati (2015).

Ferrofania-Ferrofonia  poema sul ferro, musiche di Alfredo Tisocco, in dialogo con le sculture di Toni Benetton, rappresentato al Museo Benetton 2011, Gypsoteca Canoviana di Possagno 2006 e al Castello di Pergine Valsugana 1996.

Altri lavori: Il canto è un senso di amore
Sonata degli argenti in versi,
Ferrofania
Feneste e foglie morte 
Molte poesie in singoli video, Youtube canale Antonio Bruni

Dall’esordio del 1986 fino al 2020 (Sognando i Serpésci, Teatro de Ginnasi) ho contato centosessantacinque apparizioni dal vivo delle poesie in teatri, televisione, radio, sedi istituzionali, circoli e piazze.

Distanza Unità

Distanza Unità

Massello di pioppo, fibre di cotone e di sintetico, plastica e metallo.

Misure mm.1402x1043x98

 Esposizioni:  

2020 Galleria d’Arte moderna del Comune di Roma nella collettiva DOMANINARTE, progetto del Museo GAM sul tempo del Coronavirus.

 2021 Galleria La Pigna di Roma nelle mostre collettive Empatia e Misericordia oggi.