Posts by Antonio Bruni

Librerie

Dal 1968 ho realizzato più di cinquanta mobili in massello. Autodidatta come creativo, la mia teoria di composizione è modulare. I lavori sono componibili, smontabili, adattabili a spazi e ambienti.  Ho fatto di tutto, tranne le sedute: librerie, tavoli, armadi, armadi scala, letti, una cucina, pannelli, specchi, cornici.

Curo tutto il procedimento dalla progettazione alla scelta delle essenze. Partecipo direttamente dalla scelta dell’albero al taglio e alla lavorazione del legno, fino alla lucidatura. Il legno è protetto da antitarlo e vernice ad acqua che mantiene il colore naturale.

Dal 1997 in poi tutte le esecuzioni sono del maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio a Monsoreto di Dinami in Calabria.     

Leggi la storia di questa avventura con il legno.

Librerie

Dalla prima CODA DI RONDINE del 1968 ho realizzato fino al 2022 tredici librerie di diverse dimensioni, forme e tecniche, tutte sovrapponibili staticamente senza congiunzioni.

Librerie a scatole aperte: CODA DI RONDINE – NOCETO – OLMATA

Librerie a scatole e assi: ODISSEA – ONDULATA

Elementi con sportelli: ANTIQUA – ARCHIVIA – FIGURE

Elementi aperti con tetto, base e colonnine: SENTINELLE I – SENTINELLE II –

Grandi istallazioni con elementi diversi: COLOSSEA – COLONNATA – PANTHEAN

BIO (VERSI) GRAFIA

Bioversigrafia

Io scrivo e descrivo in versi e dizione

ascolto i pensieri ti scruto i misteri

se doni uno sguardo la strofa ti rendo

è come ossessione di metrico dire

ardire di dare con sole parole

i sensi con suoni compongo in segreto

inseguo la gloria e intanto che attendo

ingrigia la barba ma brilla la testa

guadagno non pane ma moti di riso

non faccio fattura né d’iva né in danno

in vita civile ho un solo mestiere

comunico al mondo evviva la tele!

non seguo correnti di lettere e stampe

ma un solo indirizzo: www.antoniobruni.it

scritta nel 2000

SONO NATO A ROMA
al nono piano di un condominio di via Licia, nella zona archeologica, il 15 novembre 1946, terzo e ultimo figlio dopo Nicola e Mariuccia. I miei genitori, appena sposati, si erano trasferiti a Roma dalla Calabria. Giuseppe, mio padre era un sottufficiale dell’esercito; Stella, mia madre, che a vent’anni era stata la prima fotografa donna della regione, lavorava in casa come magliaia. I genitori ci stimolavano severamente agli studi, cercando di darci tutte le possibilità fino alla laurea, nonostante le ristrette condizioni economiche.

Sono cresciuto giocando a Villa degli Scipioni e lungo le Mura Latine tra Porta Metronia e Porta San Sebastiano fino a Caracalla e a Villa Celimontana. Elementari alla Manzoni e medie alla Pascoli. Ho rincontrato i miei compagni di classe dopo sessant’anni. La parrocchia era la Natività in via Gallia, con il cinema domenicale. Tra le cose antipatiche di quell’epoca repressiva, la rigida separazione tra maschi e femmine, persino negli ingressi delle scuole. Era punibile chi osava passare dall’entrata femminile. Al ginnasio ero stato assegnato a una classe maschile ma mi feci trasferire in una classe mista.

Non ho un ricordo piacevole dell’infanzia. Ero brutto, gracile, malaticcio (due volte la difterite e altri malanni), trascurato, rimproverato, impaurito, non riuscivo a instaurare un rapporto sereno con gli altri. Alle medie mi dedicai a migliorare il fisico e la mente. L’adolescenza rappresentò una svolta.

foto storica della Basilica con la conifera antistante

Ho scritto la prima poesia a tredici anni sotto una grande conifera (ora non c’è più) antistante la chiesa di San Giovanni a Porta Latina, ambiente romanico e solitario dove amavo passare le ore a leggere. Non avevo ancora cominciato il ginnasio. La pubblicai poi (prima e unica per vent’anni) su Augustus Anno VIII n.2 febbraio 1962. Ho usato il novenario, (il mio metro preferito) istintivamente e inconsapevolmente, perché avevo scarse conoscenze di metrica.

San Giovanni a Porta Latina

Oh quante volte ho sognato
Gioie infinite e divine
Su quel bel pozzo incantato
All’ombra del vetere pino.
Un palpito lieve di vento
Cullava i miei sogni felici
E un canto di uccelli sereni
Riempiva il mio cuore di gioia.
L’edera, piena d’amore,
il vecchio muro baciava
e il sole filtrando tra i rami
leggeva epigrafi e marmi.
Al vesper le nunzie campane
Rompevan l’incanto divino

Sul campanile romano
Gli arcangeli cantavano a schiera
E nella chiesetta piccina
Un organo inebriato d’incenso,
Innalzava preghiere al Signore.

1959

AUGUSTUS
Cominciai a fare il giornalista dirigendo per tre anni la rivista studentesca del mio liceo, AUGUSTUS, una testata molto attiva tra il 1954 e il 1976, poi, con fasi alterne, fino a oggi in formato elettronico. In questo sito, pubblico la collezione completa del giornale e notizie sulla storia del Liceo Classico Augusto. Fu un’esperienza fondamentale: sono ancora in amicizia con i compagni di liceo.
Anni meravigliosi per me, i Sessanta, dall’adolescenza alla giovinezza: le aspirazioni, la formazione, la gioia di vivere e di conoscere il mondo e la gente.
D’estate giravo l’Europa in autostop: nel 1963 in Grecia e nel 1964 in Austria, Germania (fino a Berlino appena divisa dal Muro), Danimarca, Svezia e Finlandia.  Conobbi molti stranieri. Appena finito il liceo, collaborai con settimanali (la Discussione, Il nostro tempo) e con agenzie di stampa (IPS e SPES).

L’IMPEGNO GIOVANILE
Da ragazzo fui stregato anche dalla politica; sono stato un democratico cristiano militante, ma non ho mai avuto incarichi politici. Ho approfondito la storia contemporanea e le filosofie politiche, la dottrina sociale della Chiesa. Nel 1976 mancai per un soffio l’elezione al Consiglio Comunale di Roma. Fu l’unica sortita politica pubblica e la conclusione di quell’esperienza.

La RAI
A vent’anni, prima di laurearmi in lettere classiche (Storia Greca) alla Sapienza, l’inizio della collaborazione con la Rai, nei programmi Cordialmente (1967) Europa Giovani 1968 Un volto una storia (1968) poi redattore dei programmi di storia.

Nel 1974 autore e conduttore di FACCIAMO INSIEME UN GIORNALE poi di altri tre cicli sul volontariato, termine allora inesistente (Facciamo insieme e Proposta)..
Nel 1979 tra i fondatori di RAITRE, allora regionale, ho diretto i programmi della Valle D’Aosta (1978-80) e poi del Veneto (1980-87) in una lunga stagione in cui ho tracciato in 500 programmi un grande ritratto della regione attraverso le sue persone (Cerchiamo di volare) le sue tradizioni (È gradito il dialetto) e il patrimonio storico e ambientale.

Autore, regista, conduttore (centinaia le ore di trasmissione fino a Un solo mondo RaiUno 1994) e coordinatore dei programmi a Raidue e RaiUno, assistente del direttore di RaiUno Carlo Fuscagni.

Nel 1994 passai alle relazioni internazionali come responsabile della promozione di immagine e dei festival internazionali di televisione e radio. La mia Rai mi ha dato possibilità di esprimermi, mi ha fatto conoscere il mondo e personalità della cultura, dell’arte e della vita civile.

Dal 2003 al 2004 ero noto al pubblico come il poeta di UNOMATTINA, una poesia in diretta sulla vita quotidiana tutte le mattine alle 7,45. L’unico poeta televisivo con lunga frequenza quotidiana.

LE POESIE
Scrivevo veri da adolescente, poi smisi per dedicarmi al giornalismo. Ripresi dopo i trent’anni e pubblicai nel 1986 la prima raccolta, Il filo di lana, poi Il quotidiano in versi. Ho scritto su tanti argomenti: poesie singole, collane, poemi, poemi teatrali, ma ho scelto di non percorrere la via dell’editoria tradizionale. Ho preferito pubblicare i versi in voce o in pillole.

Dal 2001 al 2003 ho pubblicato per 363 giorni (dal martedì al sabato) una poesia di commento all’attualità sulla prima pagina del quotidiano IL POPOLO.

Ho reso pubblico il poema delle storie del corpo MI SVELO MA IN ANIMO NUDA in ventidue letture teatrali (2002 – 2017) con cinquantadue attrici, tra i nomi migliori dello spettacolo italiano.
Si aggiungono altri venti interpreti in letture di altri poemi in teatro, tv, radio, rete; poesie per posta elettronica e pubblicazioni a stampa.    

LE SCULTURE E I LAVORI IN LEGNO
Nel 1968 la prima libreria Coda di rondine. Sono seguite sculture e mobili in masselli pregiati (noce, ulivo, olmo, ciliegio). Seguo tutto il processo: dal taglio dell’albero alla stagionatura del legno, al progetto alla realizzazione con il maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio di Monsoreto di Dinami in Calabria.  Ho esposto dal 2017 due grandi sculture librerie COLOSSEA e COLONNATA, per la serie PENSANDO A ROMA (la terza inedita è PANTHEAN) e le figure SERPESCI e DISTANZAUNITÀ.

UN PENSIERO PER ROMA, FESTIVAL DI IDEE
Nel 2017 ho fondato con un gruppo di amici l‘Associazione di Promozione Sociale UN PENSIERO PER ROMA e il Festival di idee  con gli scopi: abbellimento urbano, spazi per la cultura, e valorizzazione degli artisti.

ELETTROLETTERA
Dal 2004 pubblico il periodico per posta elettronica, con una poesia e inviti a eventi artistici e culturali. 

LA FAMIGLIA
Sono sposato con Laura Maria Teodori, che ha insegnato filosofia e storia nei licei ed è stata allieva, per il pensiero filosofico, di Augusto Del Noce e Armando Rigobello e per l’analisi della comunicazione, dei gesuiti Enrico Baragli e Bartolomeo Sorge. Ha pubblicato due saggi: Dio in tv? (Città Nuova 1983), Il bambino elettronico (Mille e una scuola, De Agostini 1989). Abbiamo tre figli: Alessandro Maria, Lucilla Maria, Lucrezia Stella e tre nipoti Leonardo Marius, Edvard Teodor e Lucio Marcello. Laura legge e critica severamente tutti i miei lavori: è molto più che una consigliera.

ELETTROLETTERA 2022

Elettrolettera.it (notiziario per posta elettronica) si apre con una mia poesia accompagnata da un’immagine di arte.  Seguono segnalazioni e inviti a eventi culturali (spettacoli, concerti, mostre, libri, conferenze…). Elettrolettera.it è un servizio totalmente gratuito che invio agli amici e ai lettori per posta elettronica. La pubblico dal 2004 con una frequenza irregolare; sono una o due spedizioni al mese normalmente, dalle dieci alle venti in un anno.

Per iscriversi o per segnalare eventi basta scrivere a [email protected]  comunicando nome, cognome, città e indirizzo di posta elettronica.

Per segnalare eventi: inviare informazioni complete e un’immagine con un anticipo congruo, data l’irregolarità della spedizione.    

Voci dall’Ucraìna (Le poesie su Elettrolettera 2022

ELETTROLETTERA 2022EL289 DALILA – EL 290 PAURA DELL’ATTACCO- -EL292 DUE MADRI -EL 292 DA LENINGRADO – EL 293 MARIUPOL -EL294 LA STAZIONEEL295 È GIÀ ALTO IL GRANTURCO- EL296 DONNE IN BURKA- EL297 LA CASA IN UKRAÌNAEL298 L’OMBRA

ELETTROLETTERA 2021 – 2020













I SERPESCI – REPTISH

Serpésci
serpésci né serpi né pesci
nel buio latente presenza
sgusciano ispidi e viscidi
ibridi figli dei sogni
ingoiano soffi di quiete
irrompono in spazi di ansia
immersi in sudori notturni
emettono strani lamenti
schioccano in breve contatto
parole e mefitici fiati
serpésci né serpi né pesci

Reptish
Hidden in the dark yet visible
Shaggy and slimy do they slip
Soaking in night sweat
They issue weird lament
Hybrid children of dreams
Break into anxious spaces
Swallow breaths of quiet
Reptish nor reptile nor fish

Translation by Rodolfo Longo

Basta osservare un ramo, un ritaglio di lavorazione, una scorza sotto corteccia, la venatura di una tavola, per scorgervi qualcosa in movimento, una figura emergente, un’immagine. Guardando gli scarti di ulivo e di noce, pezzi destinati alla fiamma dei camini, si sono accesi nello sguardo profili di esseri umani, figure indefinite, animali in caricatura o inesistenti, talvolta inquietanti, come i Serpesci, né serpi né pesci. Figure fisiche ma anche presenze mentali. Sono dentro alcuni di noi e rappresentano le manie, le ossessioni, le visioni creative. Il Serpésce è la congiunzione tra la normalità e un pizzico di follia. 
I Serpésci sono stati esposti a Roma nel 2018, come abitanti della scultura libreria COLOSSEA, nella Galleria 28 Piazza di Pietra, diretta da Francesca Anfosso.
Dai Serpésci, usati come presenza di scena, è nata la rappresentazione teatrale Sognando i serpésci , persone di solitaria mania al Teatro de Ginnasi Roma 2020 con PierMarco Venditti e Ornella Cerro.

GRUVIDUS ulivo 1971x83x46
nel buio latente presenza

MANTRALA noce 880x309x22
alata in ombra discende
scompone a specchio l’essenza

BALINO ulivo 581x147x160
il morso maggiore del corpo

BACIO IN BECCO noce 2x641x366x23
schioccano in breve contatto

BULIGRUM ulivo 1632x108x52
immerso in sudori notturni

MORIAK ulivo 934x86x48
immobile scatto silente
PERLOTTO ulivo 652x130x54
interroga la mia fantasia

OCCHIOLONE ulivo 1002x238x29
ingoiano soffi di quiete
SONIAK ulivo 639x153x32
disegno di suoni da abissi

PICCHIOLO ulivo 1477x167x209
si spacca la quiete del giorno

ROCCHIO ulivo 706x98x47
disturbo mentale

MOLITARNA ulivo 1680x127x34
irrompono in spazi di ansia

MEMISO 1540x140x34
racchiude il profondo dei sogni

PERMIGRON ulivo 1180x67x47
ingoiano soffi di quiete
PALUDUS noce 1352x158x49
emettono strani lamenti

RUVIDANS noce2583x280x54
emerge la fauce e spaventa

SERPIER noce 1359x107x54 (sopra)
astuto nel finto dormire
BOLIGIO ulivo 860x370x22 (sotto)
ibridi figli dei sogni

SILUOS noce 1173x51x51
sgusciano ispidi e viscidi
PROFELOX noce 2330x140x40 saetta tra alghe e coralli

DENTALO ulivo 2x510x180x29 la coppia che il genere cela

Mobili come sculture

Dal 1968 ho realizzato più di cinquanta mobili in massello, pezzi unici. Autodidatta come creativo, la mia teoria di composizione è modulare. I lavori sono componibili, smontabili, adattabili a spazi e ambienti.  Ho fatto di tutto, tranne le sedute: librerie, tavoli, armadi, armadi scala, letti, una cucina, pannelli, specchi, cornici.

Curo tutto il procedimento dalla progettazione alla scelta delle essenze. Partecipo direttamente dalla scelta dell’albero al taglio e alla lavorazione del legno, fino alla lucidatura. Il legno è protetto da antitarlo e vernice ad acqua che mantiene il colore naturale.

Dal 1997 in poi tutte le esecuzioni sono del maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio a Monsoreto di Dinami in Calabria.     

Leggi la storia di questa avventura con il legno.

Librerie

Dalla prima CODA DI RONDINE del 1968 ho realizzato fino al 2022 tredici librerie di diverse dimensioni, forme e tecniche, tutte sovrapponibili staticamente senza congiunzioni.

Librerie a scatole aperte: CODA DI RONDINE – NOCETO – OLMATA

Librerie a scatole e assi: ODISSEA – ONDULATA

Elementi con sportelli: ANTIQUA – ARCHIVIA – FIGURE

Elementi aperti con tetto, base e colonnine: SENTINELLE I – SENTINELLE II –

Grandi istallazioni con elementi diversi: COLOSSEA – COLONNATA – PANTHEAN

Tavoli

RAMI DI FERRO (1983) è il primo tavolo che ho realizzato. Il piano ottagonale di radica di noce è appoggiato su una scultura in ferro eseguita appositamente del maestro Toni Benetton, raffigurante rami di ulivo.

STELLONE (1993) piano rettangole in ulivo con cornice e intarsi di olmo. La base è in olmo con intarsi di ulivo.

ROSA DEI VENTI 1996 noce e olmo, ottagono – MOSAICUS 1996 piano mosaico di legno del Maestra Giuseppe Minà, varie essenze, gambe angolari, quadrato – SCACCHIERA 1996, piano mosaico di legno del Maestra Giuseppe Minà, varie essenze, gambe angolari, rettangolo – TRUKA 1997 è una toeletta con specchio, noce, semi-dodecagono – BRUNONE 1999 legno e olmo, dodecagono – FIAMME 1999 noce e olmo, dodecagono – EPIGRAFE 2005 noce, scrivania –   SELLATO 2005 noce tavolo appoggio –

Collana tavoli rettangolari in ciliegio CILIEGIA 2012: ELEUTERIA – ANNA TERESA – ERICE – VANNA – ELIDE – EUFRASIA – EULALIA – KETTY – KYLA –

GEPPETTO 2019 tavolo in ulivo, noce e ciliegio– piano di unica tavola di ulivo – rettangolo irregolare

ARMADI E SCALE-ARMADIO:

ERETTEO 1988/1995 armadio composto da 14 elementi sovrapponibili (7+7) di cui 2 cassettiere, noce – SENTIUM 1991 armadio scala con cassettiere, olmo – CASERTA 1992/2010 armadio scala elementi sovrapponibili con cassettiere, olmo, noce, frassino e ciliegio   – ZIG ZAG 1992 armadio scarpiera, due elementi sovrapponibili, olmo – SINUOS  1992/2010 armadio scarpiera, due elementi sovrapponibili, olmo e noce –

LETTI:
ARBOR 1, ARBOR 2 2007 due letti singoli 1950×1000 abbinabili a matrimoniale noce, olmo e frassino- ROSA1, ROSA 2, BRUNITO 1, BRUNITO 2, 2008 letti singoli 2005 x1000 abbinabili a matrimoniale, noce, olmo, ciliegio, frassino, abete – LU, LE, LA, 2014 letti 2005×1400, noce, olmo, ciliegio, frassino, abete – MATRIX 2019 letto 2005×1700 noce , olmo, ciliegio, frassino, abete, LULETTA 2019  letto 2005×1600 noce , olmo, ciliegio, frassino, abete.

PANNELLI, SPECCHI E CORNICI

La Rai e i miei programmi televisivi

UnoMattina 2003

Ero noto al pubblico televisivo come il poeta di UNOMATTINA:
per dieci mesi di fila (novembre 2003- agosto 2004) tutti i giorni ho composto e letto una poesia in diretta tv alle 7,45 sull’argomento della popolare trasmissione di RaiUno. La media era di circa due milioni di spettatori.
Avevo in precedenza condotto in video i programmi da me ideati.

La mia vita professionale si è svolta come autore televisivo e dirigente della Rai, azienda dove ho lavorato ininterrottamente, tranne il periodo del servizio militare, dal 1967 al 2011. Ho svolto tutti i ruoli: redattore, regista, produttore, conduttore in video, autore, dirigente coordinatore. Ho cominciato nel 1967, prima di laurearmi, come redattore esterno dei programmi tv CORDIALMENTE, EUROPA GIOVANI, UN VOLTO UNA STORIA, poi dei programmi di storia. Nel 1971 fui assunto come vice caposervizio delle Rubriche per Gruppi Sociali.

I primi programmi che ho ideato e condotto in video sono stati sul volontariato quando questo termine non era ancora in uso: FACCIAMO INSIEME UN GIORNALE (1974) FACCIAMO INSIEME (1975-76) e PROPOSTA (1977)

da sx Bruni, Giorgio Cavazzano e Piero Zanotto a È gradito il dialetto 1985- Foto Graziano Arici

Nel 1978 il Consiglio di Amministrazione mi ha nominato dirigente dei programmi regionali della Rai, prima in Val d’Aosta e poi in Veneto (1980-87). RaiTre era nata nel 1979 come rete regionale e dal 1987 fu trasformata in nazionale. Da Venezia ho condotto in video trasmissioni dedicate a cultura, arte, lavoro e tradizioni venete, tra cui il settimanale È GRADITO IL DIALETTO. Nella serie CERCHIAMO DI VOLARE ho realizzato un centinaio di ritratti di artisti, intellettuali, scienziati e imprenditori veneti degli anni 80.

Disegno di Giorgio Cavazzano, veneziano, autore di storie di Topolino

Nel 1987 sono rientrato a Roma come coordinatore di programmi per RaiDue, poi assistente del Direttore di RaiUno, Carlo Fuscagni (1989-94) e autore della serie UN SOLO MONDO, curatore delle inchieste PIAZZA DELLA REPUBBLICA, ARCIPELAGO MEZZOGIORNO e dello spettacolo COCCO con Gabriella Carlucci dalla sede di Napoli. 

Dal 1994 al 2011 sono stato responsabile della Rai per i Festival Internazionali.  Ho collezionato per l’azienda 500 premi e ho promosso nel mondo l’immagine aziendale mediante i programmi di qualità.  

Sono stato il dirigente Rai con la più lunga anzianità di nomina: trentatrė anni e sei mesi su un totale di oltre quarantaquattro anni di servizio.  

I programmi realizzati (PDF da aprire):

Rubriche di attualità e programmi di storia

Facciamo insieme un giornale e i programmi sul volontariato

Il mio ritratto del Veneto

Delegato alla produzione RaiUno e RaiDue

Poeta di Uno Mattina

Un solo mondo

I Festival Internazionali

Gli incarichi professionali

Redattore delle rubriche di attualità (1967)

Redattore del Servizio Storia (1969)

Vice Capo del Servizio per Gruppi Sociali (1971)

Programmista RaiUno (1975)

Direttore dei programmi per la Val D’Aosta (1978)

Direttore dei programmi per il Veneto (1980)

Coordinatore dei programmi a Raidue (1987)

Assistente del direttore di RaiUno (1989)

Responsabile dei Festival Internazionali (fino al 1999 anche Relazioni, Accordi e Protocolli Internazionali) 1994



Poesie di legno

È un altro modo di fare poesia, con le venature del legno, invece delle parole.

Il legno parla
Basta osservare un ramo, un ritaglio di lavorazione, una scorza sotto corteccia, la venatura di una tavola, per scorgervi qualcosa in movimento, una figura emergente, un’immagine. Amo il legno, la sua materia calda e tattile. Amo il profumo che emana, diverso per ogni essenza, quando un tronco viene segato in tavole, mentre viene aperto. Mi piace toccarlo, seguire le venature, sentire la porosità della superficie.

L’amore per il legno cominciò per caso: a metà degli anni Sessanta un fulmine abbatté un albero di noce in una proprietà dei miei genitori in Calabria. Mia madre pensava di farne legna da ardere. Mio cugino Antonio Corbo, architetto, mi suggerì di utilizzare l’essenza pregiata per una libreria. Nel 1967, a ventuno anni, pensai una forma agile, componibile e divisibile in modo da poter utilizzare al meglio le tavole che erano state segate corte e poco spesse per stagionarle in breve.  È una costruzione di scatole di diverso formato, montate a pieno e vuoto senza congiunzioni. L’equilibrio statico è dato dal peso dei libri.

Un vecchio artigiano lavorò a mano le scatole con incastri a coda di rondine, un’esecuzione oggi difficilmente praticabile. La libreria, dal nome Coda di Rondine (1968) è risultata stabile, nonostante le perplessità della mia famiglia sull’assenza di connessioni e di agganci alla parete.  Ci fu poi una sorpresa: la pianta era caduta in primavera, già in vegetazione e in lunazione. Il legno, di conseguenza, si tarlò con il capricorno, un verme grosso quanto una falangetta. Imparai a eliminare l’infestazione con un lungo e paziente procedimento di restauro.

 

Mi entusiasmai a questo lavoro insieme a mio padre che fece tagliare altri alberi e li mise a stagionare. Cominciò l’avventura del mobile come scultura. Studiai la meravigliosa stagione del liberty e i maestri del mobile del Novecento, da Rietveld a Mies Van Der Rohe, a Gaudì a Le Corbusier.

I mobili come sculture

Nel ’78 la seconda libreria, poi nel 1983 un grande tavolo con lo scultore Toni Benetton che scolpì in ferro la base del piano in noce come rami d’ulivo intrecciati, un’opera d’arte. Seguirono un armadio in quattordici elementi, un mobile scala e poi centinaia di pezzi componibili. 

La produzione si è sviluppata da quando ho iniziato a collaborare con il maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio di Monsoreto di Dinami in Calabria. Era il 1997 e Ciccarelli non aveva ancora trent’anni.  Da allora porto nella sua falegnameria i progetti e i legni scelti, dal taglio fino alla stagionatura, seguo e dirigo tutte le lavorazioni eseguite da Leonardo.

Amo lavorare noce, ulivo, olmo, ciliegio. Sono essenze dure che richiedono esperienza e attrezzature professionali. Nei progetti ripenso la visione tradizionale del mobile che deve essere morbido, caldo, accogliente, adattabile. L’opera si sviluppa dalla bellezza intrinseca della materia; le forme devono rispettare venature e colori, con linee moderne e radicate nel Novecento. La composizione è in asimmetrie modulari, senza tradire l’uso e la fruibilità dell’oggetto che deve essere adattabile alla variabilità degli spazi e delle necessità. I profili sono tracciati a mano; ogni pezzo presenta una diversità. Le giunture sono a incastro, prevalentemente senza colla. La lucidatura trasparente ad acqua mantiene il colore naturale dell’essenza.

Nelle lavorazioni del legno massello lo sfrido è notevole; si perde dal 50 al 70% del volume ligneo. Cerco di recuperare e riutilizzare gli scarti e gli avanzi inventando nuovi oggetti. Ho fatto librerie, tavoli, armadi, scale-armadio, letti, una cucina, pannelli decorativi, specchi. Non solo mobili: ho tracciato anche figure lignee: I Serpesci, Donne in Burka, DistanzaUnità, Donne in Controluce, Cerberi, Annunciazione.

Il legno va rispettato; bisogna osservare le sue caratteristiche che variano da essenza ad essenza: durezza, compattezza, flessibilità, durata, resilienza. Il noce e l’olmo si prestano a quasi tutte le lavorazioni mentre l’ulivo e il ciliegio ne rifiutano alcune. Il noce e il ciliegio sono soggetti ai tarli, l’olmo e l’ulivo molto meno e così via le differenze. Il noce è più costoso e raro. Una malattia ha sterminato nei Novanta tutti gli olmi della Calabria; l’ulivo fornisce poco legname utile alla lavorazione perché i fusti sono contorti e le piante oltre i cinquant’anni si corrodono nelle fibre interne e si svuotano, anche se la sua vita può essere millenaria.

Il lusso del massello

Oggi sono rari gli ebanisti con esperienza del massello; gran parte dei falegnami lavorano pannelli industriali. I mobili in commercio, luccicanti in foto, hanno scarsa resistenza e vita breve, ma prezzi accessibili. I lavori di ebanisteria sono costosi.  Chi è disposto a spendere per qualcosa che durerà diverse generazioni? Bisogna guardare da vicino un mobile in massello, toccarlo, conviverci per apprezzarne appieno la bellezza e la funzionalità. È un lusso, ma un lusso che ripaga. Per questo ho dedicato anni, applicazione, energie e risparmi a realizzare mobili sculture in essenze pregiate. Le mie poesie di legno.

Poesie di legno è anche il titolo di un elegante quaderno che l’artista e grafico Marco Affaitati ha realizzato nel 2010 sui miei lavori. apri Poesie di legno

COLONNATA

Galleria Alberto Sordi Roma

È una scultura libreria omaggio all’architettura della piazza di Bernini, un invito alla meditazione e all’abbraccio universale della spiritualità. L’istallazione esprime una valenza mistica senza presentare segni confessionali.  Opera unica, è la seconda (2019) del ciclo Pensando a Roma.

Le colonne lignee di COLONNATA rappresentano la conoscenza. Sono autonome e diseguali ma connesse tra loro: la cultura è un’architettura modulare con diversità di apporti, fondamento della civiltà. Una cupola segna il centro visivo dell’istallazione e il punto di riflessione.

La scultura esprime una valenza mistica senza presentare segni confessionali. La piccola cupola è un simbolo di rapporto tra terra e cielo, condiviso da civiltà e religioni.

Elaborazione grafica di Sergio De Bernardo,Marco Rufo

Gli elementi scaffali compongono nove colonne disposte in tre quarti di cerchio e collegate da mensole. Tutto il materiale è ciliegio massello. I pezzi sono indipendenti, smontabili e di misure differenti. I profili sono tracciati a mano; le giunture a incastro di spine. La lucidatura trasparente mantiene il colore naturale. Occupa una superficie di 30 mq, diametro 600 cm. altezza massima cm.320.
Il taglio e la lavorazione del legno sono stati eseguiti dal maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio di Monsoreto di Dinami in Calabria.

COLONNATA è stata esposta (17-24 maggio 2019) nella Galleria Alberto Sordi, nel cuore di Roma, come simbolo del secondo Festival di idee “PensieroXRoma”, sul tema Meditazione urbana.

Curatori della mostra Roberto Dottorini e Giovanna Tarasco. Presentata da Rosanna Vaudetti. Hanno collaborato all’allestimento gli studenti del Liceo Artistico Di Ripetta.

L’allestimento con gli studenti dell’Artistico Di Ripetta

L’abbraccio di Colonnata
Allarga lo sguardo in promessa
sicura nel suo orizzonte
fondata su storia profonda
è casa di scienza e d’idee
raccoglie pareri distanti
attende che il tempo avvicini
frementi discordie ideali
rivali poteri e contrasti
li fa scolorire in progresso
conserva nei libri l’essenza
tramanda sofferte ricerche
registra l’umano cammino
è ampio il suo abbraccio e avvolge
non placa il fuoco interiore
ma invita alla meditazione
ispira all’anima il volo.

Colonnata particolare

Durante la mostra, i visitatori hanno sostato per un momento di meditazione nello spazio della struttura e hanno lasciato un centinaio di commenti. PDF

Ventisette autori (scrittori, musicisti, artisti, politici, scienziati) hanno presentato pensieri e versi originali: Sabrina Alfonsi, Ansoino Andreassi, Carla Barozzi, Leopoldo Bon, Nicola Bruni, Paolo Bruni, Emanuela Capozzi, Valentina Grippo, Giuseppe Elio Ligotti, Leandro Lucchetti, Valeria Malerba, Anna Manna, Giuseppe Marchetti Tricamo, Ivana Monti, Roberto Morassut, Corrado Morgia, Irma Immacolata Palazzo, Marina Pizzi, Sandro Ranellucci, Franco Roselli, Vitaliano Tiberia, Rosanna Vaudetti, Angelo Zito. 
Gli interventi sono stati interpretati dagli attori: Loredana Martinez, Ornella Cerro, Antonio Marziantonio, Carmela Ricci, Marta Scelli.  La soprano Danielle Scriva ha cantato a cappella le serenate di Schubert. Malerba e Casali hanno eseguito il Tango Meditativo nello spazio della scultura. PDF.

“Il calore del legno, elaborato con la grazia dell’ispirazione, invita a una riflessione profonda.” 
Rosanna Vaudetti, presentatrice e madrina dell’inaugurazione.

Seconda di una suggestiva e originalissima quadrilogia estetica, Colonnata, di Antonio Bruni, fa balenare una dimensione meditativa sull’essere all’interno della città, in cui trova posto, declinata in forme di architettura lignea aperta, la dignità della persona libera di capire e creare senza coartazioni esistenzialistiche, derive spiritualistiche, ottimismi senza realistica misura. Colonnata, per ammissione dello stesso Bruni, è “metafora dell’invito universale del sapere”, rivolta soprattutto (merito grande!) ai giovani, cui suggerisce un pensiero artistico (come fonte di verità bella), concreto e autenticamente conoscitivo della città. Le colonne ispiratrici del colonnato berniniano in piazza San Pietro, che sono sculture ideali e non architetture, divengono agli occhi di Bruni elementi di un codice espressivo che costruisce un abbraccio ideale rivolto al mondo intero, generatore e fruitore a un tempo, di tante civiltà .
Colonnata, dunqueculminante in una struttura cupolare, dal valore di sintesi spaziale, architettonica, etica, fa balenare una suggestiva dimensione di libertà intellettuale, in cui i tradizionali valori filosofici dell’essere e del divenire si universalizzano nella bellezza della conoscenza. La ricezione di questo messaggio avviene, come in Colossea, attraverso il veicolo materico del legno, che, evocando il modulo colonnare berniniano, ne sopravanza la lapidea solennità, traducendone il significato in termini semplificatori e intimistici. Perché la scultura, ricorda Bruni, è spettacolarmente lapidea e ponderosa, ma è anche leggera e amichevole quando è fatta di legno.
Vitaliano Tiberia

Colonne solide, dalla terra al cielo, unite ma slegate nell’asse spazio-tempo. Trama sociale di individui connessi, come impulso di unione e libertà. Finestre aperte a sensazioni aeree, i pensieri entrano ed escono, passano attraverso nascono e volano lontano, come il vento tra i rami, rami di ciliegio che ora, levigati ed assemblati, si ergono sapienti ed allineati, ospitando nell’accogliente e rispettoso abbraccio, la fugace intimità con l’Altro e le sue meditazioni, tra dentro e fuori, onde quantiche danzanti, avvolte ma senza costrizioni.
Valeria Malerba

L’itinerario dello “straniamento” appare basilare nelle produzioni di Antonio Bruni.
Intraprendiamo una verifica sintetica all’interno di come proceda Antonio Bruni in “Colonnata” e in base a quali modalità  renda “sorprendenti” le entità  da cui è  circondato.  Procedendo in un mutamento sostanziale del rapporto tra significante e significato, tra segno e concetto, da cui è determinato il suo linguaggio.
All’interno del suddetto itinerario risulta definita la sua costruzione poetica.
Tre sono i passaggi  riconoscibili nella metodologia che pone in atto.
Nel corso della prima fase, in un’unica sintesi concettuale, un processo di straniamento  determina una discretizzazione e una scarnificazione a partire dalla massima complessità concettuale del monumento del colonnato di S. Pietro cui si riferisce,  fino a ricondurla ad una riduzione estrema in  termini meramente planimetrici, tipologici, geometrici, cui riconduce l’identità del colonnato del monumento basilicale.  L’estrema stratificazione segnica determina l’individuazione del monumento: Nella suddetta prima fase Antonio Bruni procede in un drastico straniamento  secondo  una consapevole riduzione ad uno  stereotipo tipologico.
Nel corso della seconda fase il procedimento prevede che si riconduca la complessità concettuale della  fisionomia del segno “elemento di design”: passante per riferimenti possibili quali: incastro, tornitura,  martello, mazzuolo, tenaglie, succhiello, scalpello, sgorbia, squadra, accetta, pialletto, punteruolo…design in legno,moderno,gaudì, surrealismo, ico parisi,librerie, scaffali, mensole, cassettiere, consolle, sgabelli, sedie, poltrone, divani …passando per la discretizzazione, l’Autore la riconduce ad un carattere tipologico elementare, riconoscibile nella qualità  materica del legno, alla raffinatezza  della lavorazione, alla tipologia del termine d’arredo domestico.
Le due fasi precedenti, cui viene attribuita la riduzione delle complessità segnica e semantica di ciascuno dei due ambiti ricevono nella terza un definitivo processo di straniamento in virtù della sovrapposizione e  dell’identificazione dei due codici di lettura.
Il procedimento di Antonio Bruni trova conferma nella trasmissione dell’impressione dell’oggetto, in quanto  “visione”, in chiave artistico/poetica, e per l’appunto  non in quanto  “riconoscimento”.  Il procedimento adottato coincidendo con uno “straniamento ” che passa per  lo spiazzamento dello spettatore,  per la modifica della durata dei tempi di percezione, per  l’ enigma  della modalità percettiva, per l’accrescimento del livello d’impronta semantica.
Sandro Ranellucci  architetto e docente di restauro

COLOSSEA – LADY COLISEUM

COLOSSEA

COLOSSEA scultura libreria, composizione a spirale che ricorda nel profilo l’Anfiteatro Flavio, è immagine del sapere che avvolge ma non rinchiude e non esclude. È la prima delle serie “Pensando a Roma”.

LADY COLISEUM
sculpture and book shelves by Antonio Bruni

    The spiral-shape piece, which  reminds the observer of the Coliseum, symbolizes the embrace of culture. The books inspire man yet need not shut him into a fence. The open shelves are meant to welcome new ideas.  Lady Coliseum is associated with the Festival CARING FOR ROME, which aims at making our city finer, thanks to modern or classical sculptures to be placed in the squares of today’s Rome parking spaces.

Galleria Alberto Sordi Roma 2017

Gli elementi che la compongono sono tutti diseguali, come deve essere la pluralità delle espressioni.

COLOSSEA può accogliere libri

ma è anche adatta a collezioni di oggetti, come sculture, dipinti, fotografie, spartiti, reperti scientifici e naturalistici.

Bruni ha concepito Colossea a involuzioni, ne ha fatto una metafora della mente, un cervello tutto fatto di connessioni, una costruzione intellettuale positiva.
Claudio Strinati,
storico dell’arte


Intervento integrale https://www.youtube.com/watch?v=3rhIGB9IKGc 

Casa dell’Architettura Roma

L’opera è formata da 44 elementi lavorati e rifiniti a mano, diversi per misure e sagome. La lunghezza della spirale è di 12 metri, l’altezza massima m.2,4 e lo spessore 245/608 mm.

Occupa una superficie di 25 mq. Il materiale: massello di ciliegio nostrano di prima scelta, di colore naturale vivo, essiccato all’aria e protetto con antitarlo.

Lucidatura con vernici trasparenti ad acqua, non tossiche.

Taglio e lavorazioni del legno del maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio a Monsoreto di Dinami in Calabria

Galleria Alberto Sordi (20 -27 ottobre 2017) concessa da Sorgente Group, nel cuore istituzionale, politico, commerciale e finanziario della Capitale, in asse con la Colonna Antonina.

Abbinata alla prima edizione del Festival d’idee Un Pensiero Per Roma, presentato da Christiana Ruggeri.
PDF Interventi e letture.

Galleria Alberto Sordi Roma

Galleria 28 Piazza di Pietra Fine Art Gallery (27 aprile- 5 maggio 2018)
su invito della direttrice Francesca Anfosso. L’opera è stata abitata dai Serpesci, figure lignee, né serpi né pesci.
Letture di Loredana Martinez, Federico Pacifici, Marta Scelli, Elvira Giannini, Carmela Ricci, Piermarco Venditti.

Casa dell’Architettura all’Acquario Romano (28 marzo 8 aprile 2019), mostra ospitata dall’Ordine degli Architetti di Roma. Curatori Roberto Dottorini e Giovanna Tarasco. Presentata da Rosanna Vaudetti, introdotta da Francesco Aymonino, letture Loredana Martinez, Concerto degli Altavoce diretti da Federico Capranica. Hanno collaborato all’allestimento gli studenti del Liceo Artistico Di Ripetta.

COLOSSEA

Raccoglie in abbraccio spirale
complessi cammini di studio
intrecci notizie astrazioni
immagini suoni grafie
sviluppo simile al legno
venato silenzio colori
distingue rami pensiero
caduco conoscere tavole
offrendo conserva difende

LADY COLISEUM

In a spiral hug, it fixes
hard steps of investigation
and twists, notions, thoughts,
pictures, sounds, writing –
mere stuff like wood
streaked silence, colours.
It tells branches reasons
giving out, it keeps and watches –
no use mastering boards.
Translation by Rodolfo Longo

Casa dell’Architettura Roma

Arte e natura possono aprire una nuova ampia e serena pagina sul volto rinnovato di Roma. In questo senso, la scultura Colossea di Antonio Bruni dà alla discussione un contributo teoretico significativo:  rivivere simbolicamente il Colosseo attraverso la presenza del legno (il materiale delle librerie) lavorato dall’uomo, ambedue cari ad un’epoca, anzi ad un mondo, quello ellenistico e quello di Roma pagana, in cui ai contesti naturalistici ed alle sculture monumentali si attribuiva un significato religioso, quindi di alto valore sociale, così che gli uomini li vedevano come luoghi di vita, come un dono da rispettare e da vivere.
Vitaliano Tiberia, storico dell’arte

Colossea innova in modo radicale il concetto di libreria, perché rompe la rigidità dei volumi sulle pareti. Il design ci ha abituati ad altre forme di scaffale, ma con Colossea  è possibile poter entrare con uno sguardo circolare dentro il mondo dei nostri amici libri. Colossea esprime una forma più consona alla circolarità del pensiero complesso, a fronte della linearità delle catalogazioni, che lasciamo giustamente agli usi pubblici. Sergio Bonetti, docente e animatore culturale

Sono curioso di sapere cosa lasceranno i cittadini sugli scaffali del Colosseo in fibra naturale; magari qualche bambino ci dimenticherà il ciucciotto, qualche piccione si appoggerà a beccare, le api inebriate ci faranno un favo, qualche passeggiatore ci lascerà la foglia di un albero o un fiore non donato. E così il legno sarà più legno, nostro amico e silenzioso confidente delle stanze della nostra vita. Forse è questo che volevi proporre mettendo un grande mobile in un grande interno. Antonello Scopacasa, architetto

Percorrendo lo spazio aulico della Galleria, la composizione appare a prima vista fuori posto. Priva delle fattezze tradizionali della comunicazione artistica, da lontano la riconosci caratterizzata da una certa dose di casualità. Gli elementi libreria, accurati, quasi del tutto simili, impercettibilmente diversi, tautologici nella loro sobrietà, allusivi su piani diversi, minimali, rinunciatari di qualunque referente. Fino a che non leggi l’istallazione improvvisamente sottomessa alla prorompenza di un segno riassuntivo. L’assemblaggio per piccoli componenti riconducibile ad un  segno iconico di grande scala: al monumento per eccellenza, quanto di più lontano dal piccolo manufatto costitutivo, al quale è affidato il compito di confrontare sul piano concettuale  estraneità semantiche convogliate a partire  dal mondo di pensiero dell’autore. Sandro Ranellucci architetto e docente di restauro

Elaborazione grafica di Sergio De Bernardo Marco Rufo