Bioversigrafia

Io scrivo e descrivo in versi e dizione

ascolto i pensieri ti scruto i misteri

se doni uno sguardo la strofa ti rendo

è come ossessione di metrico dire

ardire di dare con sole parole

i sensi con suoni compongo in segreto

inseguo la gloria e intanto che attendo

ingrigia la barba ma brilla la testa

guadagno non pane ma moti di riso

non faccio fattura né d’iva né in danno

in vita civile ho un solo mestiere

comunico al mondo evviva la tele!

non seguo correnti di lettere e stampe

ma un solo indirizzo: www.antoniobruni.it

scritta nel 2000

SONO NATO A ROMA
al nono piano di un condominio di via Licia, nella zona archeologica, il 15 novembre 1946, terzo e ultimo figlio dopo Nicola e Mariuccia. I miei genitori, appena sposati, si erano trasferiti a Roma dalla Calabria. Giuseppe, mio padre era un sottufficiale dell’esercito; Stella, mia madre, che a vent’anni era stata la prima fotografa donna della regione, lavorava in casa come magliaia. I genitori ci stimolavano severamente agli studi, cercando di darci tutte le possibilità fino alla laurea, nonostante le ristrette condizioni economiche.

Sono cresciuto giocando a Villa degli Scipioni e lungo le Mura Latine tra Porta Metronia e Porta San Sebastiano fino a Caracalla e a Villa Celimontana. Elementari alla Manzoni e medie alla Pascoli. Ho rincontrato i miei compagni di classe dopo sessant’anni. La parrocchia era la Natività in via Gallia, con il cinema domenicale. Tra le cose antipatiche di quell’epoca repressiva, la rigida separazione tra maschi e femmine, persino negli ingressi delle scuole. Era punibile chi osava passare dall’entrata femminile. Al ginnasio ero stato assegnato a una classe maschile ma mi feci trasferire in una classe mista.

Non ho un ricordo piacevole dell’infanzia. Ero brutto, gracile, malaticcio (due volte la difterite e altri malanni), trascurato, rimproverato, impaurito, non riuscivo a instaurare un rapporto sereno con gli altri. Alle medie mi dedicai a migliorare il fisico e la mente. L’adolescenza rappresentò una svolta.

foto storica della Basilica con la conifera antistante

Ho scritto la prima poesia a tredici anni sotto una grande conifera (ora non c’è più) antistante la chiesa di San Giovanni a Porta Latina, ambiente romanico e solitario dove amavo passare le ore a leggere. Non avevo ancora cominciato il ginnasio. La pubblicai poi (prima e unica per vent’anni) su Augustus Anno VIII n.2 febbraio 1962. Ho usato il novenario, (il mio metro preferito) istintivamente e inconsapevolmente, perché avevo scarse conoscenze di metrica.

San Giovanni a Porta Latina

Oh quante volte ho sognato
Gioie infinite e divine
Su quel bel pozzo incantato
All’ombra del vetere pino.
Un palpito lieve di vento
Cullava i miei sogni felici
E un canto di uccelli sereni
Riempiva il mio cuore di gioia.
L’edera, piena d’amore,
il vecchio muro baciava
e il sole filtrando tra i rami
leggeva epigrafi e marmi.
Al vesper le nunzie campane
Rompevan l’incanto divino

Sul campanile romano
Gli arcangeli cantavano a schiera
E nella chiesetta piccina
Un organo inebriato d’incenso,
Innalzava preghiere al Signore.

1959

AUGUSTUS
Cominciai a fare il giornalista dirigendo per tre anni la rivista studentesca del mio liceo, AUGUSTUS, una testata molto attiva tra il 1954 e il 1976, poi, con fasi alterne, fino a oggi in formato elettronico. In questo sito, pubblico la collezione completa del giornale e notizie sulla storia del Liceo Classico Augusto. Fu un’esperienza fondamentale: sono ancora in amicizia con i compagni di liceo.
Anni meravigliosi per me, i Sessanta, dall’adolescenza alla giovinezza: le aspirazioni, la formazione, la gioia di vivere e di conoscere il mondo e la gente.
D’estate giravo l’Europa in autostop: nel 1963 in Grecia e nel 1964 in Austria, Germania (fino a Berlino appena divisa dal Muro), Danimarca, Svezia e Finlandia.  Conobbi molti stranieri. Appena finito il liceo, collaborai con settimanali (la Discussione, Il nostro tempo) e con agenzie di stampa (IPS e SPES).

L’IMPEGNO GIOVANILE
Da ragazzo fui stregato anche dalla politica; sono stato un democratico cristiano militante, ma non ho mai avuto incarichi politici. Ho approfondito la storia contemporanea e le filosofie politiche, la dottrina sociale della Chiesa. Nel 1976 mancai per un soffio l’elezione al Consiglio Comunale di Roma. Fu l’unica sortita politica pubblica e la conclusione di quell’esperienza.

La RAI
A vent’anni, prima di laurearmi in lettere classiche (Storia Greca) alla Sapienza, l’inizio della collaborazione con la Rai, nei programmi Cordialmente (1967) Europa Giovani 1968 Un volto una storia (1968) poi redattore dei programmi di storia.

Nel 1974 autore e conduttore di FACCIAMO INSIEME UN GIORNALE poi di altri tre cicli sul volontariato, termine allora inesistente (Facciamo insieme e Proposta)..
Nel 1979 tra i fondatori di RAITRE, allora regionale, ho diretto i programmi della Valle D’Aosta (1978-80) e poi del Veneto (1980-87) in una lunga stagione in cui ho tracciato in 500 programmi un grande ritratto della regione attraverso le sue persone (Cerchiamo di volare) le sue tradizioni (È gradito il dialetto) e il patrimonio storico e ambientale.

Autore, regista, conduttore (centinaia le ore di trasmissione fino a Un solo mondo RaiUno 1994) e coordinatore dei programmi a Raidue e RaiUno, assistente del direttore di RaiUno Carlo Fuscagni.

Nel 1994 passai alle relazioni internazionali come responsabile della promozione di immagine e dei festival internazionali di televisione e radio. La mia Rai mi ha dato possibilità di esprimermi, mi ha fatto conoscere il mondo e personalità della cultura, dell’arte e della vita civile.

Dal 2003 al 2004 ero noto al pubblico come il poeta di UNOMATTINA, una poesia in diretta sulla vita quotidiana tutte le mattine alle 7,45. L’unico poeta televisivo con lunga frequenza quotidiana.

LE POESIE
Scrivevo veri da adolescente, poi smisi per dedicarmi al giornalismo. Ripresi dopo i trent’anni e pubblicai nel 1986 la prima raccolta, Il filo di lana, poi Il quotidiano in versi. Ho scritto su tanti argomenti: poesie singole, collane, poemi, poemi teatrali, ma ho scelto di non percorrere la via dell’editoria tradizionale. Ho preferito pubblicare i versi in voce o in pillole.

Dal 2001 al 2003 ho pubblicato per 363 giorni (dal martedì al sabato) una poesia di commento all’attualità sulla prima pagina del quotidiano IL POPOLO.

Ho reso pubblico il poema delle storie del corpo MI SVELO MA IN ANIMO NUDA in ventidue letture teatrali (2002 – 2017) con cinquantadue attrici, tra i nomi migliori dello spettacolo italiano.
Si aggiungono altri venti interpreti in letture di altri poemi in teatro, tv, radio, rete; poesie per posta elettronica e pubblicazioni a stampa.    

LE SCULTURE E I LAVORI IN LEGNO
Nel 1968 la prima libreria Coda di rondine. Sono seguite sculture e mobili in masselli pregiati (noce, ulivo, olmo, ciliegio). Seguo tutto il processo: dal taglio dell’albero alla stagionatura del legno, al progetto alla realizzazione con il maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio di Monsoreto di Dinami in Calabria.  Ho esposto dal 2017 due grandi sculture librerie COLOSSEA e COLONNATA, per la serie PENSANDO A ROMA (la terza inedita è PANTHEAN) e le figure SERPESCI e DISTANZAUNITÀ.

UN PENSIERO PER ROMA, FESTIVAL DI IDEE
Nel 2017 ho fondato con un gruppo di amici l‘Associazione di Promozione Sociale UN PENSIERO PER ROMA e il Festival di idee  con gli scopi: abbellimento urbano, spazi per la cultura, e valorizzazione degli artisti.

ELETTROLETTERA
Dal 2004 pubblico il periodico per posta elettronica, con una poesia e inviti a eventi artistici e culturali. 

LA FAMIGLIA
Sono sposato con Laura Maria Teodori, che ha insegnato filosofia e storia nei licei ed è stata allieva, per il pensiero filosofico, di Augusto Del Noce e Armando Rigobello e per l’analisi della comunicazione, dei gesuiti Enrico Baragli e Bartolomeo Sorge. Ha pubblicato due saggi: Dio in tv? (Città Nuova 1983), Il bambino elettronico (Mille e una scuola, De Agostini 1989). Abbiamo tre figli: Alessandro Maria, Lucilla Maria, Lucrezia Stella e tre nipoti Leonardo Marius, Edvard Teodor e Lucio Marcello. Laura legge e critica severamente tutti i miei lavori: è molto più che una consigliera.

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