il flutto canto n.76 ottavo coro: i brividi -video
travolgente notte nuziale in un bagno in mare
erica blanc interprete https://youtu.be/omkdvinjmb4 maratona al teatro de` servi roma 21 dicembre 2003 regia idalberto fei
erica blanc interprete tempio di dioniso roma 22 novembre 2002 regia idalberto fei
vacanza e balliamo imperlati
terrazza d`albergo su costa
la notte di luglio arroventa
il salto dei corpi alle note
battenti percosse urlate
sfrenati nel solo ondeggiare
siam ultimi ormai sulla pista
d`intorno sbadigli a smontare
tovaglie e i resti di festa
la luna troneggia alle due
in pieno dominio orizzonte
non aliti in mare dormiente
in spiaggia scendiamo allacciati
non freno risate né mosse
la sabbia ci spinge nei passi
fin dentro caletta di rocce
splendenti d`argento riflesso
nel nostro esclusivo privato
mi slaccio infiniti bottoni
dell`abito lungo e leggero
fiorato a intrecci sul rosa
rivelo al chiarore i merletti
sottili alle curve accennate
i sandali schiavo lui scioglie
fatica impaziente a scoprirmi
mi guarda in ginocchio brillante
voglioso del bagno notturno
ridiamo nel toglierci impacci
in acqua corriamo a squagliare
calura del chiasso e del ballo
nuotiamo guidati da luna
a perdere le ultime forze
torniamo in naufragio alla riva
mi tira caviglie e mi annega
mi morde tornando al respiro
intanto c`è brezza che muove
le onde ci infrangono bocche
ci staccano in moto poi insieme
sbattuti e lui pronto la gola
mi invade con lingua salata
diversa mi appare da quella
già nota (è marito!) ed amata
incontro ora un uomo marino?
abbraccio tentiamo sgusciante
col flutto siam talamo in tre
in nuova stagione mi sento
nel gioco che il mare dispone
io rido e mi tira i capelli
che ho corti nervosi e sfuggenti
la lotta a inseguirci di bocca
fintanto a toccare coi piedi
il fondo cerchiamo ancoraggio
per rendere presa alle membra
curiosa d`amplesso salino
mi trovo disposta all`interno
non l`acqua pensavo mi aprisse
mammifero pesce mi sento
lui preme ad entrare ma l`onda
lo stacca e lo rende furioso
sghignazzo del gioco e lo attendo
mi stringe alla nuca con rabbia
e il flutto lo spinge all`ingresso
lubrifica l`umido il pene
e segue corrente nel moto
l`andare e il tornare di schiuma
produce un vibrare di pelle
è terzo che accresce piacere
capezzoli in pieno turgore
i pori grondare e gonfiarsi
galleggio ancorata al suo pene
lui fermo sui piedi resiste
ma dentro mi corre scottante
leggera ribollo in freschezza
allegra su giostra marina
notturna regina natura
e il maschio nettuno sostiene
con forza dell`asta e di braccia
capricci del mio ondeggiare
gli sfuggo alla stretta e ritorno
richiudermi e aprirmi nel fiore
continuo a godere l`arpione
son fune sicura alla nuca
ormeggio che tira al piacere
i glutei mi graffia alle spinte
schiudendo alla complice onda
ingresso al rapporto col corpo
non ho più barriere né chiuse
lo fisso negli occhi e mi sciolgo
in bocca nel petto e in vagina
ripiena del seme e del mare.