differenziarsi | self-sorting |
non la riconosci | a lady one cannot guess |
da aspetto distinto | distinguished look |
vestito elegante | smart dress |
e ben profumata | rare perfume |
la noti di sera | you see her at night |
o presto al mattino | or early in the morning |
accanto ai bidoni | in the street |
della spazzatura | by rubbish bins |
da come divide | sorting waste |
e dispone gli scarti | arranging waste |
chi la differenzia | her elegance |
è la differenziata | makes the difference |
persona civile | a civil person |
rispetta i rifiuti. | respectful to rubbish. |
translation by rodolfo longo |
Posts by Daniele
elettrolettera 265 incontro del festival per colonnata il 21 maggio
elettrolettera 265 martedì 21 maggio incontro del festival per colonnata
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elettrolettera 270: poesia capolavoro nascosto e inviti culturali del 30 ottobre 2019
elettrolettera 270: poesia capolavoro nascosto e inviti culturali del 30 ottobre 2019
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compie quarant’anni raitre, nata regionale e cresciuta nazionale
compie quarant’anni raitre, nata regionale e cresciuta nazionale
pubblicato su nuova armonia rivista di rai senior diretta da umberto casella n.5/2019
nata il 15 dicembre 1979, la rete aveva una precisa missione: rappresentare il volto regionale e locale di un’italia che allora sperava in un forte decentramento amministrativo e politico. qual era il progetto? le regioni avevano appena nove anni ed erano diventate sedi di competizione tra i partiti politici, ma anche di sperimentazione di alleanze. si voleva fornirle di uno strumento pubblico di comunicazione al servizio del territorio. un telegiornale regionale tutti i giorni alle 19 e due programmi settimanali di mezz’ora (rr, regionale per regionale), e alcuni programmi, realizzati in regione, da trasmettere in rete nazionale (rn regionale per nazionale). si doveva dare spazio ai temi locali, trovare talenti, far emergere creatività, ricchezza culturale ma anche evidenziare pluralismo e diversità. nelle sedi regionali, che fino allora realizzavano una fascia radiofonica quotidiana di un’ora, furono organizzate strutture in grado di produrre programmi televisivi. furono assunti per concorso nazionale programmisti registi e giornalisti. da quella difficile selezione entrò in azienda una classe notevole di cervelli; alcuni di essi hanno raggiunto alti gradi o notorietà: giuseppe giulietti, enrico ghezzi, sergio valzania, roberto olla, daniela tagliafico, ezio trussoni, ma si potrebbero fare tanti altri nomi.
bisognava cominciare da capo facendo partire immediatamente il treno: addestrare i giovani registi, coltissimi ma inesperti, creare una rete di collaboratori, individuare gli argomenti da proporre al pubblico e, cosa rilevante, fare i conti con la scarsità di mezzi disponibili; per realizzare un programma di trenta minuti avevamo in media due milioni di lire, tre giorni di riprese e tre di montaggio. con un criterio che ancora oggi non comprendo, l’azienda installò in ogni sede uno studio televisivo piccolissimo, in coabitazione tra telegiornale e programmi, anche laddove si disponeva di locali ben più ampi. la convivenza tra informazione e programmi creava attriti continui perché ognuno doveva difendere i propri spazi di produzione, insufficienti per entrambi; questo contrasto, intrinseco al modello di produzione, portò alla fine della rete regionale nel 1987. l’azienda decise di chiudere gli spazi dei programmi assegnando tutte le risorse disponibili alle redazioni dei tg. raitre fu trasformata in una rete nazionale al pari delle altre. il taglio non sortì risultati positivi: non saziò le necessità delle redazioni, che continuarono a rivendicare altre risorse e il risparmio di bilancio fu irrisorio. per contro le regioni furono private di spazi televisivi di approfondimento che erano importanti e graditi a livello locale perché il pubblico vi si riconosceva. protestarono solo gruppi culturali e sociali, non i politici locali piuttosto interessati alle cronache del palazzo: notizie, interviste, polemiche locali e resoconti di convegni.
negli otto anni di attività (79-87) ogni sede produsse circa 500 pezzi, prevalentemente documentari culturali e inchieste. programmi che potrebbero essere definiti come “ di utilità ripetuta” e non usa e getta. a tanti anni di distanza questo magazzino costituisce un ritratto dell’italia locale degli anni 80, che riflette e che mostra il meglio di se stessa. il lascito di raitre regionale è un tassello importante nella documentazione visiva della storia nazionale. non so se queste produzioni siano state salvate nelle teche o siano andate perdute. spero che i documenti siano ancora accessibili.
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quattro protagonisti della nascita di raitre, allora responsabili delle strutture di programmazione di sede, intervengono sulla funzione della rete regionale:
adriano catani, trieste:
“la struttura fu organizzata per divisione amministrativa e non comunicativa. trieste, crocevia di minoranze e di contraddizioni, liberò energie e talenti. non penso però sia utile oggi una rete regionale. la particolarità locale è diventata negativa. le regioni sono uno spreco di denaro pubblico. bisogna unire non dividere, rafforzare lo stato e il processo di europeizzazione.”
antonio minasi, cosenza
“ i calabresi riconoscevano in raitre la propria identità. una regione negletta e in ritardo aveva la possibilità di esprimersi. in calabria mancano aree metropolitane e sono scarse le comunicazioni di tutti i generi. l’esperienza professionale fu un motore di sviluppo sociale e di coscienza civile. la rete regionale sarebbe ancora necessaria nel meridione.”
antonio bruni, venezia
“tracciammo un mosaico della regione con i ritratti di personalità locali: artisti, scienziati, intellettuali, imprenditori; nel loro insieme (molti sono scomparsi) si poteva riconoscere il volto complessivo del veneto, che è una regione grande e policentrica. i suoi elementi unificanti sono la cultura, la spiritualità, le tradizioni storiche, da approfondire nei programmi, più ampi e discorsivi, più rappresentativi rispetto ai notiziari. in una grande dimensione la cronaca risalta a livello provinciale ma non in quello regionale: ciò che accade a belluno non interessa a verona.”
franco ziliotto, trento
“puntai non sulle inchieste ma su un taglio culturale dei programmi: monografie di personaggi, ricerche antropologiche e tradizioni popolari. sono documenti che oggi hanno un valore storico.”
c’era una volta
tivù regionale
immette il suo occhio
in fabbriche e in case
tra piazze e parrocchie
ascolta lagnanze
dà spazio agli ingegni
nei luoghi dell’arte
diffusi in provincia
in scena gli artisti
non noti ma eccelsi
ricerca nei borghi
la nuova cultura
dai media ignorata
accetta i dialetti
ma anche stranieri
è minima e povera
vivace e concreta
posta@antoniobruni.it
susanna dal ciclo da eva a maria le donne della bibbia
susanna
magnolia incarnami
nel bianco dei fiori
voglio nel bagno
assorbire la luce
protetta dall’ombra
ruba alle foglie
il verde più tenue
ungimi il corpo
di resina e linfa
per avvampare le labbra
sciogli le rose
e il glicine
manda nelle pupille
come il salice
al sole
aprirò la chioma.
susanna dal ciclo da eva_a_maria le donne della bibbia
http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=219
scarica il pdf a sx con il testo biblico e il commento di nonis
ho visto i serpesci a teatro di dante fasciolo
dante fasciolo
ho visto i serpesci a teatro
recensione dello spettacolo del 16 febbraio 2020 al teatro dei ginnasi
si esce dalle secche di un giorno qualunque
e si cerca un riscontro a quell’incertezza che ci accompagna
e che ci fa simili a simili uomini sperduti tra sogno e pensiero…
poche scale ed eccoci tuffati nel mezzo del nuovo teatro romano dei ginnasi:
comode poltrone, ampia la bocca del palco, profondo nel buio.
si muovono cauti, guardinghi, introversi
i personaggi specchio delle nostre inquietudini
e misurano azione e reazione ad ogni movenza azzardata
passando al setaccio gesto e pensiero, ragione e passione…
ma si, vai! fai il pesce in barile…
e sono questi i momenti che consumano inumani talenti:
fare i pesci in barile…ignorare le carte e la posta,
indifferenza strisciante, personalità nella buca della rinuncia.
cambia la fisionomia e deforma l’essenza del corpo
quel volere tacere, quel tacere il volere.
nel buio muovono scomposte informi presenze
lontane dalle usuali sembianze all’angolo della nostra vita;
e sono presenze inquietanti, stridenti, ispide e viscide,
ibridi figli di quei nostri incontrollati sogni
ora restituiti impietosi dallo specchio del tempo incompiuto.
l’orologio di questo tempo ha bloccato il suo tocco,
il respiro è sospeso alla ricerca di un punto d’appoggio,
l’immagine vive contorni indecisi e contraddittori,
nuotano spazi di ansia e soffi di quiete entità zoomorfe:
“serpesci”, nuova voce nel vocabolario della provvisorietà.
sul palco s’agita la storia breve dell’uomo di ogni giorno,
a lungo indicato privo di qualità, impegnato a strizzare
camice bianche, fragili protezioni di giovani corpi femminili,
o casalinghe inquiete e irrisolte immerse in creazioni
di stridenti composizioni di rumore, e ancora
abili e sfacciati ed efficientissimi uomini di pubbliche relazioni,
capaci di raggomitolare intricate matasse,
per contro l’ossessione di un contabile di somme improbabili:
ecco tipologie di serpesci, né serpi né pesci,
sicuramente ascrivibili all’ampia setta dei ser-pesci in barile.
luci mirate e volti in cornice, una scenografia essenziale,
il palco del teatro si fa palcoscenico di vita corrente,
e non c’è chi non senta la sua esistenza, il corpo stesso,
come il barile che tiene al buio e sottopressa
quel serpesce così somigliante alla nostra anima.
dante fasciolo
la tivù guardona
la tv guardona
amori traditi o falliti
finzioni di lacrime e insulti
occhiate su divi in vacanza
rifatte comari in salotto
tivù dei guardoni che sbava
perdona a chi è ricco ed illustre
persino assassini famosi
distrae da serie questioni
e lucra su masse in ascolto
pubblicata sulla rivista di rai senior nuova armonia n.2/2012
gray and scarlett – grigio e scarlatto –
grigio e scarlatto modesto è il grigio significa poco di scarso rilievo deprezza persona scarlatto è ardito sanguigno di razza affascina fiero coinvolge persona scarlatto su grigio insolita coppia opposte famiglie esprimono insieme contrasto elegante che è raro in natura
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gray and scarlett gray is unpretentious signifies little scarcely relevant undervalues man scarlett is bold of a blood-red race fierce and fascinating pervades man scarlet plus gray unusual couple opposite families together express an elegant contrast rare in nature translation by rodolfo longo |
pubblicata in elettrolettera 11 del 9 giugno 2015 commenti dei lettori amo il grigio e lo scarlatto alessandra comazzi @ sembra scritta per me: oggi ho maglietta rossa su jeans grigi…buona giornata! emma @ insomma non c`è dubbio il tuo grigio è brillante!…enzo schiuma @ antonio, sei una fonte inesauribile di idee e cose fantastiche da fare !te ne scrivo una io per te, di ” poesia” se così si può chiamare ! se il mondo si spegne e la gente è lontana accendi il computer che bruni ti chiama formose proposte di artisti ed artiste sensuali consigli e mille conquiste il cuore si apre ad altre emozioni creazioni create, bugie mai narrate, teatri e scoperte pitture e sculture non più sofferenza nè grandi paure le dolci realtà di un tempo che passa… e poi lascerà… grazie dei tuoi mille suggerimenti e della tua cura per il prossimo! laura ceccarelli
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la stella di duino
la stella di duino epitalamio a lucilla e espen 2012
la stella di duino | the star of duino |
la sera accarezza il castello | the eve caresses the castle |
profuma di uva dorata | and smells of golden grapes |
riporta una nenia dal lago | it echoes a singsong from the lake |
e chiama creature al riposo | and summons all creatures to rest |
diffuso brusio che si infiamma | they spread and kindle their buzz |
tra le scuderie affollate | amidst the crowded stables |
nitrire di antichi cavalli | the neigh of ancient horses |
si muta in risate e richiami | changes into laughs and calls |
idiomi ed accenti mischiati | speeches and accents mix up |
colori di abiti e sguardi | glances and multicoloured clothes |
ritrovo da viaggi lontani | a meeting place to travellers from afar |
il mondo si accentra in giardino | the world gathers in the castle garden |
la festa prolunga il tramonto | such a party prolongs the sunset |
scintilla su siepi e sul prato | and sparkles over bushes and meadows |
si fonde agli odori campestri | it blends with field scents |
di erbe e di fiori notturni | herbs and night flowers |
si ammanta di frutta cangiante | it puts on mellow fruit which |
che morbida cede alle bocche | tenderly surrenders to human mouths |
si affaccia da oriente una stella | a star shows up in the east |
allunga una coda sul lago | its tail covering the lake |
ma già la conoscono gli occhi | oh everyone’s eyes know it |
la stessa brillava a duino | it is the same as shone over duino |
frugava discreta tra i canti | the same as searched among the songs |
e il chiasso di un altro castello | and the merrymaking of another castle |
si avvolge la languida luce | its faint light wraps up |
attorno agli sposi inebriati | the spouses both elated |
dal giorno del patto nuziale | on the day of the nuptial pact |
promessa a lungo covata | a promise long-cherished |
nell’animo ha l’unica casa | has its root in their adolescence |
radice nell’adolescenza. | in their souls their only home. |
(translation by rodolfo longo) |
distanzunità scultura di bruni per il progetto domaninarte al museo gam galleria arte moderna di roma
distanzunità scultura di bruni per il progetto domaninarte al museo gam galleria arte moderna di roma
ho presentato un mio lavoro, composto per l’occasione, a domaninarte, progetto del museo gam sul tempo del coronavirus.
distanzunità
massello di pioppo, fibre di cotone e di sintetico, plastica e metallo.
misure mm.1402x1043x98. antonio bruni 2020
la galleria di arte moderna del comune di roma, in via crispi, nel mese di giugno 2020, ha invitato gli artisti a inviare, al progetto domaninarte, una fotografia di una propria opera che rappresenti un personale punto di vista sulla grave situazione globale che stiamo vivendo, un’opera di speranza che guardi al domani. il tentativo è quello rompere il silenzio dei musei chiusi per creare un atelier artistico fatto di tante voci e linguaggi dell’arte, dalle tecniche più tradizionali a quelle maggiormente sperimentali e che includano anche scrittura e sound design. i lavori pervenuti sono stati inseriti in un video proiettato a ciclo continuo nel museo. https://youtu.be/5veu1lmqwbw