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elettrolettera 242 veronica della via crucis 25 marzo 2018

elettrolettera 242 veronica della via crucis 25 marzo 2018

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elettrolettera
una poesia e inviti culturali

25 marzo 2018 n°242 anno xiii

http//www.antoniobruni.it

elaborata da wedot.net

veronica
prezioso è il panno
profuma di lino
protegge il mio collo
da caldo e da umori
è appena lavato
ma quando deterge
quel volto affannato
diventa fiammata
che in seno mi scuote
l`impronta sua grida
si stampa a ferita
perenne di storia

sesta stazione da via crucis, ispirata alle stazioni del ciclo pittorico di luigi rincicotti

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=333 –translation by rodolfo longo

teatro eliseo via nazionale roma
fino al 29 marzo ore 20 – me-do ore 17
mariano rigillo
gaia aprea, gennaro di biase, gianluca musiu,

anna teresa rossini,
ivano schiani, paolo serra, enzo turrin in
eden teatro

di raffaele viviani
regia alfredo arias

casa delle regioni via aldrovandi 16 – roma
martedì 27 marzo ore 18
giuliano sciocchetti dell`associazione abruzzese
antonio bruni e gianni lattanzio presentano il libro
“santi chi può” aracne editrice
scritto da dante fasciolo
illustrato da lucio trojano
letture di loredana martinez
gratuito

teatro sala umberto via della mercede 50 roma

 

mercoledì 28 marzo ore 21 serata unica
giuseppe manfridi
il discorso del capitano francesco totti
musiche di antonio di pofi
regia claudio boccaccini

 

 

 

 

 

teatro sala umberto via della mercede 50 roma

da giovedì 29 marzo ore 21
una squadra di 19 giovanissimi interpreti
la partitella
di giuseppe manfridi
musiche di antonio di pofi
regia di francesco bellomo

teatro argentina roma
fino al 29 marzo
sandro lombardi, lucrezia guidone,

francesca benedetti, federica rossellini,

ivan aloisio, francesca mazza in
antigone

di sofocle
regia di federico tiezzi

francesca benedetti

teatro arcobaleno stabile del classico, via francesco redi – roma
fino a domenica 25 marzo ore 17,30
jun ichinawa, maurizio palladino, renato campese, maria cristina fioretti, carmen di marzio, silvia falabella, filippo velardi
antigone di sofocle
adattamento e regia di giuseppe argirò
aiuto regia di angelica fei barberini

teatro brancaccino – via merulana 244, roma
venerdì 30 marzo ore 20.45
associazione malati sindrome di sjögren
presenta

sarah maestri e adelmo togliani in
monsieur sjögren e il coraggio di una donna
di elena tommasini regia di stefano sarcinelli
dal libro la sabbia negli occhi di lucia marotta
ingresso a inviti su prenotazione
per info e prenotazioni:[email protected]

teatro stanze segrete

via della penitenza roma trastevere
fino all`8 aprile
mar- sab. ore 21, dom. ore 19 (non il 1 aprile)

marina guadagno e fabrizio pucci
ti amo maria di giuseppe manfridi
regia fabrizio pucci

villa lante al gianicolo –istituto culturale finlandese
mercoledì 4 aprile ore 20
“l`orecchio di giano” presenta il concerto
lucilla rose mariotti violinoai watanabe pianoforte
musiche di debussy, dvořák, grieg, saintsaëns,r.schumann.
il concerto è preceduto (ore 18:15) dalla conversazione “i giovani e la cultura classica nell`era di wikipedia” con gianfranco buttu, flavio colusso, giovanni d`alò.

sala capitolare – convento dei domenicani – piazza della minerva 42(roma pantheon)
giovedì 5 aprile 2018, ore 16,30
salotto roma invita al concerto
ottocentoclubromanze russe
margarita votchel(alto),anna mitronova(pianoforte),alexey yuzhin(baritono, chitarra),

anna koshkina(soprano)
gratuito

teatro porta portese −via portuense 102 −roma
lunedì 16 aprile ore 18
alessandra vitaliintervista

mario quattrucci autore di
troppo cuore −l`ultima inchiesta di marè –

robin ed.
letture di susy sergiacomo e tonino tosto

gratuito

galleria della pigna
via della pigna 13 roma largo argentina
da venerdì 20 aprile ore 18
al 4 maggio
dalle 17.30 alle 19.45

 

mostra fotografica di vinicio mazzè
il periscopio dei sensi

 

gratuito

nuovo premio traiano
festival di corti e monologhi inediti teatrali-
vi edizione
diretto da roberta federica serrao
bando di concorso 2018 scadenza il 1 maggio
finale il 28 maggio al teatro marconi di roma
regolamento e modulo di partecipazionehttp://www.teatromarconi.it

[email protected]

fondazioni cini di venezia

sala borges – isola di s. giorgio maggiore
giovedì 5 aprile 2018 alle 18.00,

finoal 17 giugno. gio-mar ore 10- 9
mostra direnata rampazzi
cruor – sangue sparso di donne,

per segnalare gli eventi inviare un comunicato in word (non pdf) e una foto

info@antoniobruni.it

sognando i serpesci – persone di solitaria mania

sognando i serpesci, persone di solitaria mania  è uno spettacolo teatrale.

si tratta di personaggi, sostanzialmente innocui, ma prigionieri di una fissazione mentale.

e` stato rappresentato per la prima volta, come lettura nell’interpretazione di sette attrici e attori durante l’esposizione di colossea, la scultura libreria che simboleggia il sapere, nella galleria 28 piazza di pietra (fine art gallery), diretta da francesca anfosso, dal 27 aprile al 5 maggio 2018. in questa mostra colossea è stata abitata dai serpesci, ventisei figure lignee, né serpi né pesci, che sgusciano tra gli scaffali.

sognando i serpesci è stato rappresentato come (premi)  spettacolo_teatrale  il 16 febbraio 2020 dallo stabile dei giovani nel teatro dei ginnasi a roma, con la regia dell`autore e l`interpretazione di ornella cerro e piermarco venditti.

i protagonisti delle storie hanno al proprio interno alcuni serpesci mentali.

camicie_bianche raptus. il candore delle camicie femminili provoca turbamento e uno strano raptus nel protagonista, cittadino esemplare.  

interpretato da: loredana martinez, federico pacifici, piermarco venditti.

 

concerto_di_pentole.  la protagonista ha vocazione di artista e vuole esibirsi dalla propria finestra sul grande cortile condominiale.

interpretato da: ornella cerro, roberta marcucci, carmela ricci, marta scelli, loredana martinez,

 

scrivere. la protagonista passa le sue giornate nei corridoi della metropolitana a scrivere su quaderni. che cosa scrive?

interpretato da: ornella cerro, carmela ricci, marta scelli, elvira giannini.

contare. il protagonista ha l’abitudine di contare oggetti, elementi, spazi, tutte le cose che vede dintorno a sé. che cosa produce questo metodo?

interpretato da: federico pacifici, piermarco venditti.

 

letizia_e_raffaele. chi è la vittima?  chi subisce i rumori o chi li provoca?

interpretato da marta scelli e ornella cerro.

 

il_mestiere_di_stringere_le_mani  interpretato da piermarco venditti

zia-viola   interpretato dal  coro degli allievi dello stabile dei giovani (valentina del monte, laura scala, benedetta vergari e camilla  tibaldi)   

2018 the boat il barcone

il barcone 2018 the boat  
video youtube  cicci rossini interpreta  https://youtu.be/7jr9h9wdbyk 

e laura boldrini  (interpreta la prima stesura del 2011, portavoce unhcr)  https://www.youtube.com/watch?v=fohmld-33ai

“affido ed è solo speranza with the sea that nurses and devours
al mare che nutre e divora do i hopefully trust
il grembo maturo di te my ripe womb and you
mio figlio del sole africano my son under african sun
in fuga da fame e soprusi fleeing hunger and abuse
destino di nascere in acqua doomed to a water birth
promessa trovare una tenda expecting a tent
nel sogno ti sento parlare in my dream i hear you sing
aggrappo salvezza al mio ventre” i chain salvation to my abdomen
appare improvvisa scialuppa suddenly a boat appears
minuscola fragile ardita minute fragile challenging
cometa la avvolge nel manto it is wrapped into a comet
sorregge il neonato una mamma a mother holds her new-born
accanto c’è solo un compagno beside them her partner
si espande un vagito d’argento a silvery whimper evanesces
delfini saltano a schiera dolphins dart out of waves
emergono le tartarughe e turtles emerge and
angeli insieme a gabbiani angels and seagulls
annunciano in tutti i dialetti: they announce in all dialects
“è nato un bambino dal mare “a baby was born in the sea
è lui che ci guida in cammino!” it will lead us up our path”
barcone riprende il suo viaggio the boat continues its journey
esplodono lacrime e gioia joyous tears spring out
la notte cede alla luce. the night yields to the daylight.
translation by rodolfo longo

el266 chiusura del festival un pensiero per roma 24 maggio 2019

el 266 chiusura del festival un pensiero per roma 24 maggio 2019

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elettrolettera
una poesia e inviti culturali

23 maggio 2019 n.264 anno xv

http://www.antoniobruni.it

elaborata da wedot.net

 

venerdì 24 maggio ore 19
chiusura
del festivalpensieroxroma

e della mostra dicolonnata

galleria alberto sordi
piazza colonna roma

ingresso libero

le immagini di colonnata sono inhttp://www.antoniobruni.it

programma

valentina grippo

consigliera della regione lazio

la meditazione urbana antidoto alla violenza

 

antonio bruni

 

l`abbraccio di colonnata

 

 

 

tango meditativo

 

con valeria manerba e daniele casali

 

 

 

poesie e pensieri ispiratidalla meditazione nell`abbraccio di colonnata di:
leandro lucchetti, franco roselli, ansoino andreassi, nicola bruni,angelo zito, emanuela capozzi, giuseppe elio ligotti, leopoldo bon, celeste manno, giuseppe marchetti tricamo, ivana monti, corrado morgia, marina pizzi, paolo bruni,sandro ranellucci, domenico mario romanazzi, valeria manerba, vitaliano tiberia

 

poesie, pensieri e commenti dei visitatori saranno pubblicati la prossima settimana

sul sito:http://www.antoniobruni.it

 

 

interpretati da

 

marta scelli

 

 

 

 

interpretati da

carmela ricci

 

 

 

interpretati da

 

 

antonio marziantonio

 

curatori della mostra:
roberto dottorini e giovanna tarasco, allestita con gli studenti del liceo artistico via di ripetta.
ufficio stampa fiorentina galterio

colonnata e` visibile fino a

venerdi 24 maggio ore 9-20

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per segnalare gli eventi inviare un comunicato in word (non pdf) e una foto

tv: il mondo vero che non c`è più

 

“la televisione ti porta il mondo in casa” si diceva negli anni 60. mi ricordo che nella mia infanzia ero affamato di immagini: andavo di sera in un bar  affollato  per guardare il piccolo schermo,  ritagliavo foto a colori dai rotocalchi, al cinema cercavo di restare in sala per vedere due volte lo stesso film e il notiziario incom.  notizie visive dal mondo cominciavano ad arrivare a poco a poco, piccole come noccioline: gli incontri dei potenti, il volto di nilla pizzi (era solo una voce radiofonica), facce di  popoli diversi dal nostro, grattacieli, spettacoli e ricchezze lontani. facevo i confronti con la nostra semplicità degli anni 50 e 60 e cresceva la voglia di conoscere il mondo, di ingoiarlo attraverso quello schermino in bianco e nero, spesso sfuocato. e la televisione mi ha dato il mondo, me lo ha fatto conoscere,  come telespettatore e poi come professionista della stessa.

“la televisione ha invaso il mondo”  è  la situazione  di oggi, il contrario delle aspettative della mia infanzia.  quando viaggio in europa, in america, in asia e accendo un televisore, le immagini sono sempre le stesse, dappertutto uguali: gente plastificata in poltrona con contorno di pubblico plaudente, giochi a premi senza abilità, novelle sdolcinate e strappalacrime, telegiornali dove la notizia principale è il volto del giornalista, servizi brevi ma inzuppati di bombe, sangue e cadaveri, film dalla catene di montaggio di hollywood o bollywood.

il mondo, quello vero, in televisione  non si vede. le immagini della vita reale bisogna andare a cercarle in circuiti riservati, nei festival e rassegne di qualità, in qualche canale satellite di nicchia, ma esistono, vengono realizzate in tutte le lingue e i generi ( sceneggiati, inchieste, arti della scena)  e mostrano problemi, tragedie  ma anche iniziative e proposte della gente, modi di vivere, espressioni della cultura, angoli inusuali di città  e campagne,  bellezza e degrado della natura.

così è all’estero, così è da noi: la televisione  più che un mezzo è un’industria che occupa, omologa, nasconde, monopolizza.  un mondo virtuale che ammanta quello vero, con una sinergia di generi (dall’informazione allo spettacolo,  alla cultura) che, invece di differenziarsi e di svilupparsi,  si contaminano, si copiano, si sovrappongono, si stringono in una ragnatela omogenea per espellere, in nome di un pubblico asseverato, immagini, persone e espressioni non comode e non funzionali a questo circo di nomi  “firmati”.

 qual è la conseguenza di questa occupazione della tivù?  la più evidente è l’influenza politica, insieme a quella economica e pubblicitaria, ma è superfluo soffermarsi su questo aspetto.  vorrei evidenziarne  altre che sembrano marginali ma non lo sono.

  la marginalizzazione della vita reale. nei telegiornali  appaiono spezzoni di guerre (alcune non tutte), baruffe politiche, delitti e disastri, bel mondo patinato. sembra che non ci siano altre notizie.  i programmi sono rinchiusi in studio con volti noti, cuochi e sarti,  storie finte.   non si entra più in una fabbrica, in una scuola, in una parrocchia, in una strada di città o di paese,  in un’abitazione se non in occasione di eventi tragici  o di spettacoli in cui tutto viene ben lustrato dagli scenografi. la normalità con i problemi, i grigiori, le  pesantezze, ma anche con la vitalità,  la gioia  e le aspirazioni della gente sono esclusi.

  non vediamo l’italia di oggi, ma non sarà più possibile vederla in futuro. dove sono le immagini che la documentano?  quelle dagli anni novanta in poi vanno via via scomparendo  nelle nostre teche. che cosa resterà

  i programmi più felici della televisione di oggi sono quelli in cui si rivisita gli anni del dopoguerra, fino agli anni 80. il grande merito di aver dato il via al genere della rivisitazione è stato di carlo fuscagni e paolo frajese, con “trent’anni della nostra storia” 1984,  ripreso poi da molti altri programmi.

quando si vedono in bianco nero (la pellicola che non ha tradito)  scene di città e di famiglie dal neorealismo, canzoni poetiche e cantabili,  eventi e personaggi  esposti con la sinteticità  di fotogrammi preziosi,  tumulti e drammi “girati” con rispetto delle vittime, difficoltà e speranze testimoniate da persone comuni, allora si  comprende quale sia stato il ruolo fondamentale del servizio pubblico (la rai, l’istituto luce, cinecittà) nel servire  gli spettatori, gli italiani, l’italia e la storia.          

  un ruolo che negli ultimi anni è stato offuscato e confuso  da una competitività interpretata (male) al ribasso dell’offerta.  perché? il personale, la politica, la  pubblicità.

  filiberto guala e ettore bernabei  avevano convogliato in rai le forze migliori della cultura, del cinema, del giornalismo, dello spettacolo, della scienza, della religione. non c’è nome significativo, dagli anni  cinquanta agli ottanta, che non sia stato coinvolto, senza discriminazioni. e’ vero che c’era anche censura di costume e politica ma è anche vero  che tutti gli uomini dell’opposizione, di sinistra e di destra, hanno avuto opportunità di presenza e di espressione. l’unica esclusione traumatica, ma non assoluta, fu quella di dario fo.  

il personale (dai tecnici ai dirigenti)  veniva selezionato per concorso, per chiamata diretta o sul campo, ma comunque ne venivano verificate le attitudini e i programmi venivano ideati all’interno della struttura, partendo dai contenuti. c’erano troppi dipendenti e collaboratori? e’ vero, il numero era cospicuo,  ma questa è stata la grande ricchezza dell’azienda, ovvero la possibilità di poter rincalzare, sostituire ma con una continuità di esperienze, di modalità produttive, di garanzie professionali.  in una fabbrica di idee la risorsa principali sono le persone, non le macchine o i finanziamenti. grazie a quell’ossatura  la rai è sopravvissuta  ed ha mantenuto il suo ruolo. negli ultimi dieci anni i governi aziendali, tranne poche pause, hanno perseguito forsennatamente il capitale umano della rai, umiliandolo, perseguitandolo, eliminandolo.  un tentativo tutto politico, da entrambe le parti, di asservimento totale e di favoreggiamento di realtà esterne, esistenti o ipotizzabili.

lo svuotamento dei quadri rai e il trasferimento all’esterno delle capacità  produttive hanno determinato anche la carenza di idee e il degrado della qualità. non è vero che la concorrenza si batte solo con l’abbassamento dei livelli. questo concetto è comodo solo alla pigrizia mentale. in assenza di capacità creativa ci si rivolge alle agenzie internazionali che propongono di copiare “formati”  sperimentati in altri paese, e che creano, con tecniche pubblicitarie,  “divi” che acquistano notorietà  solo grazie alla  continuità  della presenza imposta in video e non in base a numeri professionali.  film, telefilm e programmi vengono comprati all’estero in pacchetti, spesso a scatola chiusa, imposti dalle maggiori distribuzioni. chi  compila gli schemi di programmazione cerca di andare a colpo sicuro con prodotti di facile commerciabilità o protetti.  i programmi contenitori che allargano sempre di più la fascia oraria non vengono pensato in base ai contenuti, ma in base ai  “volti”, decisi dall’alto, che dovranno occuparli  e gestirli.       

    la presenza mediatica ha tale forza persuasiva da abbagliare anche chi, dotato di strumenti  culturali, dovrebbe distinguere e cercare alternative. si da credito a chi appare; il “famoso”  viene ascoltato, coinvolto, incaricato anche in ruoli, materie, funzioni che non gli competono affatto e in cui non può dare nulla di significativo.

si blocca pertanto la crescita degli altri, dei competenti ma oscuri, negando loro opportunità di espressione. non c’è ricambio, alternativa, rotazione, sperimentazione.  il risultato è desolante per il pubblico, anche se trionfalistico per numeri  presunti di ascolti (è  scientificamente provato l’auditel?)  ma soprattutto è  deleterio per la crescita civile, culturale ed economica del nostro paese. 

con “lascia o raddoppia?” si premiava chi  sapeva rispondere a domande su una materia qualsiasi, presupponendo quindi un minimo di studio, con il “grande fratello” si premia chi è più sfacciato al cesso.

l’alternativa non è costruire una “tetra rete” di servizio pubblico, lasciando tutto il resto al dominio della pubblicità. bisogna ridare forza al servizio pubblico. sono sconcertato rispetto all’ipotesi, rilanciata anche in ambienti del centro sinistra di uno smantellamento della  rai, vendendo una o due reti o privatizzando il capitale sociale.  ho sentito molti discorsi teorici, progetti elaborati a tavolino, richiami a leggi  e sentenze costituzionali che comunque sono state disattese e ignorate per venticinque anni  in favore dell’emittenza privata. ed ora ci si appella al rigore della legge per demolire decisamente la rai?  ci si illude che l’alternativa e il terzo e quarto polo e il pluralismo possano nascere dalle ceneri dell’azienda di servizio pubblico? l’impressione è che si parli molto di massimi sistemi e di scenari futuri, ma che non si sia in grado di affrontare le difficoltà del momento. 

la  rai è sopravvissuta finora proprio perché è una grande casa antica, con tante stanze; si tiene in piedi perché una parete sostiene l’altra  ed ha fondamenta profonde.  se si comincia ad abbattere qualche ala, il palazzo è destinato a crollare. nessuno riuscirebbe a ricostruirlo. si pensi all’esperienza francese: disciolto l’ortf  le reti del servizio pubblico hanno stentato a rinascere e sono rimaste decisamente  minoritarie e marginali.

quali garanzie di legge?  personalmente credo poco all’efficacia di norme in un settore la cui gestione si basa sull’opinabile. la libertà di pensiero, di espressione, di pluralismo, di pari opportunità  sono garantite in un paese civile sopra tutto dal costume e dal rispetto dei codici morali e delle leggi  materiali della convivenza civile.

la prima repubblica aveva la caratteristica  del rispetto delle regole di confronto, pur nell’asprezza del contrasto politico. la seconda repubblica ha la caratteristica di eludere le regole o di modificarle con prepotenza a proprio vantaggio. se non si ristabilisce un clima di lealtà di gioco, si possono introdurre solo lacci  legislativi interpretabili a piacimento da chi dispone della maggioranza.                           

le regole devono essere poche ma chiare;   il loro rispetto deve essere garantito  da controllori autonomi che abbiano possibilità concreta di intervento; il governo aziendale deve essere pluralistico per garantire il pluralismo    

 

 

dalila – dal ciclo da eva_a_maria le donne della bibbia

dalila

 

al tocco è velluto

la mano che spezza

la schiena nemica

sento bambino

l’uomo disteso

sbordante il cuscino

che lieta ti offro

nel grembo rifugio

al vigile sonno.

dov’è il nervo

d’acciaio il fiato

rombante in tempesta

nascosto nei solchi del petto

dimmi il segreto

che urla paura

saprò dondolarti nel cuore.

 

dalila – dal ciclo  da eva_a_maria le donne della bibbia

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=219

scarica pdf a sx con testo biblico e commento di nonis

2019 il viadotto – the bridge

 

il viadotto – 2019 – the bridge

scarica il pdf  a sx con la poesia e l`acquerello di liuba novozhilova

interpretazione di antonio_marziantonio https://youtu.be/0kqpibs2gu8

scarica la collezione illustrata della  natività del 1991

 

 

il viadotto the bridge
silente volava l’arcangelo two soft wings
le ali in morbide ombre an archangel flew in silence
il mondo scrutava al tramonto perusing the sunset world
non era una limpida vista the sight was not clear
non nebbie né nuvole basse neither mist nor low clouds
tristezza in grigiore diffusa sadness dissolving into gray
si alzava dal fango e dai crolli soared out of mud and debris
macerie dov’erano gli orti ruins where gardens had been
e rapida venne la notte it soon was nightfall
il soffio di piume scendeva feathers breathed down
un alito caldo in conforto in warm comfort
ai pochi rimasti nel pianto to the tearful few
riparo cercava una coppia a couple searching for shelter
trovò un viadotto spezzato found a broken bridge
travaglio e apparve un vagito labour and then a whimper
dal grido profumo di vita from the cry a fragrance of life
mistero dell’uomo incarnato a mystery incarnate into man
bagliore tra ferri e cemento a ray among scraps and concrete
la voce si estese in cometa the rumours grew into a comet
l’arcangelo inviò una legione the archangel moved a legion
a dare l’annuncio ai dispersi: they gave the announcement
venite è nato un bambino! “come round, a baby has been born”
accorsero in tanti e fu gioia people ran in in great joy
brindarono in coppe di pioggia. and drank rain toasts.

                                                                     translation by rodolfo longo

il venditore di sogni

il venditore di sogni

 

non ornano casa

non scaldano terga

non perdono peli

ma larghi colori


in voli d’incenso
offrono al sonno
i miei tappeti
più di uno per notte
li comprano tutti
nervosi e tranquilli
amanti e nemici
artisti e ignoranti
li pagano in fiati
li godono e soffrono
li perdono in mente

il colore dei silenzi – silence and colours

il colore dei silenzi – silence and colours

giuseppe panico interpreta il colore dei silenzi

https://youtu.be/mjkzoqcm1z0

 

il colore dei silenzi silence and colours
il freddo assume colori the cold puts on colour
delinea e sfuma contorni sketches shades off outlines
disteso in umani silenzi lays on many a human silence
accoglie le timide luci lets in shy lights
nel buio che domina il giorno in a darkness that dominates the day
e cela i sentieri di vita and hides the paths of life
translation by rodolfo longo