Posts by Daniele

ciliegio in tavola

ciliegio in tavola 

gustoso ma breve
regalo di giugno

a grappoli e in coppia
rubizze e ridenti

la pianta ci dona
non sazie delizie

con soffio materno
si espande la linfa

mirando alla gola
trascorre nel legno
 rubino sapore
su tavola brilla

e danzano in curve
le ardenti tensioni

ondeggiano arterie
di sangue schiarito

seguendo in colore
col dito la traccia
rosata si insinua
la vena tra carte
scritture e pensieri
diventa una storia.

nella foto: tavolo  eleuteria la pianta ci dona  non sazie delizie

è il maggiore per dimensioni della collana di nove tavoli diseguali tengia 2012-

massello di ciliegio europeo 

piano  1480 x 733×33     altezza da terra733+ 2 feltro  spazio sedute   1200-430
gambe 700x77x62   larghezza   totale 540    arco 386        ali 294 (232+62)

portale letterario di anna manna

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portale letterario di anna  manna

venerdì, 10 novembre 2017 (s. andrea avellino)

facebook twitter

 

descrizione: ogoportale di critica letteraria del circuito cittanet descrizione: ittanet

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sei in: rubrica la poesia, i poeti » i versi di anna manna accendono roma

 

 

i versi di anna manna accendono roma

13/10/2017, 18:11

descrizione: http://www.portaleletterario.net/archivi/immagini/2017/m/manna-anna.jpgdescrizione: http://www.cittanet.it/services/images/zoom_in.png

la nostra poetessa anna manna , autrice dinemapress con più libri “una città un racconto”, “cinque poesie per tre pontefici”, “poesie di monteluco, conquista in questo dolce autunno un posto di primo piano nel panorma culturale romano.
  

infatti sarà presente con i suoi versi dedicati a roma, a distanza di pochi giorni, in due importanti appuntamenti culturali. dallo spettacolo di paola lorenzoni e nicola buffa  al teatro san paolo alla partecipazione al festival “un pensiero per roma” diantonio bruni  alla galleria alberto sordi il 25 ottobre.le poesie romane di anna manna sono state publicate in esclusiva  proprio dal portale letterario e questa festosa passeggiata romana della poeta nei luoghi della cultura romana dell`autunno  ci rende merito!

    dal 18 al 22 ottobre si svolgerà “immagini di roma” concerto spettacolo con paola lorenzoni e il nicola buffa mediterranean jazz project

    un omaggio suggestivo ed accorato alla città eterna, attraverso un percorso fatto di brani inediti composti per l`occasione, canzoni rinomate del repertorio romanesco e scritti di autori famosi che ne celebrano la bellezza. sul palcoscenico del teatro san paolo , paola lorenzoni reciterà i versi  di anna manna, la performance roma che lo scorso marzo ha acceso il pubblico del premio le rosse pergamene a palazzo sora e conquista oggi  un posto nel mondo dello spettacolo a roma.

    sempre l`attrice paola lorenzoni, ormai voce ufficiale e adorata della poeta anna manna per la passionalità vibrante della sua recitazione , porterà alla galleria alberto sordi la performance “la prima volta che vidi roma , ospite insieme al maestro nicola buffo del festival un pensiero per roma di antonio bruni. mercoledì 25 ottobre ore 19 si svolgerà l`incontro “opportunità per i circoli di cinema” con la conduzione di  lorenza fruci scrittrice e giornalista e gli   interventi dei cinefili angelo tantaro critico cinematografico e  rodolfo longo  scrittore . per  il momento letterario un mio pensiero per roma anna manna presenta la performance poetico musicale “la prima volta che vidi roma”.

    “sculture per le piazze di roma contemporanea” è il tema della prima edizione del festival d’idee “un pensiero per roma” che si svolgerà dal 20 al 27 ottobre 2017, ospite di sorgente group, nella galleria alberto sordi, con il patrocinio del mibact e del primo municipio.il festival un pensiero per roma si svolgerà davanti all‘istallazione temporanea della scultura libreria colossea.

l’opera, che ricorda nel profilo l’anfiteatro flavio, è prestata come simbolo e luogo fisico e virtuale del festival, ma non è inseribile in una piazza, date le sue caratteristiche di deteriorabilità all’esterno.

    ci piace riproporre la poesia roma che già precedentemente abbiamo pubblicato con l`augurio che la poetessa si ispiri ancora alla città eterna !

    roma

     festosa ed annoiata

    come una bella dea
    roma
    s`adagia senza stupori
    su bellezze inaudite

    scaltra s`adombra
    se non la ami
    e si ritrae
    come un fiore carnoso
    e succulento
    sulle sue stesse membra

    la cerchi di nuovo
    ma è assente
    svogliata
    s`espande
    di te non vuole saperne
    così ti riprende
    t`avvinghia
    è un laccio che toglie
    il respiro
    è fango che macchia
    è rosso di sera
    è alba di grandi silenzi

    lontano nel mondo
    ci provi
    a scordare il sapore
    dell`aria
    il profumo
    dei vicoli
    caldi di storie

    poi basta uno scroscio
    vicino ad una fontana
    magnifica
    è lì
    di nuovo
    sfacciata e imperiale
    percorre le vene
    ti naviga dentro

    è roma
    da sempre

    se tentenni nel cuore
    è capace di abbracci stupendi
    di sguardi infiniti
    scolpiti nell`arte
    se piangi ti culla
    e tu succhi il latte
    che ancora ti strega…

    la maledici
    la fuggi

    e lei già si offre
    bellissima e senza pudori

    gaudente e spergiura
    sorniona ti liscia le pene

    appena ti sfiora
    col vento bizzarro
    dolcissimo
    ai colli

    sei in gabbia
    di nuovo
    sei a roma!

    

 

 

sculture per le piazze di roma contemporanea- inaugurazione del festival- venerdì 20 ottobre 2017

sculture per le piazze di roma contemporanea- inaugurazione del festival- venerdì 20 ottobre 2017

galleria di foto in basso e a sx

christiana ruggeri, giornalista e scrittrice, conduce:

paola gassman interpreta colossea, poesia di antonio bruni

sabrina alfonsi, presidente del municipio roma 1 centro – il primo municipio per le piazze non storiche

giampaolo d’andrea, capo gabinetto mibact – nuovi spazi per la cultura

claudio strinati, storico dell’arte – quali sculture per le piazze di roma contemporanea

cronache dell`inaugurazione del festival nei servizi televisivi e radio:  

20171019 – gr3 ore 18,45  servizio di anna longo

https://youtu.be/p55dzm_mguo

 

20171020 – gr2  ore 12,10 lazio servizio di maria teresa laudando

https://youtu.be/sduqxgrnkym

 

20171020 – tgr lazio_ore_19,35 servizio di  maria teresa laudando

https://youtu.be/psjoxlrdnvc

 

20171023   tg2 ore 18,10 servizio di laura pintus

https://youtu.be/4fwxed4ixnk

 

20171023    radiotre suite ore 20,15 intervista in diretta  durata 6’37

https://youtu.be/bs_wjevjemi

 

maffucci – mario maffucci

mario maffucci

la carta vincente del varietà

articolo pubblicato sulla rivista di rai senior nuova armonia diretta da umberto casella – scarica il pdf  a sx

 

c’è stata una generazione, oggi in pensione, che ha vissuto le evoluzioni stilistiche e tecniche della televisione, dagli anni 60 ai 2000 e che ha prodotto direttamente i programmi in tutti i ruoli, dai dirigenti ai programmisti, ai tecnici, agli amministrativi.

uno di questi protagonisti è mario maffucci, responsabile dello spettacolo di raiuno dal 1987 al 2000. aveva esordito nei programmi per ragazzi, portandovi la sua esperienza nello scautismo. autore di molti titoli, tra cui la serie spazio, sulla scuola media che aveva introdotto la ricerca come metodo di studio e poi il pianeta dei dinosauri, antesignano artigianale dei capolavori di piero angela.

 

come sei passato al varietà?

nei primi degli anni ottanta, emmanuele milano, direttore di raiuno, mi spostò dai tranquilli spazi pomeridiani alla frenetica bottega dello spettacolo, diretta da giovanni salvi e da jandolo.  la competizione con le tv di berlusconi si giocava sullo spettacolo leggero.  la fiction non aveva ancora il ruolo predominante di oggi. il varietà allora era ideato e fabbricato internamente: si partiva dalle idee e poi si sceglievano le figure professionali. in azienda c’era il ciclo completo: dalle sceneggiature alle scenografie.  nel 1987 affrontai la prima grande sfida.  bisognava rispondere allo scippo da parte di mediaset dei nostri volti famosi, tra cui baudo, carrà, bonaccorti. la rai sembrava svuotata di protagonisti. agnes e milano chiamarono celentano a condurre fantastico. non fu facile per me gestire le sue improvvisazioni e i suoi silenzi, che resero però quella trasmissione un successo senza precedenti.

 

negli anni in cui ti occupasti di sanremo, ci fu una svolta.

sanremo era per la rai una ripresa esterna. l’organizzazione era stabilita dai patroni della manifestazione.  nel 97 presi la responsabilità complessiva, dalle scelte artistiche alla sicurezza, alla sala stampa (250 giornalisti), all’eccellenza della ripresa audio.  fu l’edizione di mike bongiorno.  nel 98 volevo portare fazio a condurre il festival, ma la direzione generale lo ritenne prematuro. andammo sul sicuro con raimondo vianello, che volle essere affiancato da una coppia particolare: la bella (eva herzigova) e la brutta (veronica pivetti) ma, fino a poco prima di andare in onda, raimondo non aveva avuto il coraggio di dire alla pivetti che avrebbe avuto quel ruolo. lei se ne accorse leggendo il copione definitivo. ci furono ore di tensione, placate dalla maestria di vianello.

nel 99 riuscii a portare sul palco fabio fazio con letizia castà e renato dulbecco. fu una soddisfazione enorme.  nel 2000 convinsi luciano pavarotti a venire nel tempio della canzonetta.  avevo predisposto anche un duetto del tenore con nilla pizzi, insieme per grazie dei fior.  nicoletta mantovani bloccò questa proposta: voleva riservarsi l’idea dei duetti con il pop e il rock per pavarotti and friends.  mi sono occupato poi degli eventi televisivi di luciano.

 

hai lavorato con le migliori figure dello spettacolo televisivo. parlami di loro.

penso che il più bravo in video oggi sia fiorello. arbore è il più creativo e originale, lavora su un canovaccio da commedia dell’arte e sa essere delicatamente e allegramente graffiante.  baudo è il conduttore per eccellenza, ha il ritmo della televisione, ha in pugno i contenuti, è il maestro della linea tradizionale.  sulla sua scia ci sono, a modo loro, frizzi e conti.

 

e fazio?

e’ felpato, acuto, ha un suo stile che lo differenzia dagli altri. ha fatto una lunga gavetta, con la guida di bruno voglino, in programmi mirati di raitre. si è affermato con baglioni in anima mia su raidue. vedendo quel programma intuii che poteva affrontare sanremo.

 

perché nella fiction, che oggi è il punto centrale della competizione, sono scarsi i formati comprati dall’estero, ma si segue una linea più italiana?

dietro il successo della fiction, c’è l’industria italiana del cinema con ampie tradizioni e professionalità.  dietro lo spettacolo televisivo non c’è l’industria del teatro leggero; ci sono esperienze interessanti ma sono di nicchia, ristrette come capacità produttive e come presa sul pubblico, insufficienti comunque ad alimentare la produzione tv.  bisognerebbe mandare cacciatori di talenti a girare per i teatrini, come si faceva una volta.

 

perché a metà degli anni novanta, l’ideazione dei programmi si spostò all’esterno?

la rai era divenuta carente di figure professionali. non c’erano più le scuole di paolo valmarana, di giovanni salvi, di brando giordani, di carlo fuscagni e di bruno voglino. non c’erano tempi e spazi per alimentare il ricambio.   questa è stata la debolezza dell’azienda: non aver creato una scuola interna o non aver tenuto aperte le botteghe.  in un mercato frenetico era più facile commercialmente e più sicuro per l’ascolto, comprare formati di successo dall’esterno e affidarsi a personaggi tv, chiavi in mano.  vidi allora decuplicarsi i compensi degli artisti e dei presentatori.

 

aver svuotato le reti di personale ideativo interno è stata una distrazione oppure una scelta precisa dettata da altri motivi?

fu opera progressiva di tutte le gestioni, per controllare più agevolmente gli indirizzi aziendali. fu la direzione generale di pierluigi celli a dare poi il colpo definitivo alla classe dirigente dei programmi; svuotò le reti per assumere funzionari amministrativi e finanziari.  la scelta fu di affidare l‘ideazione e la realizzazione dei programmi a produttori esterni, trattando direttamente i nomi degli artisti.  i contenuti arrivavano da fuori delle nostre strutture.  l’azienda così mutò la sua natura riguardo ai programmi.  per l’informazione la storia è stata diversa.

 

nel 2001 hai voluto anticipare di qualche anno la tua uscita dalla rai e hai abbandonato improvvisamente una posizione rilevante. eri stato definito il re del varietà televisivo. perché questo distacco precoce?

dopo vent’anni in prima linea, senza respiro, con grandi esperienze, ho pensato che una nuova stagione professionale potesse cominciare.  avevo attraversato diverse gestioni aziendali, restando sempre al centro dell’impresa. percepii che a seguito del cambiamento nelle motivazioni e nei meccanismi del servizio pubblico, il mio ruolo di professionista interno sarebbe stato svuotato. decisi allora di uscire dall’azienda anche per dedicarmi di più alla mia famiglia.

 

come vedi lo spettacolo televisivo attuale?

mi piace tale e quale perché gli artisti sono impegnati in un ruolo di servizio per il pubblico e non per promuovere se stessi.  ammiro x factor con le sue formule in evoluzione in favore degli esordienti e gli spettacoli attorno a grandi personaggi come a casa di mika e danza con me di roberto bolle.   mi spiace che la rai non riesca ad aver presa sufficiente sugli adolescenti. il suo pubblico di riferimento è principalmente anziano, casalingo, poco colto. ci vorrebbe qualche sferzata d’invenzione.

 

quanto t’amo sanremo!

papaveri e non rose rosse

con te partirò mia canzone

trasmessa in riviera e in mondovisione

 voliamo nel blu anche se piove piove

su bianca colomba come edera avvinti

al vecchio scarpone che non ha l’età

ma giunta mezzanotte tacciono le voci

dolce vita che te ne vai

un giorno forse un anno come prima

amore ritorna e grazie dei fior

[email protected]

da unomattina cinque marzo 2004

 

 

elettrolettera 249 sognando i serpesci video e inviti

elettrolettera 249 sognando i serpesci  video e inviti culturali

logo

 

elettrolettera
una poesia e inviti culturali -anno xiv

3 giugno 2018 n°249

http//www.antoniobruni.it

elaborata da wedot.net
video

sognando i serpesci
protagonisti di ordinaria follia
raccontati da antonio bruni

in occasione della mostra della scultura libreria
colossea
abitata dai serpesci figure lignee né serpi, né pesci
galleria 28 piazza di pietra roma 27 aprile – 5 maggio 2018
diretta da francesca anfosso

 

interpretati in video da`

loredana martinez

 

camicie bianche

https://youtu.be/5tg96ur1ohi


il candore delle camicie femminili provoca turbamento e uno strano raptus nel protagonista, cittadino esemplare.

 

 

 

loredana martinez
marta scelli

marta scelli
letizia e raffaele
https://youtu.be/ykyfwcub4um
chi è la vittima chi subisce i rumori o chi li provoca?

 

concerto di pentole

https://youtu.be/h8kw7yybbls

la protagonista ha vocazione di artista e vuole esibirsi dalla propria finestra sul grande cortile condominiale.

 

scrivere

https://youtu.be/4x3mflik0oc
la protagonista passa le sue giornate nei corridoi della metropolitana a scrivere su quaderni. che cosa scrive?

federico pacifici
camicie bianche

https://youtu.be/stphk4qxjtm
il candore delle camicie femminili provoca turbamento e uno strano raptus nel protagonista, cittadino esemplare.

 

contare

https://youtu.be/tec2_sog7ps
il protagonista ha l`abitudine di contare oggetti, elementi, spazi, tutte le cose che vede dintorno a sé. che cosa produce questo metodo?

federico pacifici

carmela ricci

carmela ricci

 

concerto di pentole

https://youtu.be/ubrbtvftmu0
la protagonista ha vocazione di artista e vuole esibirsi dalla propria finestra sul grande cortile condominiale.

 

scrivere

https://youtu.be/u04i8jjs16o
la protagonista passa le sue giornate nei corridoi della metropolitana a scrivere su quaderni. che cosa scrive?

piermarco venditti

camicie bianche

https://youtu.be/wikkv6knnqo
il candore delle camicie femminili provoca turbamento e uno strano raptus nel protagonista, cittadino esemplare.

 

contare

https://youtu.be/01-lkavcmfi
il protagonista ha l`abitudine di contare oggetti, elementi, spazi, tutte le cose che vede dintorno a sé. che cosa produce questo metodo?

piermarco venditti

roberta marcucci

roberta marcucci

concerto di pentole

https://youtu.be/jotpb6mlaqs
la protagonista ha vocazione di artista e vuole esibirsi dalla propria finestra sul grande cortile condominiale.

elvira giannini

 

scrivere

https://youtu.be/xxlblwws_iu
la protagonista passa le sue giornate nei corridoi della metropolitana a scrivere su quaderni. che cosa scrive?

 

elvira giannini

emma marconcini: serpesci

https://youtu.be/6pijayuele4

i testi di sognando i serpesci

http://www.antoniobruni.it/items.aspx?cat=serpesci

testi e video delle poesie

colossea

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=679

serpesci
http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=687

 

 

 

teatro manzoni via monte zebio 14 roma prati
fino al 17 giugno ore 21
paola gassman,

mirella mazzeranghi, paola tiziana cruciani, claudia campagnola, giulia rupi in

tutte a casa (la guerra delle donne)
di giuseppe badalucco e franca de angelis

regia di vanessa gasbarri

 

paola gassman

28 piazza di pietra fine art gallery roma fino al 15 luglio ma-sa 11-13; 16-20

 

bambini nel tempo

 

mostra multimedialedi

olmo amato
gratuito

 

museo boncompagni ludovisi

via boncompagni 18 roma via veneto
fino al 15 luglio ma-do 9,30-19

 

intrecci dinamici

mostra di ferruccio gard
gratuito

http://ferrucciogard.it/

galleria arte maggiore
via santa maria maggiore 126 roma esquilino
5 giugno h 18.00 al 16 giugno
arte a portar via
rassegna di opere di piccolo formato

dai grandi maestri agli esordienti

nell`ambito di monti art design

gratuito

opera di noemi aversa @noemiaversaartista (facebook)

caffè letterario via ostiense 95 roma
martedì 12 giugno ore 17
elios f. genoa alias francesco sagone presenta il suo libro
il guerriero 1968: per aspera ad astra

(ed. albatros)
gratuito

 

sala igea enciclopedia treccani
p.enciclopedia italiana 4 -roma
martedì 5 giugno ore 16
premiazione del concorso

 

le rosse pergamene

diretto da anna manna

gratuito

 

per segnalare gli eventi inviare un comunicato in word (non pdf) e una foto

info@antoniobruni.it

 

2018 il barcone the boat

il barcone 2018 the boat  
scarica il pdf – video youtube  cicci rossini interpreta  https://youtu.be/7jr9h9wdbyk 

e laura boldrini  (portavoce unhcr nel 2011 interpreta la prima stesura )  https://www.youtube.com/watch?v=fohmld-33ai

scarica il pdf a sx con la poesia e l`acquerello di liuba novozhilova

scarica la collezione della natività con gli acquerelli di liuba novozhilova dal 2011 http://app2.wedot.net/items.aspx?cat=raccolta

“affido ed è solo speranza with the sea that nurses and devours
al mare che nutre e divora do i hopefully trust
il grembo maturo di te my ripe womb and you
mio figlio del sole africano my son under african sun
in fuga da fame e soprusi fleeing hunger and abuse
destino di nascere in acqua doomed to a water birth
promessa trovare una tenda expecting a tent
nel sogno ti sento parlare in my dream i hear you sing
aggrappo salvezza al mio ventre” i chain salvation to my abdomen
appare improvvisa scialuppa suddenly a boat appears
minuscola fragile ardita minute fragile challenging
cometa la avvolge nel manto it is wrapped into a comet
sorregge il neonato una mamma a mother holds her new-born
accanto c’è solo un compagno beside them her partner
si espande un vagito d’argento a silvery whimper evanesces
delfini saltano a schiera dolphins dart out of waves
emergono le tartarughe e turtles emerge and
angeli insieme a gabbiani angels and seagulls
annunciano in tutti i dialetti: they announce in all dialects
“è nato un bambino dal mare “a baby was born in the sea
è lui che ci guida in cammino!” it will lead us up our path”
barcone riprende il suo viaggio the boat continues its journey
esplodono lacrime e gioia joyous tears spring out
la notte cede alla luce. the night yields to the daylight.
translation by rodolfo longo

l`abbraccio di colonnata – poesia

l’abbraccio di colonnata

 

allarga lo sguardo in promessa

sicura nel suo orizzonte

fondata su storia profonda

 è casa di scienza e d’idee

 

raccoglie pareri distanti

attende che il tempo avvicini

frementi discordie ideali

rivali poteri e contrasti

li fa scolorire in progresso

 

conserva nei libri l’essenza

 tramanda sofferte ricerche

registra l’umano cammino

 

è ampio il suo abbraccio che avvolge

non placa il fuoco interiore

ma invita alla meditazione

ispira all’anima il volo.

 

la televisione locale: regionale o metropolitana?

la televisione locale: regionale o metropolitana?

rivista innovazioni aprile 2006 (scarica pdf a sx)

 

e’ incredibile: le grandi aree metropolitane italiane (roma, milano, napoli…) grandi ognuna come metà della svizzera e dell’austria, dispongono di giornali quotidiani e di altra stampa locale, ma non di canali televisivi in grado di fare informazione e rappresentazione del territorio in maniera adeguata e professionale.  

le tivù locali sono un numero altissimo (circa 700) ma, proprio per la loro frammentazione, non hanno la forza di fare qualcosa in più di brevi notiziari e dibattiti e la loro identità annega tra vendite dirette e pubblicità.  i tigì del servizio pubblico, organizzati su base regionale e non per aree metropolitane, riescono a soddisfare questa necessità?

per tentare una risposta ripercorriamo brevemente la storia del decentramento rai.

nel 1979 la rai, a seguito della legge di riforma del 1975, iniziò le trasmissioni di raitre, rete a metà tra nazionale e regionale. erano già proliferate in italia le tv locali e stavano per nascere le reti nazionali di mediaset. la formula partì in maniera cauta. lo spazio regionale era limitato al tg locale delle 19, con mezz’ora di programmi due volte a settimana. il resto della programmazione era centrale con contributi regionali. si pronunciavano discorsi magniloquenti sul decentramento: diamo possibilità alle venti regioni, attraverso proprie sedi e centri di produzione, di servire direttamente il territorio e di auto-rappresentarsi.

era questa la vera intenzione? no, in realtà la spinta era politica, proveniva dal gigante dell’opposizione, il pci, e dal suo straordinario successo nelle regionali del ’75. la sua marcia verso il potere, che sembrava inarrestabile, avrebbe avuto forte supporto dal basso, dalla comunicazione regionale. la dc, che ancora controllava saldamente la rai, accettò la sfida ed applicò un’accortissima lottizzazione di tutti i ruoli (redazioni giornalistiche e dei programmi, strutture di produzione); ci si preoccupò soprattutto del pluralismo, di creare un equilibrio dando spazio, col bilancino, a tutte le componenti.

i primi anni, nonostante le difficoltà produttive, furono molto positivi: si toccò con mano che la tivù poteva entrare dal basso, essere un servizio locale che infrangeva la sacralità delle trasmissioni nazionali; era una tivù minimalista, della porta accanto, che non poteva competere per mezzi e capacità produttive con quella nazionale, ma che era ad essa complementare, una presenza in video di livello professionale e realizzata secondo la tradizione rai.  i notiziari erano integrati dalla presenza dei programmi che cominciarono a tracciare un ritratto della vita regionale, dei suoi personaggi, delle tradizioni e della cultura. dai programmi si affacciarono giovani autori, artisti, intellettuali, imprenditori, gruppi, associazioni e altri protagonisti della vita sociale che altrimenti, molto difficilmente, avrebbero avuto spazi e opportunità nazionali.  i programmi, per loro natura aperti all’esterno, creavano un indotto di espressione e costituirono una documentazione visiva della storia locale di quegli anni. la compresenza, attraverso tivù e radio dei due elementi, notiziari e programmi, notizie e approfondimenti, cominciava ad assumere identità di rete locale. da questo innesto partiva un ritratto dell’italia a tutto tondo.

l’esperienza fu breve: nel 1987 raitre mutò il suo ruolo in rete nazionale, per affiancarsi alle due sorelle maggiori nella competizione con il privato. la rai perse interesse al decentramento perché la stagione del “consociativismo” frenava le contese politiche periferiche. le sedi regionali erano piene di tensioni tra giornalisti e programmisti, dovute alla carenza di mezzi da spartirsi. per tacitarle si decise di chiudere i programmi, assegnando risorse e persone alle redazioni dei telegiornali.  il risparmio fu insignificante; la piena padronanza delle sedi non bastò alle redazioni giornalistiche. ci fu solo un risultato negativo: si arrestò il processo di crescita espressiva a contatto con il territorio, che era caratteristica dei programmi. fu eliminata la possibilità di sperimentare e di far emergere, dalla provincia, voci, talenti e idee. si arrivò perfino allo spreco dei mezzi; pensiamo alle risorse radiofoniche: nelle sedi regionali esistono tuttora piccoli auditorium, con impianti di alto livello, inutilizzati.   

         dopo quasi vent’anni, tracciamo un bilancio: i tigì regione, da soli, sono riusciti a corrispondere ad un’identità locale?

il primo elemento per una risposta negativa deriva dalla configurazione di origine. nati per servire un’intera regione, i tigierre si sono trovati stretti dal sovrapporsi di richieste presenze politiche, provenienti da giunte e consigli regionali ( fin qui ovvio) ma anche da città e province più forti rispetto ad altre e da esponenti nazionali. e come si contentano queste pressioni?  trasmettendo dichiarazioni, convegni, manifestazioni, tagli di nastri. dall’inevitabile subalternità ai partiti ne è sortito un risultato piatto, che non approfondisce le dinamiche del territorio. il dovere di dar attenzione a più province non consente nemmeno lo spazio di entrare nel cuore delle diatribe cittadine.

il secondo elemento è la cronaca regionale: agli ascoltatori di treviso può interessare la propria notizia o quella delle vicine venezia o pordenone, ma non quella di verona o rovigo (i fatti più eclatanti sono già in nazionale). i confini regionali non coincidono con omogeneità di aree.

il terzo elemento è l’identità di canale. due edizioni del tgr su una rete nazionale non bastano a fare immagine: senza la sinergia di altri spazi di programmi (come inchieste, approfondimenti, dirette, documentari, vita e personaggi) restano come finestrelle che si perdono in una grande facciata. 

e’ possibile rilanciare la televisione decentrata?  su quali basi configurarla?  come immaginarne le dinamiche?

difficile sarebbe oggi pensare che la rai, ingabbiata dalla sudditanza ai partiti e dalle logiche di ascolto, possa riformare la sua presenza ricreando una rete regionale. dovrebbe avere un’autonomia imprenditoriale ed editoriale e un finanziamento pubblico, almeno di investimento, per procedere ad una tale impresa. una riflessione tuttavia va avviata per pensare al futuro del servizio pubblico. bisognerebbe inventare una formula nuova per una rete o per più reti regionali: gestione pubblica dei canali (perché le frequenze, bene pubblico, devono essere in proprietà ai privati? chi gliele ha date?) con partecipazione di più iniziative editoriali private locali. un sistema misto di concessioni limitate e a termine, utilizzando le nuove opportunità del digitale terrestre.  

l’assenza di vere tivù locali si ripercuote sugli sviluppi sociali e sulla crescita culturale dei territori. pensiamo alla calabria: una forte informazione televisiva sarebbe utile alla lotta alla criminalità e a nuove iniziative per il lavoro?    notizie in tempo reale sulla viabilità aiuterebbero a decongestionare il traffico nel nord-est?  informazioni non superficiali sulle dinamiche, anche locali, dei mercati e dei consumi non sarebbero utili alla piccola industria?  segnalazioni particolari, anche minime, su occasioni di lavoro, servirebbero alla mobilità?  queste notizie possono darle anche i giornali e le radio locali, è vero, ma la televisione integra e sviluppa la stampa, arriva dove l’altra non arriva e le funge da richiamo, si è visto anche a livello nazionale.  le dimensioni dell’abitare, della vita sociale, della lingua parlata, dell’espressività individuale e di gruppo in televisione passano più direttamente.

la configurazione delle reti regionali dovrebbe avere caratteristiche nuove: assenza di paletti geografici e aderenza ad aree omogenee, flessibilità organizzativa, uso di tecnologie a basso costo, non competitività con le reti nazionali, interattività con altri mezzi e soggetti (radio, internet, videotelefoni, teatro, manifestazioni pubbliche, attività sportive, enti locali, insediamenti turistici, volontariato, scuole e università). scopi principali: l’informazione, un’informazione scapigliata e vivace, libera da regole corporative, e lo spettacolo come cronaca, assaggio ed esperimento.

l’accessibilità di espressione alle reti locali darebbe modo, a chi ha idee e iniziative, di mettersi in mostra e di creare alternative. romperebbe il circuito chiuso nazionale dell’informazione, dello spettacolo e dell’editoria, sempre più oligarchico, esclusivo ed asfittico. giovani armati di una piccola telecamera potrebbero mostrare le pieghe dell’italia, gli angoli insoliti, volti e storie della normalità, soprusi e violazioni, esperienze di progresso.  pensiamo alle migliaia di ragazzi che studiano (inutilmente!) le teorie di scienze delle comunicazioni, senza aver la possibilità di dire due parole in un microfono o di far passare un comunicato stampa sensato.  la sperimentazione (e la selezione!) sul campo sarebbero molto più utili di un titolo accademico svuotato.      

lo sviluppo e la diffusione di tecnologie semplici e a basso costo possono rendere più democratica la televisione, come lo è già la radio, se al servizio di canali regionali.  restano due problemi: l’accesso alle reti di trasmissione e gli incentivi per un’editoria televisiva locale.

 

 

 

rebecca – dal ciclo da eva a maria le donne della bibbia

rebecca

 

 

calerà il tramonto

e rosso il termine

della strada accenderà

il passo al cammello

mentre celata dal manto

come una nenia

l’attesa carezza la gola.

 

quando sarà l’incontro

tirato il velo

languido canterò

il destino d’oriente:

è piena l’anfora

dal pozzo ancóra

ne posso tirare

come l’acqua

sarà la gioia.

 

rebecca – dal ciclo da eva_a_maria le donne della bibbia

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=219

scarica il pdf a sx  con poesia, testo biblico e quadro

costantini, ernani pittore e scrittore

ernani costantini  (venezia 1922-2007) pittore e scrittore

da bambino è stato influenzato dalla visione diretta dei capolavori dei grandi maestri veneti nella sua parrocchia della madonna dell’orto. ha dedicato gran parte della sua attività ai dipinti di soggetto religioso.   e’ noto per aver affrescato numerose chiese dell’area veneta a venezia, marghera, mestre, saccafisola, brusegana, asiago, jesolo, altobello.

 

nel 1987 presentò “da eva a maria, le donne della bibbia” un ciclo di dodici grandi  tele, accompagnate dalle poesie di antonio bruni, che in  mostra itinerante, organizzata da don gianni salmaso, furono esposte nella  scuola grande di  san giovanni evangelista  a venezia,  nella gran guardia di padova, nella gran guardia di verona  e nell’oratorio di cervarese santa croce, con concerti e dibattiti sulla condizione femminile ripresi dai mezzi di comunicazione.  da_eva_a_maria

 

la sua opera è vasta, oltre i grandi cicli sacri.

autore di ritratti intensi (da ricordare le tele dedicate alla moglie lina), di nature morte, di scene di vita veneziana, di nudi femminili, di interni. 

 

ernani costantini pittore rimane nella storia della grande tradizione veneziana. e’ stato anche scrittore ed animatore culturale, ha pubblicato due raccolte di poesie e tre romanzi.

 

preghiera per ernani

 

signore

quest’ uomo che oggi

si affaccia alla tua porta

ha guardato il cielo

dai soffitti delle chiese

mirando al tuo ritratto

ha le dita impastate

dei colori della vita

che ha speso cercando

 nei volti e nelle cose

la traccia del bello

donata dal tuo soffio

accogli signore

la mostra degli affetti

 dipinti nell’anima

sostieni i suoi occhi

davanti alla tua luce

donagli per sempre

 la tua visione