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Pensando a Roma

Librerie sculture ispirate ai simboli universali di Roma, autore Antonio Bruni,
in massello di essenze pregiate: ciliegio, noce, ulivo, frassino.
Opere uniche di grandi dimensioni per esporre collezioni di qualità,

COLOSSEA (2016) COLONNATA (2018) PANTHEAN (2022)
SCALINATA (allo studio) NEONAVONA (allo studio).

L’esposizione e la cura delle librerie sculture sono gestite da UN PENSIERO PER ROMA APS.

COLOSSEA (2016) Raccolta del sapere

Ricorda nel profilo l’Anfiteatro Flavio; composizione a spirale, immagine del sapere che avvolge ma non rinchiude e non esclude.  I quarantaquattro elementi di ciliegio massello sono diseguali come la pluralità delle espressioni.

Occupa una superficie di 20/25 mq, altezze 220/245 cm.  Esposizioni:
Galleria Alberto Sordi Roma 2017; Fine Art Gallery 28 piazza Di Pietra Roma 2018; Casa dell’Architettura Roma 2019.

Colossea alla Casa dell’Architettura

COLOSSEA Galleria Alberto Sordi

COLONNATA -Galleria Alberto Sordi

COLONNATA (2018) Abbraccio della conoscenza

 Il suo abbraccio, che guarda al capolavoro del Bernini, è quello universale del sapere e invita il visitatore a un momento di meditazione. L’opera esprime una valenza mistica senza presentare segni confessionali. La piccola cupola è un simbolo di rapporto tra terra e cielo, valorizzato da civiltà e religioni. Le colonne della conoscenza, autonome e diseguali ma connesse, costituiscono i pilastri della civiltà. Realizzata interamente in ciliegio massello. Occupa una superficie di 30 mq. Altezze 216/322 cm.
Esposizioni: Galleria Alberto Sordi Roma 2019

Colonnata particolare

COLONNATA

Il tango meditativo- Rosanna Vaudetti – Lettura intorno a COLONNATA

Letti specchi cornici

Dal 1968 ho realizzato più di cinquanta mobili in massello. Autodidatta come creativo, la mia teoria di composizione è modulare. I lavori sono componibili, smontabili, adattabili a spazi e ambienti.  Ho fatto di tutto, tranne le sedute: librerie, tavoli, armadi, armadi scala, letti, una cucina, pannelli, specchi, cornici.

Curo tutto il procedimento dalla progettazione alla scelta delle essenze. Partecipo direttamente dalla scelta dell’albero al taglio e alla lavorazione del legno, fino alla lucidatura. Il legno è protetto da antitarlo e vernice ad acqua che mantiene il colore naturale.

Dal 1997 in poi tutte le esecuzioni sono del maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio a Monsoreto di Dinami in Calabria.     

Leggi la storia di questa avventura con il legno.

LETTI:
ARBOR 1, ARBOR 2 2007 due letti singoli 1950×1000 abbinabili a matrimoniale noce, olmo e frassino- ROSA1, ROSA 2, BRUNITO 1, BRUNITO 2, 2008 letti singoli 2005 x1000 abbinabili a matrimoniale, noce, olmo, ciliegio, frassino, abete – LU, LE, LA, 2014 letti 2005×1400, noce, olmo, ciliegio, frassino, abete – MATRIX 2019 letto 2005×1700 noce , olmo, ciliegio, frassino, abete, LULETTA 2019  letto 2005×1600 noce , olmo, ciliegio, frassino, abete.

PANNELLI, SPECCHI E CORNICI

Librerie

Dal 1968 ho realizzato più di cinquanta mobili in massello. Autodidatta come creativo, la mia teoria di composizione è modulare. I lavori sono componibili, smontabili, adattabili a spazi e ambienti.  Ho fatto di tutto, tranne le sedute: librerie, tavoli, armadi, armadi scala, letti, una cucina, pannelli, specchi, cornici.

Curo tutto il procedimento dalla progettazione alla scelta delle essenze. Partecipo direttamente dalla scelta dell’albero al taglio e alla lavorazione del legno, fino alla lucidatura. Il legno è protetto da antitarlo e vernice ad acqua che mantiene il colore naturale.

Dal 1997 in poi tutte le esecuzioni sono del maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio a Monsoreto di Dinami in Calabria.     

Leggi la storia di questa avventura con il legno.

Librerie

Dalla prima CODA DI RONDINE del 1968 ho realizzato fino al 2022 tredici librerie di diverse dimensioni, forme e tecniche, tutte sovrapponibili staticamente senza congiunzioni.

Librerie a scatole aperte: CODA DI RONDINE – NOCETO – OLMATA

Librerie a scatole e assi: ODISSEA – ONDULATA

Elementi con sportelli: ANTIQUA – ARCHIVIA – FIGURE

Elementi aperti con tetto, base e colonnine: SENTINELLE I – SENTINELLE II –

Grandi istallazioni con elementi diversi: COLOSSEA – COLONNATA – PANTHEAN

Mobili come sculture

Dal 1968 ho realizzato più di cinquanta mobili in massello, pezzi unici. Autodidatta come creativo, la mia teoria di composizione è modulare. I lavori sono componibili, smontabili, adattabili a spazi e ambienti.  Ho fatto di tutto, tranne le sedute: librerie, tavoli, armadi, armadi scala, letti, una cucina, pannelli, specchi, cornici.

Curo tutto il procedimento dalla progettazione alla scelta delle essenze. Partecipo direttamente dalla scelta dell’albero al taglio e alla lavorazione del legno, fino alla lucidatura. Il legno è protetto da antitarlo e vernice ad acqua che mantiene il colore naturale.

Dal 1997 in poi tutte le esecuzioni sono del maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio a Monsoreto di Dinami in Calabria.     

Leggi la storia di questa avventura con il legno.

Librerie

Dalla prima CODA DI RONDINE del 1968 ho realizzato fino al 2022 tredici librerie di diverse dimensioni, forme e tecniche, tutte sovrapponibili staticamente senza congiunzioni.

Librerie a scatole aperte: CODA DI RONDINE – NOCETO – OLMATA

Librerie a scatole e assi: ODISSEA – ONDULATA

Elementi con sportelli: ANTIQUA – ARCHIVIA – FIGURE

Elementi aperti con tetto, base e colonnine: SENTINELLE I – SENTINELLE II –

Grandi istallazioni con elementi diversi: COLOSSEA – COLONNATA – PANTHEAN

Tavoli

RAMI DI FERRO (1983) è il primo tavolo che ho realizzato. Il piano ottagonale di radica di noce è appoggiato su una scultura in ferro eseguita appositamente del maestro Toni Benetton, raffigurante rami di ulivo.

STELLONE (1993) piano rettangole in ulivo con cornice e intarsi di olmo. La base è in olmo con intarsi di ulivo.

ROSA DEI VENTI 1996 noce e olmo, ottagono – MOSAICUS 1996 piano mosaico di legno del Maestra Giuseppe Minà, varie essenze, gambe angolari, quadrato – SCACCHIERA 1996, piano mosaico di legno del Maestra Giuseppe Minà, varie essenze, gambe angolari, rettangolo – TRUKA 1997 è una toeletta con specchio, noce, semi-dodecagono – BRUNONE 1999 legno e olmo, dodecagono – FIAMME 1999 noce e olmo, dodecagono – EPIGRAFE 2005 noce, scrivania –   SELLATO 2005 noce tavolo appoggio –

Collana tavoli rettangolari in ciliegio CILIEGIA 2012: ELEUTERIA – ANNA TERESA – ERICE – VANNA – ELIDE – EUFRASIA – EULALIA – KETTY – KYLA –

GEPPETTO 2019 tavolo in ulivo, noce e ciliegio– piano di unica tavola di ulivo – rettangolo irregolare

ARMADI E SCALE-ARMADIO:

ERETTEO 1988/1995 armadio composto da 14 elementi sovrapponibili (7+7) di cui 2 cassettiere, noce – SENTIUM 1991 armadio scala con cassettiere, olmo – CASERTA 1992/2010 armadio scala elementi sovrapponibili con cassettiere, olmo, noce, frassino e ciliegio   – ZIG ZAG 1992 armadio scarpiera, due elementi sovrapponibili, olmo – SINUOS  1992/2010 armadio scarpiera, due elementi sovrapponibili, olmo e noce –

LETTI:
ARBOR 1, ARBOR 2 2007 due letti singoli 1950×1000 abbinabili a matrimoniale noce, olmo e frassino- ROSA1, ROSA 2, BRUNITO 1, BRUNITO 2, 2008 letti singoli 2005 x1000 abbinabili a matrimoniale, noce, olmo, ciliegio, frassino, abete – LU, LE, LA, 2014 letti 2005×1400, noce, olmo, ciliegio, frassino, abete – MATRIX 2019 letto 2005×1700 noce , olmo, ciliegio, frassino, abete, LULETTA 2019  letto 2005×1600 noce , olmo, ciliegio, frassino, abete.

PANNELLI, SPECCHI E CORNICI

Poesie di legno

È un altro modo di fare poesia, con le venature del legno, invece delle parole.

Il legno parla
Basta osservare un ramo, un ritaglio di lavorazione, una scorza sotto corteccia, la venatura di una tavola, per scorgervi qualcosa in movimento, una figura emergente, un’immagine. Amo il legno, la sua materia calda e tattile. Amo il profumo che emana, diverso per ogni essenza, quando un tronco viene segato in tavole, mentre viene aperto. Mi piace toccarlo, seguire le venature, sentire la porosità della superficie.

L’amore per il legno cominciò per caso: a metà degli anni Sessanta un fulmine abbatté un albero di noce in una proprietà dei miei genitori in Calabria. Mia madre pensava di farne legna da ardere. Mio cugino Antonio Corbo, architetto, mi suggerì di utilizzare l’essenza pregiata per una libreria. Nel 1967, a ventuno anni, pensai una forma agile, componibile e divisibile in modo da poter utilizzare al meglio le tavole che erano state segate corte e poco spesse per stagionarle in breve.  È una costruzione di scatole di diverso formato, montate a pieno e vuoto senza congiunzioni. L’equilibrio statico è dato dal peso dei libri.

Un vecchio artigiano lavorò a mano le scatole con incastri a coda di rondine, un’esecuzione oggi difficilmente praticabile. La libreria, dal nome Coda di Rondine (1968) è risultata stabile, nonostante le perplessità della mia famiglia sull’assenza di connessioni e di agganci alla parete.  Ci fu poi una sorpresa: la pianta era caduta in primavera, già in vegetazione e in lunazione. Il legno, di conseguenza, si tarlò con il capricorno, un verme grosso quanto una falangetta. Imparai a eliminare l’infestazione con un lungo e paziente procedimento di restauro.

 

Mi entusiasmai a questo lavoro insieme a mio padre che fece tagliare altri alberi e li mise a stagionare. Cominciò l’avventura del mobile come scultura. Studiai la meravigliosa stagione del liberty e i maestri del mobile del Novecento, da Rietveld a Mies Van Der Rohe, a Gaudì a Le Corbusier.

I mobili come sculture

Nel ’78 la seconda libreria, poi nel 1983 un grande tavolo con lo scultore Toni Benetton che scolpì in ferro la base del piano in noce come rami d’ulivo intrecciati, un’opera d’arte. Seguirono un armadio in quattordici elementi, un mobile scala e poi centinaia di pezzi componibili. 

La produzione si è sviluppata da quando ho iniziato a collaborare con il maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio di Monsoreto di Dinami in Calabria. Era il 1997 e Ciccarelli non aveva ancora trent’anni.  Da allora porto nella sua falegnameria i progetti e i legni scelti, dal taglio fino alla stagionatura, seguo e dirigo tutte le lavorazioni eseguite da Leonardo.

Amo lavorare noce, ulivo, olmo, ciliegio. Sono essenze dure che richiedono esperienza e attrezzature professionali. Nei progetti ripenso la visione tradizionale del mobile che deve essere morbido, caldo, accogliente, adattabile. L’opera si sviluppa dalla bellezza intrinseca della materia; le forme devono rispettare venature e colori, con linee moderne e radicate nel Novecento. La composizione è in asimmetrie modulari, senza tradire l’uso e la fruibilità dell’oggetto che deve essere adattabile alla variabilità degli spazi e delle necessità. I profili sono tracciati a mano; ogni pezzo presenta una diversità. Le giunture sono a incastro, prevalentemente senza colla. La lucidatura trasparente ad acqua mantiene il colore naturale dell’essenza.

Nelle lavorazioni del legno massello lo sfrido è notevole; si perde dal 50 al 70% del volume ligneo. Cerco di recuperare e riutilizzare gli scarti e gli avanzi inventando nuovi oggetti. Ho fatto librerie, tavoli, armadi, scale-armadio, letti, una cucina, pannelli decorativi, specchi. Non solo mobili: ho tracciato anche figure lignee: I Serpesci, Donne in Burka, DistanzaUnità, Donne in Controluce, Cerberi, Annunciazione.

Il legno va rispettato; bisogna osservare le sue caratteristiche che variano da essenza ad essenza: durezza, compattezza, flessibilità, durata, resilienza. Il noce e l’olmo si prestano a quasi tutte le lavorazioni mentre l’ulivo e il ciliegio ne rifiutano alcune. Il noce e il ciliegio sono soggetti ai tarli, l’olmo e l’ulivo molto meno e così via le differenze. Il noce è più costoso e raro. Una malattia ha sterminato nei Novanta tutti gli olmi della Calabria; l’ulivo fornisce poco legname utile alla lavorazione perché i fusti sono contorti e le piante oltre i cinquant’anni si corrodono nelle fibre interne e si svuotano, anche se la sua vita può essere millenaria.

Il lusso del massello

Oggi sono rari gli ebanisti con esperienza del massello; gran parte dei falegnami lavorano pannelli industriali. I mobili in commercio, luccicanti in foto, hanno scarsa resistenza e vita breve, ma prezzi accessibili. I lavori di ebanisteria sono costosi.  Chi è disposto a spendere per qualcosa che durerà diverse generazioni? Bisogna guardare da vicino un mobile in massello, toccarlo, conviverci per apprezzarne appieno la bellezza e la funzionalità. È un lusso, ma un lusso che ripaga. Per questo ho dedicato anni, applicazione, energie e risparmi a realizzare mobili sculture in essenze pregiate. Le mie poesie di legno.

Poesie di legno è anche il titolo di un elegante quaderno che l’artista e grafico Marco Affaitati ha realizzato nel 2010 sui miei lavori. apri Poesie di legno

COLONNATA

Galleria Alberto Sordi Roma

È una scultura libreria omaggio all’architettura della piazza di Bernini, un invito alla meditazione e all’abbraccio universale della spiritualità. L’istallazione esprime una valenza mistica senza presentare segni confessionali.  Opera unica, è la seconda (2019) del ciclo Pensando a Roma.

Le colonne lignee di COLONNATA rappresentano la conoscenza. Sono autonome e diseguali ma connesse tra loro: la cultura è un’architettura modulare con diversità di apporti, fondamento della civiltà. Una cupola segna il centro visivo dell’istallazione e il punto di riflessione.

La scultura esprime una valenza mistica senza presentare segni confessionali. La piccola cupola è un simbolo di rapporto tra terra e cielo, condiviso da civiltà e religioni.

Elaborazione grafica di Sergio De Bernardo,Marco Rufo

Gli elementi scaffali compongono nove colonne disposte in tre quarti di cerchio e collegate da mensole. Tutto il materiale è ciliegio massello. I pezzi sono indipendenti, smontabili e di misure differenti. I profili sono tracciati a mano; le giunture a incastro di spine. La lucidatura trasparente mantiene il colore naturale. Occupa una superficie di 30 mq, diametro 600 cm. altezza massima cm.320.
Il taglio e la lavorazione del legno sono stati eseguiti dal maestro ebanista Leonardo Ciccarelli nel suo laboratorio di Monsoreto di Dinami in Calabria.

COLONNATA è stata esposta (17-24 maggio 2019) nella Galleria Alberto Sordi, nel cuore di Roma, come simbolo del secondo Festival di idee “PensieroXRoma”, sul tema Meditazione urbana.

Curatori della mostra Roberto Dottorini e Giovanna Tarasco. Presentata da Rosanna Vaudetti. Hanno collaborato all’allestimento gli studenti del Liceo Artistico Di Ripetta.

L’allestimento con gli studenti dell’Artistico Di Ripetta

L’abbraccio di Colonnata
Allarga lo sguardo in promessa
sicura nel suo orizzonte
fondata su storia profonda
è casa di scienza e d’idee
raccoglie pareri distanti
attende che il tempo avvicini
frementi discordie ideali
rivali poteri e contrasti
li fa scolorire in progresso
conserva nei libri l’essenza
tramanda sofferte ricerche
registra l’umano cammino
è ampio il suo abbraccio e avvolge
non placa il fuoco interiore
ma invita alla meditazione
ispira all’anima il volo.

Colonnata particolare

Durante la mostra, i visitatori hanno sostato per un momento di meditazione nello spazio della struttura e hanno lasciato un centinaio di commenti. PDF

Ventisette autori (scrittori, musicisti, artisti, politici, scienziati) hanno presentato pensieri e versi originali: Sabrina Alfonsi, Ansoino Andreassi, Carla Barozzi, Leopoldo Bon, Nicola Bruni, Paolo Bruni, Emanuela Capozzi, Valentina Grippo, Giuseppe Elio Ligotti, Leandro Lucchetti, Valeria Malerba, Anna Manna, Giuseppe Marchetti Tricamo, Ivana Monti, Roberto Morassut, Corrado Morgia, Irma Immacolata Palazzo, Marina Pizzi, Sandro Ranellucci, Franco Roselli, Vitaliano Tiberia, Rosanna Vaudetti, Angelo Zito. 
Gli interventi sono stati interpretati dagli attori: Loredana Martinez, Ornella Cerro, Antonio Marziantonio, Carmela Ricci, Marta Scelli.  La soprano Danielle Scriva ha cantato a cappella le serenate di Schubert. Malerba e Casali hanno eseguito il Tango Meditativo nello spazio della scultura. PDF.

“Il calore del legno, elaborato con la grazia dell’ispirazione, invita a una riflessione profonda.” 
Rosanna Vaudetti, presentatrice e madrina dell’inaugurazione.

Seconda di una suggestiva e originalissima quadrilogia estetica, Colonnata, di Antonio Bruni, fa balenare una dimensione meditativa sull’essere all’interno della città, in cui trova posto, declinata in forme di architettura lignea aperta, la dignità della persona libera di capire e creare senza coartazioni esistenzialistiche, derive spiritualistiche, ottimismi senza realistica misura. Colonnata, per ammissione dello stesso Bruni, è “metafora dell’invito universale del sapere”, rivolta soprattutto (merito grande!) ai giovani, cui suggerisce un pensiero artistico (come fonte di verità bella), concreto e autenticamente conoscitivo della città. Le colonne ispiratrici del colonnato berniniano in piazza San Pietro, che sono sculture ideali e non architetture, divengono agli occhi di Bruni elementi di un codice espressivo che costruisce un abbraccio ideale rivolto al mondo intero, generatore e fruitore a un tempo, di tante civiltà .
Colonnata, dunqueculminante in una struttura cupolare, dal valore di sintesi spaziale, architettonica, etica, fa balenare una suggestiva dimensione di libertà intellettuale, in cui i tradizionali valori filosofici dell’essere e del divenire si universalizzano nella bellezza della conoscenza. La ricezione di questo messaggio avviene, come in Colossea, attraverso il veicolo materico del legno, che, evocando il modulo colonnare berniniano, ne sopravanza la lapidea solennità, traducendone il significato in termini semplificatori e intimistici. Perché la scultura, ricorda Bruni, è spettacolarmente lapidea e ponderosa, ma è anche leggera e amichevole quando è fatta di legno.
Vitaliano Tiberia

Colonne solide, dalla terra al cielo, unite ma slegate nell’asse spazio-tempo. Trama sociale di individui connessi, come impulso di unione e libertà. Finestre aperte a sensazioni aeree, i pensieri entrano ed escono, passano attraverso nascono e volano lontano, come il vento tra i rami, rami di ciliegio che ora, levigati ed assemblati, si ergono sapienti ed allineati, ospitando nell’accogliente e rispettoso abbraccio, la fugace intimità con l’Altro e le sue meditazioni, tra dentro e fuori, onde quantiche danzanti, avvolte ma senza costrizioni.
Valeria Malerba

L’itinerario dello “straniamento” appare basilare nelle produzioni di Antonio Bruni.
Intraprendiamo una verifica sintetica all’interno di come proceda Antonio Bruni in “Colonnata” e in base a quali modalità  renda “sorprendenti” le entità  da cui è  circondato.  Procedendo in un mutamento sostanziale del rapporto tra significante e significato, tra segno e concetto, da cui è determinato il suo linguaggio.
All’interno del suddetto itinerario risulta definita la sua costruzione poetica.
Tre sono i passaggi  riconoscibili nella metodologia che pone in atto.
Nel corso della prima fase, in un’unica sintesi concettuale, un processo di straniamento  determina una discretizzazione e una scarnificazione a partire dalla massima complessità concettuale del monumento del colonnato di S. Pietro cui si riferisce,  fino a ricondurla ad una riduzione estrema in  termini meramente planimetrici, tipologici, geometrici, cui riconduce l’identità del colonnato del monumento basilicale.  L’estrema stratificazione segnica determina l’individuazione del monumento: Nella suddetta prima fase Antonio Bruni procede in un drastico straniamento  secondo  una consapevole riduzione ad uno  stereotipo tipologico.
Nel corso della seconda fase il procedimento prevede che si riconduca la complessità concettuale della  fisionomia del segno “elemento di design”: passante per riferimenti possibili quali: incastro, tornitura,  martello, mazzuolo, tenaglie, succhiello, scalpello, sgorbia, squadra, accetta, pialletto, punteruolo…design in legno,moderno,gaudì, surrealismo, ico parisi,librerie, scaffali, mensole, cassettiere, consolle, sgabelli, sedie, poltrone, divani …passando per la discretizzazione, l’Autore la riconduce ad un carattere tipologico elementare, riconoscibile nella qualità  materica del legno, alla raffinatezza  della lavorazione, alla tipologia del termine d’arredo domestico.
Le due fasi precedenti, cui viene attribuita la riduzione delle complessità segnica e semantica di ciascuno dei due ambiti ricevono nella terza un definitivo processo di straniamento in virtù della sovrapposizione e  dell’identificazione dei due codici di lettura.
Il procedimento di Antonio Bruni trova conferma nella trasmissione dell’impressione dell’oggetto, in quanto  “visione”, in chiave artistico/poetica, e per l’appunto  non in quanto  “riconoscimento”.  Il procedimento adottato coincidendo con uno “straniamento ” che passa per  lo spiazzamento dello spettatore,  per la modifica della durata dei tempi di percezione, per  l’ enigma  della modalità percettiva, per l’accrescimento del livello d’impronta semantica.
Sandro Ranellucci  architetto e docente di restauro