Posts by Daniele

destini della biblioteca 2009

destini della biblioteca

 

deserta la casa

volato il padrone

mutismo di oggetti

i più numerosi

di nobile polvere

attendono in schiera

il loro destino

durare nei tempi

è innata speranza

ma temono in tanti

nazione che perde

il suo territorio

vorrebbe serbare

disegno del padre

dovranno migrare

compatti in bandiera

unirsi ma salvi

in vasti confini

a popoli eletti

compagni in missione

o mesti subire

diaspora e oltraggio

mischiati a materia

per dare calore

sperare in rinascita

nei campi da macero

o sparsi su banchi

attendere al freddo

le mani in ricerca

di nuovi padroni.

nove febbraio 2009

commenti

la tua poesia è bellissima! biblica !

oserei dire che è la più bella della ricerca.sei sicuramente in tempo : ti ho aspettato in silenzio
senza forzare la mano e senza chiedermi a che punto eri con l`ispirazione.

sapevo che anche tu saresti stato presente tra i miei poeti ed ora capisco che aspettavo
il migliore!

anche per i libri si aprirà il mar rosso e troveranno la terra promessa : come è stato scritto per tutti e per ogni libro.

ti farò sapere gli sviluppi, per ora ti invierò il mio ultimo libro” la biblioteca del dialogo” che ospita un anteprima della ricerca.

i   anna manna

 

58 smarrita

 smarrita canto n. 58 sesto coro: la cicatrice – video

depressione per il primo rapporto meccanico e freddo


video anna casalino interprete teatro belli 20 aprile 2017 regia antonio salines https://youtu.be/7-6i1k9f7lw

 

che gelo panchina di marmo!

qualcuno vicino mi dice

“assenza” sparito il miraggio

 

in me  questa storia è tagliata

la nebbia  non ho più memoria

mi gira la testa e mi scoppia

 

avevo  sognato  da sola

svanita ogni bolla  sapone

cosparso di lividi è il corpo

 

avevo nove anni e al buio

parente si mise a toccarmi

ma non fui creduta al racconto

 

a quindici è un giovane a urtarmi

approcci insistenti e pesanti

serbai il segreto in vergogna

 

geloso e gelato un coetaneo

mi tiene in angoscia due anni

finché maggiorenne conosco

 

studente forbito e lezioso

che vado a trovare ammirata

parliamo e cominciano baci

 

lucente la stanza e odora

di rotoli carta architetti

curata fin renderla stucco

 

mi ammalia con l`aria saputa

per mesi discepola pendo

si atteggia a maestro di vita

 

a quel che richiede mi adagio

vorrei mi abbracciasse più intenso

stordirmi in sussurri e carezze

 

invece deride richieste

superflue le mie sviolinate

gli basta un momento ma forte

 

concessi i suoi baci e le strette

accetto e gradisco ma radi

non sento in profondo né avvampo

 

vorrei un segno di affetto

un suo sentimento ricerco

ignora l`amore che ho dentro

 

(è tiepido pure mio padre

risposte ma appena abbozzate

dell`unica figlia ai trasporti)

 

propone che il nostro rapporto

proceda in normale sviluppo

non sono convinta e…obbedisco

 

un giorno con aria gradassa

si accosta mi spoglia ridendo

e sento che il cuore mi scoppia

 

di slancio il suo collo accarezzo

la nuca sfumata mi piace

intenso e asprigno profuma

 

mi penetra secco e a stento

sto ferma e null`altro ricordo

si sente uno scoppio di stappo

 

“l`ho fatto!” lui dice trionfando

ritira l`arnese e si stacca

lasciandomi fredda nel sangue

 

ostaggio rimasi per mesi

di pochi suoi amplessi formali

finché ebbi forza di uscirne

 

mia madre gridò tradimento

“figliola sei ormai rovinata!”

di senso di colpa sommerse

 

la mia solitudine spersa

cercai di reagire all’offesa

al mare cercando ragazzi

 

rapporto carnale con uno

poi un altro dal gruppo di amici

fu come sfregiarmi di nuovo

 

derisa insultata dal branco

deciso ho di chiudere in corpo

e in mente illusioni di coppia

 

io voglio scontare l’errore

di questo donarmi dimessa

aver sottomesso l`orgoglio

 

al mio mendicare l`affetto

nel grembo segnato ora tremo

al solo contatto di mano

 

psicologo mi giudica casta

“assenza di colpe egoiste

bambina virginea smarrita”

 

dal trauma che sento pesare

mi sento già vecchia a vent`anni

il sesso da porre in letargo

 

orgasmo non so cosa sia

ho voglia di studi e lavoro

in casa serrarmi coi miei

 

confusa a qualcuno che dice

“non devi sprecare il futuro

la tua ingenuità espiando!”

 

 

2010 caffè freud roma m.scelli

marta scelli interpreta mi svelo caffè freud roma 24 marzo 2010 

tutti i video sono su youtube canale antonio bruni

 

2010/03/24/ roma caffè freud le storie di donne antonio bruni 2`53″
2010/03/24/ roma caffè freud alhambra (vento) 61 marta scelli https://youtu.be/97-38jmmycw 5`38″
2010/03/24/ roma caffè freud cammello 02 marta scelli https://youtu.be/f4en0qdjt6c 6`50
2010/03/24/ roma caffè freud catino marta scelli 7`8″
2010/03/24/ roma caffè freud cigno 47 marta scelli https://youtu.be/jpjowmf15hm 5`54″
2010/03/24/ roma caffè freud lo zio 37 marta scelli https://youtu.be/le6ozazdeu4 7`8″
2010/03/24/ roma caffè freud psicologa 53 marta scelli https://youtu.be/drderjnvcmq 7`56″

1 teatro (le calze)

teatro (le calze)  canto n.1 primo coro: lo specchio

video

monica samassa interprete https://youtu.be/fky_yxhljec    maratona al teatro de`servi roma 21 dicembre  2003 regia idalberto fei

maria rosaria omaggio interprete                 piazza lungomare minori 18 agosto 2003

monica samassa interprete     tempio di dioniso roma 22 novembre  2002 regia idalberto fei

una signora provoca due uomini nel palco di un teatro

 

 

 

appena suonato intervallo

antico teatro in velluto

appicciano mani tabacco

 

nel palco con lui sono sola

sollevo la gonna a campana

le calze aderenti mi stiro

 

appare istintiva di donna

la mossa è studiata e diretta

agli occhi di chi mi accompagna

 

mi intriga sentirmelo affianco

un tacito braccio mi appoggio

lo sguardo di un cane scozzese

 

fedele lui cela ardimenti

mi piace attizzarlo in fiammella

gli vieto di uscire a fumare

 

indugio  nel palco ed espongo

dei rossi capelli l`ondeggio

la rete di gambe e di scollo

 

un velo accennato sugli occhi

segnala  che inizia a turbarsi

ma ostina quell`aria da freddo

 

ancora non mostro gli artigli

rapace avvicino l`orecchio

il lobo con lingua gli sfioro

 

il petto profumo e mi ungo

i polsi  le spalle le tempie

qualcuno mi sbircia lì accanto

 

le braccia mi stringo da sola

il seno prorompe fremendo

offerta divento all’esterno           


lui si alza e mi cinge le spalle

confine e possesso segnala

ingenuo cadendo in tranello

 

altera di avere successo

veloce  trasbordo dal palco

davanti allo specchio nel bagno

 

arriva colui che sbirciava

anziano ma piccolo e sveglio

solleva la gonna di spalle

 

trabocco vanitosamente

cavalla che tira stallone

mi lascio al richiamo ferino

 

non offro disfatta ma attacco

mi giro  e gli spacco i calzoni

mi prostro davanti al suo ventre                         

 

il pene leggero si  è mosso

padrona desidero armarlo

totale  le labbra spalanco

 

potente son io  non il membro

a lui più in possesso non penso

ingoio la forza che ha espresso

 

sparisce e pretendo che l`altro

serena mi prenda nel palco

ripasso il rossetto e ritorno

 

inquieto mi attende in silenzio

vertigine fingo e traballo

lui deve sorreggermi ai fianchi

 

e morbida allento le curve

si sgretola sento il suo ghiaccio

mi  parla e diventa carezza           

 

si  infila e mi muove i capelli

la fronte mi sfiora e le labbra

gli rendo più caute risposte

 

sudando già  scopro la guardia

divento paurosa  mi fermo

resisto a me stessa e ragiono

 

mi piace  lo voglio procedo

non celo a me stessa l’istinto

assumo dell`atto la guida 

 

lo bacio e comincio a frugarlo

sbottono camicia in un punto

gli insinuo la mano nel petto

 

capezzoli arrivo a toccargli

allora gli scatta la molla

si intrufola tra le mie gambe        

 

son pronta si è schiusa la rosa

avverto la prima cascata

mi avvito leggera svolazzo

 

intorno si accendono luci

decido ignorare la gente

inseguo  e dilato la voglia  

 

lui mi entra ed attacca la corsa

lo  accetto lo blocco e lo caccio

e brusca interrompo il mio sogno

 

concludere temo in amaro

così spasimare dei corpi

restare in singhiozzo sospesa

 

da sola al suo cedere in forza

avendo saggiato il giardino

la sabbia mangiare  in deserto.

il lusso del massello

il lusso del massello

             

il legno va rispettato; bisogna osservare le sue caratteristiche che variano da essenza ad essenza: durezza, compattezza, flessibilità, durata, resilienza. il noce e l’olmo si prestano a quasi tutte le lavorazioni mentre l’ulivo e il ciliegio ne rifiutano alcune. il noce e il ciliegio sono  più soggetti ai tarli, l’olmo e l’ulivo molto meno e così via le differenze. il noce è più costoso e raro; una malattia ha sterminato tutti gli olmi della calabria; l’ulivo fornisce poco legname utile alla lavorazione perché i fusti sono contorti e le piante oltre i cinquant’anni si corrodono nelle fibre interne, anche se la sua vita può essere millenaria. oggi sono rari gli ebanisti con esperienza del massello; gran parte dei falegnami lavorano con sicurezza e rapidità  pannelli industriali. i mobili in commercio, luccicanti in foto, hanno scarsa resistenza e vita  breve, ma prezzi accessibili. i masselli di ebanisteria costano molto:  chi è disposto a spendere per qualcosa che durerà diverse generazioni? bisogna guardare da vicino  un mobile in massello, toccarlo, conviverci per apprezzarne appieno la bellezza e la funzionalità. e’ un lusso, ma un lusso che ripaga. per questo ho dedicato anni, applicazione, energie e risparmi per fare i miei mobili sculture in essenze pregiate. le mie poesie di legno.

 

il messaggero di elena panarella

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il messaggero di elena panarella

 

descrizione: http://www.ilmessaggero.it/photos/panorama/98/87/3279887_0855_roma.jpg.pagespeed.ce.eq5gwdh9zx.jpg

di elena panarella

“sculture per le piazze di roma contemporanea” è il tema della prima edizione di “un pensiero per roma” festival d‘idee per l’abbellimento urbano. il fine è di dare identità e vivibilità sociale alle piazze dei quartieri edificati dopo il 1930, inserendovi una scultura moderna o classica e una pedana, attrezzata con sedili e verde, per esibizioni di artisti. la decisione dell’inserimento organizzato di opere d’arte in spazi pubblici spetta ai municipi e alle sovrintendenze. il festival vuol individuare luoghi e suscitare proposte. per ogni piazza selezionata sarà organizzato un comitato per formulare e sostenere un progetto. il dialogo tra associazioni di cittadini e istituzioni potrà poi produrre risultati concreti.

il festival, ideato e diretto da antonio bruni, è organizzato dall’onlus “un pensiero per roma” e promosso da un comitato di professionisti, artisti e intellettuali, che ne garantiscono l’autonomia e s’impegnano, a seguito della manifestazione, a sviluppare le migliori mozioni e a sottoporle all’opinione pubblica.
sede della manifestazione è la galleria alberto sordi, lato piazza colonna, davanti all’istallazione temporanea della scultura libreria colossea. da venerdì 20 a venerdì 27 ottobre colossea è visibile dalle 8,30 alle 21. il festival si svolge dalle 19 alle 20. l’opera di antonio bruni, che ricorda nel profilo l’anfiteatro flavio, è prestata come simbolo e luogo fisico e virtuale del festival, ma non è inseribile in una piazza. l’esposizione di colossea è un invito alla raccolta delle idee in una struttura aperta. la creazione di una libreria, in un tempo in cui il libro sembra destinato a uscire dal mercato, è una sfida alla dispersione e alla superficialità. 

il leitmotiv della manifestazione sarà la canzone “un sogno per roma”, scritta da diego gullo e roberto fia una carriera che ha attraversato la storia della musica leggera, da morricone a bacalov, da carosone a lauzi, rita pavone, morandi, mina, massimo ranieri e patty pravo, oggi autore soprattutto di colonne sonore per il teatro. fia parlerà del brano per la manifestazione, che racconta un’utopia per roma, il 25 ottobre.

mercoledì 4 ottobre 2017 – ultimo aggiornamento: 23:52 

© riproduzione riservata

 

 

idee per la città: associazioni e istituzioni – venerdì 27 ottobre 2017

idee per la città: associazioni e istituzioni – venerdì 27 ottobre 2017
le foto in basso e a sx galleria

antonio bruni, direttore del festival, conduce: facciamo parlare associazioni e istituzioni per la cultura di roma   

massimiliano giovanetti- attore- interpreta colossea, sampietrini, giacigli sul travertino poesie di antonio bruni
loredana martinez- attrice- interpreta il concerto – poesia di antonio bruni
 

roberto morassut , deputato e scrittore – iniziative pubbliche per le piazze negli ultimi venti anni

cinzia guido – assessore cultura municipio roma i centro- spazi culturali nel primo municipio

celeste manno – consigliere municipio roma ii – spazi culturali nel secondo municipio

francesca valente – comitato mura latine
il comitato mura latine è nato nel 2014 per soddisfare una forte esigenza di attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio, in particolare dell`appio latino, e ai cittadini che lo abitano. quest’attenzione ispira tutta l`azione del comitato sia per le proprie iniziative, sia nel rapporto con altre associazioni, comitati di quartiere ed enti pubblici e privati che perseguono scopi analoghi. le mura latine e il relativo parco sono il primo interesse del comitato. con il programma “intorno alle mura di roma”, appena avviato in collaborazione con l’inarch lazio e il dipartimento di architettura e progetto della sapienza, il comitato cerca di attirare l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni e degli operatori pubblici e privati su questa risorsa straordinaria, che merita di essere riscoperta come bene comune.

francesca di castro – gruppo dei romanisti

francesco piccolo – strenna dei romanisti

sandro bari- roma tiberina e voce romana

marco ravaglioli – per roma

silvia frezza – poetessa-  

er discorso der tevere

da quanno so nata
nun ho mai visto cosi roma allagata
mamma mia che impressione
vede er tevere gonfio dar cuppolone

(è lui che ora parla)

nun date corpa alla pioggia insistente
la corpa e` de chi governa e della gente
finche er fiume  scorre lento gnente je frega
ma quanno vede che e` gonfio allora prega

me so stufato
d`esse deriso e beffato
perche na vorta quanno me guardavi te sembravo na carezza
ora me guardi e so pieno de monnezza

fra sorci detriti e carogne
che me vengono dalle fogne
me so tutto intasato
che de brutto ora me so arrabbiato

so secoli che lentamente passo e non disturbo
mo so anni eppure tanti che nessuno me fa no spurgo
nessuno me dedicha quarche ora de lavoro
pensano che me spurgo da solo? li mortacci loro

 

popolo romano chi ve parla e` er tevere
che corre sempre e nun se stanca mai come un bersagliere
ma se nu me mantenete bono e pulito
prima o poi ve daro` er ben servito

per cui co tanta pazienza 
mettetece la coscenza
de pulimme ogni tanto 
che io ritornero` n`incanto

silvia frezza

 

scalfaro oscar luigi

oscar luigi scalfaro 

di fede profonda e distinta

da stato che è di ogni persona

da legge che è metro per tutti

fu fermo in pubbliche scelte

austeri e frugali i costumi

agiva in etica e regole

amò gli avversari di idee

di molti divenne maestro

difese la costituzione

2012 – iii

www.antoniobruni.it

nella primavera del 1992, le elezioni politiche anticipate esprimevano la crisi della prima repubblica. cominciava a sbandare la democrazia cristiana, che aveva retto il paese per quasi cinquant’anni. con dante fasciolo e corrado granella proposi all’allora dirigente della dc  pierferdinando casini, un’iniziativa di comunicazione adatta al momento: registrare una breve intervista con i parlamentari più attivi e dignitosi politicamente, su cosa avrebbe potuto e dovuto fare il loro partito per rinnovare l’italia. ogni deputato avrebbe poi diffuso la sua intervista attraverso diversi canali.  aderirono in molti. invitai anche scalfaro che mi rispose esistante: “ perché si rivolge a me? ho l’impressione che i dirigenti del partito non vogliano nemmeno ricandidarmi alle elezioni.”  insistetti dicendogli che nei momenti difficili si ha bisogno delle persone migliori, anche se ai margini della mischia. scalfaro accettò,  mi disse, per rispetto del mio entusiasmo.

affermò tre cose precise: che bisogna scegliere bene ogni singolo parlamentare, che abbia senso dello stato e del bene pubblico, altrimenti il parlamento fallisce; che i partiti sono il raccordo fondamentale e insostituibile tra lo stato e i cittadini (altre formazion di nome diverso farebbero lo stesso mestiere dei partiti); che per ristabilire la legalità occorre un raccordo forte tra magistratura, forze dell’ordine e cittadini.  dopo vent’anni queste tesi sono ancora valide.

due mesi dopo scalfaro divenne presidente della camera e poi presidente della repubblica. ebbi occasione di un altro contatto con lui dopo undici anni. dal 2001 al 2003 pubblicai ogni giorno sulla prima pagina di “il popolo”, diretto da giampaolo d’andrea, una poesia di commento all’attualità politica. il giornale chiuse per una miope scelta dei dirigenti della margherita, che rinunciarono ad una testata nota e di grande tradizione storica. pubblicai in un libretto dal titolo “il quotidiano in versi”  una selezione di quelle poesie e ne inviai una copia al senatore a vita scalfaro che mi onorò di una lettera autografa, una tra le più belle  soddisfazioni  della mia vita. trascrivo il testo: “ricevo la bella pubblicazione che riporta le sue poesie politiche che facevano di annuncio su “il popolo” fino alla dolorosa chiusura del gennaio di quest`anno. ricordo quante volte le ho lette. certo la provvidenza le ha donato una viva e profonda vena poetica: molta ammirazione! continui; chi è corifeo, ha la voce anche per chi non l`ha. apro e leggo molte felici istantanee… ecco “la pistola inutile” “affronta la vita da inerme, sarai più sicuro nel cuore”. molto bello e molto attuale: vince chi più crede e più ama.  dobbiamo ricordarcelo. grazie di cuore. suo oscar luigi scalfaro – 4 settembre 2003 nel fallimento politico, economico e morale della classe dirigente la seconda repubblica, l’italia si è tenuta in piedi grazie alla guida ferma degli ultimi tre presidenti, scalfaro, ciampi e napolitano, esponenti  della generazione e delle tre correnti di pensiero (cattolica, laica e comunista) che fondarono lo stato democratico.  ai tre presidenti ho dedicato la poesia “donna a figura intera”  sui centocinquanta anni dell’unità d’italia perché ne hanno saputo incarnare lo spirito e nel loro magistero ne hanno indicato le speranze.

 

 

20120207  commenti dei lettori della poesia su scalfaro

e` vero caro antonio,ero in autostrada quando mi ha sorpassato il carro funebre con varie macchine di scorta e auto blu a seguito. ho capito subito che era lui che se ne tornava a nord… e dal cuore mi è venuto un <ciao presidente!>. pamela villoresi

 la calibrata poesia in ricordo al presidente scalfaro, da poco scomparso, nel cui ricordo ho di lui ritrovato molto. mario verger

 

oscar luigi scalfaro ha lasciato il ricordo di un politico, presidente e soprattutto uomo di rara intelligenza e profondo senso della giustizia,nn solo nel suo ambito (compresi gli avversari politici) ,ma anche nei semplici cittadini, il suo popolo. la tua poesia è bellissima, e ho condiviso con grande partecipazione i tuoi ricordi. doriana vercesi

 

caro antonio, scusami,ma per me scalfaro resterà il peggior presidente ciao  gigi zannini

caro antonio, ho letto con molto piacere e profondo consenso sia la tua poesia per scalfaro sia il ricordo che ne fai e la sua lettera. hai ragione, ma uomini di quella statura e dirittura morale ne esistono ancora? quelli erano “i leoni e i gattopardi, poi sono venuti gli sciacalli…”. o magari i caimani e i voltagabbana… ciao, mario quattrucci.

 

 

concerto di pentole – sognando i serpesci

concerto di pentole racconto da sognando i serpesci

video interpretazioni (premere sul nome) di   roberta_marcucci    carmela_ricci   marta_scelli  loredana_martinez   ornella_cerro

 

 concerto di pentole racconto da sognando i serpesci

sono cinque o sei condomìnii e affacciano tutti in un unico cortile.

centinaia di finestre, finestrelle dei cessi, balconcini di cucine, finestroni delle scale.

io abito all’ultimo piano, il decimo.  li vedo tutti, guardo dentro le case. quando le luci sono accese, la vita della gente è come se fosse in strada.  mangiano, litigano, cucinano, studiano, si spogliano, dormono.  qualcuno fa anche sesso senza tirare le tende. 

da quassù sono tutti piccoli, insignificanti, formiche.

gente che vive giorno per giorno. non sono capaci di esprimere niente. guardano tutti la televisione, mattino e sera.

urla di partite, risate, litigi, tutto ad alto volume, dalle stanze in penombra lampi di cambio di canale.

odori di fritto e di cavoli; vapori di pentole; scarichi.

noia, disturbo, volgarità. 

 

io domino dall’alto, mi distinguo, sono un’artista.  ho qualcosa da dare, qualcosa da dire, qualcosa che questa gente non ha mai gustato. devono sapere che hanno l’onore di avermi qui in alto.  

devo concedermi; questo cortile è il mio teatro. ogni finestra è un palco.

 

non sono ancora le nove; è quasi scuro e sono tutti lì attorno, pronti a godersi la cena.

fa caldo! 

le finestre sono aperte.

e’ il momento del mio grande debutto. una data che resterà.

sono sola, come sempre, ma sono pronta, decisa.

ho messo una luce parallela alla finestra che mi illumina sulla parte destra, la mia migliore. non si vede il grosso neo dall’altra.

indosso l’abito da sera argentato, è stato cucito apposta per il teatro. 

lo scollo è forte esuberante; ho rinforzato le coppe,

il trucco mi spalanca gli occhi e la bocca.

un ultimo controllo allo specchio, poi apro le imposte.

batto col mestolo sulla pentola grande d’acciaio, un suono dolce e intenso,

tra un timpano e una campana.

quattro tocchi poi un ritmo e ancora tre tocchi, forti, eccitanti.

fioriscono teste in controluce.

attacco casta diva  e la mia voce si spande acuta e sensibile.

non ce la faccio a completarla tutta e lascio che si spenga con un soffio.

prendo due padelle, una grande e una piccola, le  batto di schianto e poi a piccoli urti.  rintocco la pentola grande come un gong. 
l’armonia ha già riempito il cortile.

qualcuno grida e altri ridono ma io non ci bado e proseguo.

accenno summer time ma mi commuovo e smorzo anche questo tema.

e’ il mio concerto, lo sognavo da anni e ora lo improvviso.

passo al jazz  e  lo inizio con  grattugia e coltello, la partenza giusta per attaccare  when the saints go marching in  e lì mi scateno,  agito braccia ed il corpo, scende una spallina.

il mio teatro è un trionfo; le finestre sono palchi di gala, ridono, urlano, applaudono; si sente qualche versaccio ma sono fischi all’americana.

chiudo con un lungo vocalizzo e il basso suono del pentolone.

chiudo la finestra spengo la luce.

mi abbandono sul letto.

 

sono passate circa tre ore; è quasi mezzanotte.

il cortile è mio, l’ho conquistato; sento che non devo abbandonare la scena.

apro la finestra ma non accendo la luce. 
attacco il chiaro di luna a bocca chiusa.  e’ dolce, con un battito lento tra tegame e padella, poi lo flauto nell’imbuto.

brevissimo.
nessuno ha il tempo di reagire. mi ritiro nel buio della stanza, squarciato dal chiarore esterno. non si vedono né stelle né luna. qualche nuvola riflette la città.

e’ stato il mio giorno; forse replicherò.

natività la raccolta dal 1991 scaricabile

la raccolta completa delle poesie della natività dal 1991: scarica il pdf sotto l`immagine

non è un’ insegna ma una stella è una pubblicazione liquida in formato elettronico (84 pagine, otto acquerelli, versione inglese bifronte), fuori commercio,  che raccoglie i venticinque anni (1991-2015) di storie in versi scritte da antonio bruni come lettera di auguri nella forma originale (grafica, carta avorio e traduzione sul retro) della spedizione. la cartella è stata curata dal direttore artistico sergio de bernardo, con acquerelli originali della pittrice di san pietroburgo liuba  novozhilova. la versione inglese è di rodolfo longo. altre poesie brevi sono dedicate al tempo di natale.  è scaricabile gratuitamente e stampabile su singoli fogli a4  consiglio la carta avorio da 120 grammi. 

lettere di natale: 2020 il contagio del bambino – 2019 il viadotto – 2018 il barcone -2017 l`asilo- 2016 la questione- 2015 il colonnato- 2014 la cupola e la tenda- 2013 cometa ha violato la guerra- 2012 il diluvio- 2011 il dono del presepe- 2010 la discarica- 2009 il paese del bianco natale- 2008 trittico degli angeli- 2007 un teologo- 2006 una bambina- 2005 il muro-  2004 l’ostaggio- 2003 il concerto – 2002 un volo notturno – 2001 tre donne – 2000 il semaforo- 1999 il disturbo della stella- 1998 il re magio – 1997 l’esodo- 1996 gli angeli galanti- 1995 nel sonno dell’uomo-  1994 l’ annuncio-  1993 a reti unificate – 1992 mogadiscio- 1991 tre magi   
tempo di natale: non era un’insegna ma stella – il ventre nel barcone- l’ asino-  il bue- giuseppe- maria 


cominciò nel 1991
.   
antonio bruni inventò tre magi moderni in una poesia da inviare agli amici per natale.  in tanti risposero e da allora la lettera divenne tradizione. la platea dei lettori si è poi allargata, con la diffusione della posta elettronica, in italia e all’estero. la traduzione dell’anglista rodolfo longo ha facilitato la lettura alle centinaia di amici stranieri, in prevalenza colleghi professionisti di tv, radio e cinema, che bruni ha conosciuto in tanti anni di lavoro come programmista e poi come responsabile dei festival internazionali della rai. si sono aggiunti gli ascoltatori di unomattina nel periodo in cui componeva versi quotidiani in diretta tv e amici corrispondenti, molti conosciuti attraverso la rete. 
le poesie sono illustrate dagli acquerelli di liuba novozhilova

la cometa  
non è un’insegna luminosa pubblicitaria ma è un evento prodigioso naturale che attrae le persone verso un posto disagiato dove il mistero s‘incarna: una stalla, una grotta, una discarica, una baracca, un rudere, il tetto di una casa alluvionata.  c‘è sempre una coppia in viaggio, costretta a muoversi, a emigrare, anche se il parto è imminente. hanno bisogno di un riparo ma non parlano, entrano alla fine al centro della scena.

protagonista 
è ogni volta un personaggio in ricerca interiore che s‘imbatte nel luogo di fortuna dove il bambino nasce povero tra i poveri. sono donne e uomini di età e condizioni sociali diverse: pastori e re magi, una prostituta somala, un giornalista, un ostaggio, tre volontarie dell’assistenza, un pilota, un navigatore in rete, una bambina sola in una baraccopoli, un teologo, angeli, profughi e immigrati.

la prima lettura a natale del 2007

la prima lettura delle storie della natività si tenne il 21 dicembre 2007 alla domus talenti di roma, regista idalberto fei e direttore artistico maurizio angeloni, 
con l’interpretazione di lucia poli, mariano rigillo, anna teresa rossini, silvia siravo, pamela villoresi  e di quattro registi nel ruolo per loro insolito di attori: 
gianfranco albano, claudio bonivento, franco bernini, cinzia th torrini.  flautista carolina pace.

mariano rigillo e pamela villoresi lessero una poesia in diretta al tg2, silvia siravo a unomattina.

altre letture in concerti e manifestazioni natalizie in diversi anni.  
nel 2009 e 2010, 2015, 2017 con il gruppo sol artium di monica burgio. 

il 22 dicembre del 2015 grande lettura nella biblioteca della camera dei deputati, concessa dalla presidente laura boldrini; conduce christiana ruggeri.

nove interpreti in un grande compagnia: pamela villoresi, silvia siravo, edoardo siravo, anna teresa rossini, mariano rigillo, lucia poli, sergio nicolai, cosimo cinieri, gabriella casali. vedi la cronaca http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=323

  e i video  http://www.antoniobruni.it/items.aspx?cat=video%20nativit%c3%a0

interpretazioni al flauto di carolina pace