Posts by Daniele

76 flutto

il flutto canto n.76 ottavo coro: i brividi -video

travolgente notte nuziale in un bagno in mare 

erica blanc interprete  https://youtu.be/omkdvinjmb4 maratona al teatro de` servi  roma 21 dicembre 2003 regia idalberto fei

erica blanc interprete                                             tempio di dioniso roma 22 novembre 2002 regia idalberto fei

 

 

vacanza e balliamo imperlati

terrazza d`albergo su costa

la notte di luglio arroventa

 

il salto dei corpi alle note

battenti  percosse urlate

sfrenati nel solo ondeggiare

 

siam ultimi ormai sulla pista

d`intorno sbadigli a smontare

tovaglie e i resti di festa

 

la luna troneggia alle due

in pieno dominio orizzonte

non aliti in mare dormiente

 

in spiaggia scendiamo allacciati

non freno risate né mosse

la sabbia ci spinge nei passi          

 

fin dentro caletta di rocce

splendenti d`argento riflesso

nel nostro esclusivo privato

 

mi slaccio infiniti bottoni

dell`abito lungo e leggero

fiorato a intrecci sul rosa

 

rivelo al chiarore i merletti

sottili alle curve accennate

i sandali schiavo lui scioglie

 

fatica impaziente a scoprirmi

mi guarda in ginocchio brillante

voglioso del bagno notturno

 

ridiamo nel toglierci impacci

in acqua corriamo a squagliare

calura del chiasso e del ballo           

 

nuotiamo guidati da luna

a perdere le ultime forze

torniamo in naufragio alla riva

 

mi tira caviglie e mi annega

mi morde tornando al respiro

intanto c`è brezza che muove

 

le onde ci infrangono bocche

ci staccano in moto poi insieme

sbattuti e lui pronto la gola

 

mi invade con lingua salata

diversa mi appare da quella

già nota (è marito!) ed amata

 

incontro ora un uomo marino?

abbraccio tentiamo sgusciante

col flutto siam talamo in tre      

 

in nuova stagione mi sento

nel gioco che il mare dispone

io rido e mi tira i capelli

 

che ho corti nervosi e sfuggenti

la lotta a inseguirci di bocca

fintanto a toccare coi piedi

 

il fondo cerchiamo ancoraggio

per rendere presa alle membra

curiosa d`amplesso salino

 

mi trovo disposta all`interno

non l`acqua pensavo mi aprisse

mammifero pesce mi sento

 

lui preme ad entrare ma l`onda

lo stacca e lo rende furioso

sghignazzo del gioco e lo attendo       

 

mi stringe alla nuca con rabbia

e il flutto lo spinge all`ingresso

lubrifica l`umido il pene

 

e segue corrente nel moto

l`andare e il tornare di schiuma

produce un vibrare di pelle

 

è terzo che accresce piacere

capezzoli in pieno turgore

i pori grondare e gonfiarsi

 

galleggio ancorata al suo pene

lui fermo sui piedi resiste

ma dentro mi corre scottante

 

leggera ribollo in freschezza

allegra su giostra marina

notturna regina natura                 

 

e il maschio nettuno sostiene

con forza dell`asta e di braccia

capricci del mio ondeggiare

 

gli sfuggo alla stretta e ritorno

richiudermi e aprirmi nel fiore

continuo a godere l`arpione

 

son fune sicura alla nuca

ormeggio che tira al piacere

i glutei mi graffia alle spinte

 

schiudendo alla complice onda

ingresso al rapporto col corpo

non ho più barriere né chiuse

 

lo fisso negli occhi e mi sciolgo

in bocca nel petto e in vagina

ripiena del seme e del mare.           

 

                                                 

 

 

                                  

 

 

 

 

 

 

colossea il commento di sandro ranellucci

il commento di sandro ranellucci, architetto e docente universitario, alla prova di montaggio dell`istallazione il 5 luglio 2017

percorrendo lo spazio aulico della galleria, la composizione appare a prima vista fuori posto. priva delle fattezze tradizionali della comunicazione artistica, da lontano la riconosci caratterizzata da una certa dose di casualità. gli elementi libreria, accurati, quasi del tutto simili, impercettibilmente diversi, tautologici nella loro sobrietà, allusivi su piani diversi, minimali, rinunciatari di qualunque referente. fino a che non leggi l’istallazione improvvisamente sottomessa alla prorompenza di un segno riassuntivo. l’assemblaggio per piccoli componenti riconducibile ad un  segno iconico di grande scala: al monumento per eccellenza, quanto di più lontano dal piccolo manufatto costitutivo, al quale è affidato il compito di confrontare sul piano concettuale  estraneità semantiche convogliate a partire  dal mondo di pensiero dell’autore.
sandro  ranellucci – architetto e docente universitario 

 

notizie italia news articolo di silvia chessa

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notizie italia news articolo di silvia chessa

un pensiero per roma


14 giorni fa  eventiwww.notizieitalianews.com

si inaugura stasera 20 ottobre 2017, per la prima volta a roma, galleria sordi (h19/21), il festival “un pensiero per roma”, idee per la città. 

descrizione: https://4.bp.blogspot.com/-commas5rmly/weomp184eai/aaaaaaaakzw/pmioge0w50iledbj9zamocxsl0x5sxc9acewybhgl/s320/fb_img_1508509726825.jpg

è una novità assoluta e molto interessante che mira a coinvolgere artisti ed esperti vari (architetti, urbanisti, ingegneri..) per una mirabile iniziativa : l`abbellimento  di piazze della nostra e delle altre città ! pensiamo a quanti spazi urbani e cittadini mal adibiti potrebbero trovare nuova linfa dall`istallazione di opere magari sepolte nei sotterranei dei vari musei.. oltre al risultato decorativo ce ne sarebbe uno di grande portata sociale e culturale: si creerebbero luoghi di aggregazione e di stimolo intellettuale, spazi per eventi come letture poetiche, esibizioni musicali, incontri culturali. le piazze sarebbero teatri all`aperto con tutta la valenza della novità e della partecipazione di quanti volessero trasmettere un messaggio di sapere e di condivisione di talenti. lodevole è quindi l`idea sostenuta da questa onlus (“un pensiero per roma”), e ideata e promossa da antonio bruni, direttore artistico del festival, e lui stesso artista polivalente  (poeta, scrittore, giornalista, già dirigente rai e da ultimo artigiano-artista come scultore del legno!). fa infatti da sfondo all`evento la sua opera lignea “colossea”, un`istallazione  in ciliegio massello che è una libreria di forma circolare, ma è anche un simbolo, nonché una sana provocazione: invito alla raccolta di iniziative, colossea (dalla forma a spirale che abbraccia, ma non rinchiude!) allude, dunque, al potenziale di accoglienza del sapere, con le sue braccia eleganti. sta a significare accoglienza non solo di volumi ma anche di persone (tutte, tutti): un`apertura che arricchisce e ingloba, com`è proprio, e come dovrebbe essere, della vera cultura!

silvia chessa

libri e scrittori martedì 24 ottobre 2017

martedì 24 ottobre ore 19 libri e scrittori
galleria di foto in basso e a sx 

alfredo meocci, giornalista, conduce: facciamo parlare chi scrive e chi pubblica
roma, il ritorno al mito. secondo roberto calasso nel suo saggio `l`innominabile attuale`: questo è un mondo sfuggente come mai prima, che sembra ignorare il suo passato. ciò` che prevale è l` inconsistenza, un’inconsistenza assassina. è l`età dell`inconsistenza . e allora? allora il mio pensiero è sul passato di roma: la capitale del mondo. immaginate questa magica città ai tempi dell`impero, costruita con marmo bianco e oro. il centro di tutto: dalla cultura al potere religioso e politico. roma deve tornare a essere un mito, questo è il sogno ma il mito è una parola scelta dalla storia , per questo non so se ce la faremo .


silvia siravo- attrice- interpreta destini della biblioteca, colossea, sampietrini – poesie di antonio bruni 

maria rita pocino–editrice edilazio- libri liberi nelle piazze

le piazze di roma contemporanea dovrebbero essere non soltanto luoghi di passaggio, di transito veloce ma, dove possibile, luoghi di aggregazione culturale attraverso, per esempio, l’installazione di strutture leggere tipo librerie/espositori con scaffalature piene di libri in una sezione di argomento romano – anche in particolare con libri di storie, racconti, descrizioni architettoniche, urbanistiche del quartiere dove si trovano le piazze coinvolte nel progetto – e in una sezione libri personali di vario genere portati dagli abitanti della zona per attivare un sistema di circolazione di libri tipo scambio, permute e/o donazioni con la finalità di far vivere le piazze con la possibilità di creare singole postazioni per la lettura e angoli attrezzati per presentazioni di libri, incontri con l’autore, letture, performance culturali.

franco matteucci–scrittore- libri elettronici su strisce pedonali
mi piacerebbe che invece del poliziotto ci fosse lo spazzino di quartiere. una città pulita dà lindore alla mente e tutti saremmo più creativi. e che all`ingresso di ogni stazione metropolitana ci fosse un distributore di file di ebook. alcuni gratis e altri a pagamento. e che le strisce pedonali ormai resti archeologici venissero inserite tra i monumenti romani.tratto da la mossa del cartomante ed newtoncompton: l`ispettore santoni si affacciò alla finestra. scrutò il traffico, pochi alberi, una panchina.  lo smog bruciava i polmoni. come potevano le piante sopravvivere in quelle condizioni? germogliare in primavera? le foglioline sarebbero state spompate, pallide e della clorofilla avrebbero avuto solo l’illusione. nella strada due ragazzini si stavano abbracciando appassionati, una coppia come tante, ma si stringevano a metà, con una mano sola, l`altra era occupata dal telefonino. alternavano baci a un`occhiata sul display. la ragazza con i capelli rossi, una minigonna cortissima, senza staccare le labbra, ma guardando di lato, rispondeva ai messaggini. quel mondo confermava la sua rivolta, lupo bianco aveva fatto bene a fuggire dalla città, lì sarebbe diventato matto.

carla guidi–scrittrice e giornalista- microcittà dipinte. 
roma è sempre stata un centro accogliente dal punto di vista sociale. qui, in pochi giorni, tutti si sono sentiti subito romani e dentro una delle sue 198 microcittà. “ognuna di queste microcittà è dotata di un proprio senso, almeno per chi ci abita. fuori da quelle microcittà, nel generico spazio metropolitano, gli abitanti sono come spaesati, privi di qualsiasi riferimento comune a tutti, privi insomma di identità cittadina.” (da capitolivm, la rivista del comune di roma, da un`indagine condotta dal cresme). per questo è importante che ogni microcittà debba essere coinvolta nella progettazione e mantenimento delle sue piazze. e’ forte la richiesta di street art condivisa e di spazi verdi con panchine.  da estetica anestetica robin edizioni 2018: questa era roma nel 1971, sottoposta a ferite mai portate a guarigione. giulio carlo argan l’avrebbe definita – più che una città, roma è una polenta molle scodellata – ciò prima che fosse condannata ad espandersi ancora di più, come un’ameba, in un territorio corrotto dalla “fame della speculazione edilizia”. la disinvolta antropizzazione sfrattò le divinità pagane e il prezioso ponentino, lo storico zefiro, profumato di mare, bloccato da alti, compatti edifici, nella endemica carenza di un piano urbanistico, nonostante l’anatema di italo insolera. nel flusso dell’accaparramento solo i torsoli rosicchiati delle archeologie, in panorami metafisici, senza più contesto, “ambivalenti”, come le immagini dei sogni.

claudio giovanardi–italianista e scrittore l’ossimoro, il progresso è nel passato.
tante linee di tram che s’incrociano per le strade. il parco del colle oppio con le panchine di legno verde, i vialetti di ghiaia, i prati pieni di fiori e di farfalle, lo spiazzo di terra per la partitella a pallone, la fontanella che butta acqua freschissima, il vigile che passa in bicicletta e minaccia di sequestrare il pallone che non sequestra mai. i tempi morti, le domeniche a piedi, il centro festosamente invaso sotto natale. la bonarietà, la simpatia, allo stadio mischiati tra laziali e romanisti pure il giorno del derby. la generosità, la carezza allo sconosciuto, la mano tesa a chi ha bisogno. mi dispiace, ma il mio pensiero bello per roma deve rovistare nella memoria. roma concilia gli opposti, è un gigantesco ossimoro: il suo progresso è nel passato.

da mamma ricordi, manni, 2013. guardavamo tramonti spioventi su santa francesca romana mamma ricordi. tramonti rubizzi d’inverno, l’inverno che spacca i polmoni e srotola stille di forza nei giovani cuori affannati. che rosso in quel cielo e che brivido freddo all’aprire la lunga finestra, ma avevi ragione tu mamma nemmeno la lastra di vetro doveva frapporsi tra l’occhio e la striscia di fuoco. alberi bruni segnavano silenti sentinelle il contorno e la scena. la chiesa stagliava sinistra la sagoma accesa. persino dagli archi  del mite colosseo sfilavano lingue intrise di sangue nerastro. il sole s’andava a cuccà come un vecchio signore assiso su un cocchio tirato da rossi cavalli alla briglia. “che bello” dicevi tu mamma “che incanto”. sentivo il silenzio del mondo in quei passi di tempo.

massimo chieli–dirigente e scrittore- 
per mino maccari “se ami gli alberi non sarai mai sindaco di roma”. aveva ragione:la moria d`alberi corrisponde all`ansimare di una città  straordinaria   nonostante quello che fanno e non fanno i suoi amministratori. per i  servizi è necessaria una gigantesca opera di riorganizzazione, ma in alcuni casi non sarebbe così complicato uscirne. le piazze di periferia (comprese le zone dell `eur, ad esempio) , le piccole aree già costruite con suggestive intenzioni(vedi il piccolo anfiteatro di via dell`antartico) invece che negletti ricettacoli di sporcizia, con pochi ritocchi e una ordinaria manutenzione possono diventare pezzi riconoscibili di roma .con il materiale dei sotterranei capitolini abbiamo creato il magnifico museo montemartini, non possiamo sistemarne altri ad ornare le tristissime rotatorie maltenute? magari basterebbero le bandiere della città, o riproduzioni della lupa(mario dell`arco la immaginava in sciopero, stufa del degrado) di giovani artisti a far pensar che roma è dovunque roma.e che ne sarà dell`ex velodromo? un centro sportivo,una multisala? e un quasi-bis dell`auditorium, con sale per esibizioni di artisti romani e non, spazi dedicati a roma antica e moderna? pensare in grande? no, pensare per roma. grande è lei.

 

paolo botti–dirigente e animatore culturale-

emanuela capozzi–scrittrice per ragazzi il bilico tra moderno e classico

cara, cara roma a te regalo i miei pensieri, il mio desiderio di viverti tra i vicoli di trastevere ed eatitaly. in bilico sempre tra passato e futuro che mette insieme l’anfiteatro flavio e la nuvola di fuksas; come non dare ragione a ennio flaviano quando scrisse: “ roma ha questo di buono, che non giudica, assolve”? roma mia, ti guardo, e penso al naturale evolversi della modernità che dipinge di nuovi colori e forme la tua indiscussa bellezza, ma il tuo esprit, no, quello no, vacilla ma non cede ed è proprio questa tua essenza che viene tanto amata quanto giudicata da chi non ti guarda più con gli occhi di uno stendhal o di un goethe, a farti unica. allora penso che roma semplicemente accoglie, senza chiedere il passaporto ed è questa la sua forza ma raramente viene capita senza essere giudicata;  penso al mio sogno per te roma mia, sogno che nelle scuole si parli di te, del tuo essere con il quale crescere ed identificarsi al di la di qualsiasi provenienza. forse è questa la vera modernità.quando si considera un’esistenza come quella di roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell’antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino).  non lo dico io ma goethe.

 

 

differenziarsi

differenziarsi

 

non la riconosci

da aspetto distinto

vestito elegante

e ben profumata

la noti di sera

o presto al mattino

accanto ai bidoni

della spazzatura

da come divide

e dispone gli scarti

chi la differenzia

è la differenziata

persona civile

rispetta i rifiuti.

gennaio 2018

contare – sognando i serpesci

contare  racconto da  sognando i serpesci

video interpretazioni ( premere sul nome) di    federico_pacifici  , piermarco_venditti  https://youtu.be/01-lkavcmfi

i numeri sono la vita

conta e riconta alla fine saprai

se non hai contato più non ricordi

se non sai contare niente tu conti

se quello che hai intorno non conti

tu quanti ne contiene non sai

 

mi piace contare; devo contare tutto quello che ho davanti, le cose, gli spazi, le sequenze.

 

vado a trovare un mio amico che vive in grande appartamento con un  salone molto arredato, che si apre sue due stanze e un corridoio. mentre mi prepara il caffè, mi guardo intorno e comincio a contare le aperture sull’esterno:  un balcone e una finestra, un’altra finestra in studio, una nella stanza da letto e una nel bagno attiguo ( e sono cinque).


poi conto le aperture interne: la porta del corridoio, quella dello studio, quella da letto, quella del bagno e quella sull’altro corridoio (e sono altre cinque). 

quindi siamo già a cinque più cinque, dieci. 
passo ai quadri e sono tanti: due tra le porte del corridoio, quattro su una parete e quattro sull’altra che fa angolo, (e sono dieci) tre tra balcone e finestra,( e sono tredici) cinque sopra il divano, ( e sono diciotto) tre sulla porta dello studio (ventuno),  tredici sopra il pianoforte nello studio, (ventuno più tredici e sono trentaquattro) tre di lato e tre sulla parete di fronte e sono quaranta, poi sei in stanza da letto e due in bagno: quarantotto. possibile? ricontiamo .

due tra le porte del corridoio, quattro su una parete e quattro sull’altra che fa angolo, (e sono dieci) tre tra balcone e finestra,( e sono tredici) cinque sopra il divano, ( e sono diciotto) tre sulla porta dello studio (ventuno),  tredici sopra il pianoforte nello studio, (ventuno più tredici e sono trentaquattro) tre di lato e tre sulla parete di fronte e sono quaranta, poi sei in stanza da letto e due in bagno: quarantotto, ci siamo.

dieci porte e finestre e quarantotto quadri: totale cinquantotto.

 

non ho finito: contiamo le sedute: di cinque elementi è composto il divano ad angolo, poi ci sono due divani di fronte e sono sette, sei poltroncine  e sono tredici, due sedie dietro il tavolo (quindici) una poltroncina da scrivania e sono sedici.

 

dieci porte e finestre e quarant… due quadri? no quarantacinque? no ricontiamo…
due tra le porte del corridoio, quattro su una parete e quattro sull’altra che fa angolo, (e sono dieci) tre tra balcone e finestra, (e sono tredici) cinque sopra il divano, (e sono diciotto) tre sulla porta dello studio (ventuno),  tredici sopra il pianoforte nello studio, (ventuno più tredici e sono trentaquattro) tre di lato e tre sulla parete di fronte e sono quaranta, poi sei in stanza da letto e due in bagno: quarantotto. non c’è errore.

dieci tra porte e finestre, poi quarantotto quadri e sedici sedute… fa?

settantaquattro! giusto?

 

arriva l’amico con il caffè e comincia a raccontarmi del suo ultimo lavoro; vorrei contare anche tutte le statuine e i soprammobili ma non posso, devo ascoltarlo.  ne intravedo due più cinque. più una accanto alla porta e due vasi, ma mi devo interrompere per parlare con lui; troppi elementi ancora mancano alla conta.

 

quante cose ho contato?

 

dopo mezz’ora di conversazione, esausto, dico che devo andar via; mentre ci salutiamo, nell’ingresso guardo la grande libreria fatta di scatole di legno sovrapposte. mamma mia!  quante sono? non è facile individuarle e contarle perché sono confuse dai libri che straboccano. quante scatole sono gli chiedo?  “nove linee di cinque scatole ognuna, quindi quarantacinque”. come fa a essere così preciso? io le avrei contate una ad una. vorrei verificare ma è bene che vada.

scendo le scale, lunghe perché il palazzo ha i soffitti alti: cinque gradini attorno al vano ascensore, poi nove (e sono quattordici) si gira sul pianerottolo poi altri nove e altri cinque e siamo al secondo piano: quattordici più nove più cinque e siamo a ventotto.  altri ventotto tra il secondo e il primo e quindi  sono cinquantasei. dal primo al piano terra sono ventotto fino all’ammezzato poi sei più quattro e quindi sono trentotto.  allora ventotto più ventotto più trentotto fa novantaquattro gradini per salire tre piani!

sono stato preciso?

esco in strada e guardo i tavolini del bar allargati sul marciapiede: sei tavolini tondi: quattro hanno quattro sedie e due ne hanno tre: sei più sedici più sei: totale ventotto.

quante auto parcheggiate lungo questo pezzo di marciapiede?  tre più quattro più due: totale nove.

le striscie bianche per attraversare sono sette, la linea in mezzo, più sette e sono quindici.

 

il conteggio non mi abbandona mai. esercito di continuo la mia mente aritmetica, ma quando vado a fare le somme non ricordò più esattamente gli addendi e quindi mi sbaglio. a che serve contare se le somme non sono esatte?  

   

guardo il palazzo dall’altra parte della strada: sei piani, nove finestre a piano e sono cinquantaquattro più quattro negozi e il portone d’ingresso sono cinquantanove aperture nella facciata. quattro lampioni da una parte e tre dall’altra, asimmetrici, e sono sette.

 

in strada passa tanta gente ed io sono soddisfatto: loro non contano niente ma io sono uno che conta!   

 

 

 

differenziarsi- self-sorting

differenziarsi self-sorting
non la riconosci a lady one cannot guess
da aspetto distinto distinguished look
vestito elegante smart dress
e ben profumata rare perfume
la noti di sera you see her at night
o presto al mattino or early in the morning
accanto ai bidoni in the street
della spazzatura by rubbish bins
da come divide sorting waste
e dispone gli scarti arranging waste
chi la differenzia her elegance
è la differenziata makes the difference
persona civile a civil person
rispetta i rifiuti. respectful to rubbish.
translation by rodolfo longo

elettrolettera 265 incontro del festival per colonnata il 21 maggio

 elettrolettera 265  martedì 21 maggio incontro  del festival per colonnata

logo

elettrolettera
una poesia e inviti culturali

20 maggio 2019

n°260 anno xiv

http://www.antoniobruni.it

elaborata da wedot.net

martedì 21 maggio alle 19

galleria alberto sordi
piazza colonna roma
programma dell`incontro del

festival di idee
un pensiero per roma

ingresso libero

`

tango meditativo

 

con valeria malerba e daniele casali

ornella cerro interpreta le poesie di

antonio bruni, anna manna, franco roselli e angelo zito e i pensieri di nicola bruni, leandro lucchetti, sandro ranellucci

continua l`accesso di visitatori che entrano nell`abbraccio di colonnata per una breve meditazione. molti sono sorpresi di poterlo fare anche nello spazio frequentatissimo e pulsante della galleria sordi.numerosi i commenti scritti che saranno pubblicati sul sito

http://www.pensieroxroma.it

l`abbraccio di colonnata
allarga lo sguardo in promessa
sicura nel suo orizzonte
fondata su storia profonda
è casa di scienza e d`idee
raccoglie pareri distanti
attende che il tempo avvicini
frementi discordie ideali
rivali poteri e contrasti
li fa scolorire in progresso
conserva nei libri l`essenza
tramanda sofferte ricerche
registra l`umano cammino
è ampio il suo abbraccio che avvolge
non placa il fuoco interiore
ma invita alla meditazione
ispira all`anima il volo.

http://www.antoniobruni.it

venerdi 17 maggiorosanna vaudetti ha presentato l`inaugurazione

sabrina alfonsi, presidente del primo municipio,

è stata la prima persona a fare la meditazione nell`abbraccio di colonnata.

“la scultura – ha detto – è un invito al riutilizzo degli spazi pubblici in senso più conviviale, riflessivo, ricorrendo anche alla musica classica e non alla movida chiassosa e alcolica.”

roberto morassut, scrittore e deputato,

ha parlato della necessità di portare

la bellezza anche nelle periferie.

“le rare piazze dei quartieri non centrali dovranno trasformarsi da parcheggi a luoghi di incontro, arredati con decoro e arte.”

ivana monti, attrice e cantante,

ha parlato dei segnali di bellezza

del cimitero storico del verano,

che dovrebbe essere restaurato e ristrutturato

per farne un luogo di incontro, oltre che di meditazione, come si usa nel nord europa.

loredana martinez, attrice,

ha interpretato la poesia di

antonio bruni

l`abbraccio di colonnata.

la soprano danielle scriva, in arte medusa,

ha interpretato a cappella (senza musica)

la serenata di schubert

il canto del cigno.

il tema 2109 del

festival d`idee un pensiero per roma

e`

meditazione urbana

giovanna tarasco, architetto,curatrice della mostra con roberto dottorini

roberto dottorini scultore e docente

ha guidato gli studenti

del liceo artistico via di ripetta

nel montaggio della mostra

trenta ragazze e ragazzi hanno

collaborato all`allestimento

di colonnata

 

festival d`idee un pensiero per roma

fino al 24 maggio 2019

esposizione di colonnata orario 9-21
ingresso libero

galleria alberto sordi

piazza colonna 1 roma

per segnalare gli eventi inviare un comunicato in word (non pdf) e una foto

info@antoniobruni.it

elettrolettera 270: poesia capolavoro nascosto e inviti culturali del 30 ottobre 2019

elettrolettera 270: poesia capolavoro nascosto e inviti culturali del 30 ottobre 2019

logo

elettrolettera
una poesia e inviti culturali

30 ottobre 2019

n°270 anno xv

http://www.antoniobruni.it

elaborata da wedot.net

capolavoro nascosto
dall`ombra emerge improvvisa
profumano appena i colori
incerta la luce di taglio
ermetici tratti rivela
è l`opera anonima e sola
la mano creativa è scomparsa
lasciata nell`angolo oscura
rimane muta a parlare
arriva uno sguardo e ispira.

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=746

pubblicata sulla rivista di raisenior
nuova armonia diretta da umberto casella n.4/2019 con l`intervista a anna zanoli

 

foto jean-matthieu domonhttp://www.jeanmatthieudomon.com

`

associazione civita sala gianfranco imperatori
piazza venezia 11 roma
giovedì 31 ottobre ore 18,30
paolo fallai presenta il giallo di
patrizia zappa mulas
il talento della vittima
semlibri
ingresso libero

teatro vascello via giacinto carini 78 roma monteverde
sabato 2 novembre, ore 21
francesca benedetti in
l`indecenza e la forma, pasolini nella stanza della tortura
di giuseppe manfridi
regia di marco carniti
in scena anche: dario guidi e l`autore.
musiche di david barittoni
aiuto regia: ugo bentivegna
biglietto unico 5 euro

teatro le sedie via veientana vetere 51 roma labaro
domenica 3 novembre ore 11
parla coi lupi
di idalberto fei (narratore)
con domenico turi (musicista)
angelica fei barberini (burattinaia)

adatto ai bambini
i[email protected] 3201949821

museo macro via nizza 138 roma
domenica 3 novembre orario 10-20
conclusione del laboratorio di scultura di
roberto dottorini
nell`ambito del progetto
morire dormire forse sognare

http://www.laltrosguardo.it/roberto-dottorini/

ingresso libero

teatro in trastevere via jacopa de sette soli 3 roma
domenica 3 novembre ore 20, 30
shakespeare in wine- tra magia e stregoneria
regia di annabella calabrese
[email protected]
fb shakespeareinwine

cinema barberini
piazza barberini roma
lunedì 4 novembre ore 20,30
proiezione del film
solo no
con anna teresa rossini, francesco zecca, mariano rigillo, adriana mangano, giovanni boncoddo annamaria imondi
scene e costumi giovanni la fauci
regia di lucilla mininno

galleria la pigna palazzo marescotti
via della pigna 13 roma

lunedì 4 novembre ore 18,30
inaugurazione della galleria ristrutturata
con la partecipazione degli artisti

mercoledì 6 novembre ore 18
presentazione del libro per i 90 anni di vito molinari
carosello… e poi tutti a nanna (ed.gommarò)
proiezione di video storici della rai
ingresso libero
https://www.vitomolinari.it

teatro ulpiano
vialuigi calamatta, 38 roma(piazza cavour).
tel. 3290294840
la compagnia colori proibiti
francesca borromeo, alessandro bravo, paolo di caprio, filippo metz, simona palmiero, giuseppe pignanelli, luigi paolo patano
regia di stefano napoli

 

da giovedì 7 novembre fino al 17 ore 21
circus dark queen ricordando antonio e cleopatra

 

da giovedì 21 novembre fino al 1 dicembre ore 21
lo strano caso di elena di troia

istituto di cultura laurentianum
piazza ferretto 121 mestre
venerdì 15 novembre ore 18
alessandro polet e gli autoristefano battaglia gianni bernardi christiano costantini stefano sorteni
presentano il volume
la madonna della salute di mestre

da oratorio dei battuti a santuario diocesano
i dipinti di ernani costantini
interventi di

francesca brandes, giuseppe goisis, ivo prandin
grafica di gianni costantini
edizioni marcianum press
ingresso libero
http://www.costantini.org/

museo macro auditorium
via nizza 138 roma
venerdì 8 novembre ore 18
antonio bruni , marco e. brusutti ,gianni lattanzio
presentano la rassegna
fiber art l`arte che travalica i confini
di marussia kalimerova e tania kalimerova
ingresso libero

teatro de ginnasi via delle botteghe oscure42 roma
domenica 17 novembre ore 18
elisabetta carta, fulvio d`angelo, ornella cerro e piermarco venditti
mal d`oreste da eschilo e post
di fulvio d`angelo
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casa editrice la lepre
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domenica 17 novembre ore 17,30
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la lepre edizioni
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papale-papale
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colonnata di bruni
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compie quarant’anni raitre, nata regionale e cresciuta nazionale

compie quarant’anni raitre, nata regionale e cresciuta nazionale

pubblicato su nuova armonia rivista di rai senior diretta da umberto casella n.5/2019

nata il 15 dicembre 1979, la rete aveva una precisa missione: rappresentare il volto regionale e locale di un’italia che allora sperava in un forte decentramento amministrativo e politico. qual era il progetto? le regioni avevano appena nove anni ed erano diventate sedi di competizione tra i partiti politici, ma anche di sperimentazione di alleanze. si voleva fornirle di uno strumento pubblico di comunicazione al servizio del territorio. un telegiornale regionale tutti i giorni alle 19 e due programmi settimanali di mezz’ora (rr, regionale per regionale), e alcuni programmi, realizzati in regione, da trasmettere in rete nazionale (rn regionale per nazionale). si doveva dare spazio ai temi locali, trovare talenti, far emergere creatività, ricchezza culturale ma anche evidenziare pluralismo e diversità. nelle sedi regionali, che fino allora realizzavano una fascia radiofonica quotidiana di un’ora, furono organizzate strutture in grado di produrre programmi televisivi. furono assunti per concorso nazionale programmisti registi e giornalisti. da quella difficile selezione entrò in azienda una classe notevole di cervelli; alcuni di essi hanno raggiunto alti gradi o notorietà: giuseppe giulietti, enrico ghezzi, sergio valzania, roberto olla, daniela tagliafico, ezio trussoni, ma si potrebbero fare tanti altri nomi.

 

bisognava cominciare da capo facendo partire immediatamente il treno: addestrare i giovani registi, coltissimi ma inesperti, creare una rete di collaboratori, individuare gli argomenti da proporre al pubblico e, cosa rilevante, fare i conti con la scarsità di mezzi disponibili; per realizzare un programma di trenta minuti avevamo in media due milioni di lire, tre giorni di riprese e tre di montaggio. con un criterio che ancora oggi non comprendo, l’azienda installò in ogni sede uno studio televisivo piccolissimo, in coabitazione tra telegiornale e programmi, anche laddove si disponeva  di locali ben più ampi. la convivenza tra informazione e programmi creava attriti continui perché ognuno doveva difendere i propri spazi di produzione, insufficienti per entrambi; questo contrasto, intrinseco al modello di produzione, portò alla fine della rete regionale nel 1987. l’azienda decise di chiudere gli spazi dei programmi assegnando tutte le risorse disponibili alle redazioni dei tg. raitre fu trasformata in una rete nazionale al pari delle altre. il taglio non sortì risultati positivi: non saziò le necessità delle redazioni, che continuarono a rivendicare altre risorse e il risparmio di bilancio fu irrisorio. per contro le regioni furono private di spazi televisivi di approfondimento che erano importanti e graditi a livello locale perché il pubblico vi si riconosceva. protestarono solo gruppi culturali e sociali, non i politici locali piuttosto interessati alle cronache del palazzo: notizie, interviste, polemiche locali e resoconti di convegni. 

negli otto anni di attività (79-87) ogni sede produsse circa 500 pezzi, prevalentemente documentari culturali e inchieste.  programmi che potrebbero essere definiti come “ di utilità ripetuta” e non usa e getta. a tanti anni di distanza questo magazzino costituisce un ritratto dell’italia locale degli anni 80, che riflette e che mostra il meglio di se stessa. il lascito di raitre regionale è un tassello importante nella documentazione visiva della storia nazionale. non so se queste produzioni siano state salvate nelle teche o siano andate perdute. spero che i documenti siano ancora accessibili.

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quattro protagonisti della nascita di raitre, allora responsabili delle strutture di programmazione di sede, intervengono sulla funzione della rete regionale:

adriano catani, trieste: 

“la struttura fu organizzata per divisione amministrativa e non comunicativa. trieste, crocevia di minoranze e di contraddizioni, liberò energie e talenti. non penso però sia utile oggi una rete regionale. la particolarità locale è diventata negativa. le regioni sono uno spreco di denaro pubblico. bisogna unire non dividere, rafforzare lo stato e il processo di europeizzazione.”

 

antonio minasi, cosenza

“ i calabresi riconoscevano in raitre la propria identità. una regione negletta e in ritardo aveva la possibilità di esprimersi. in calabria mancano aree metropolitane e sono scarse le comunicazioni di tutti i generi. l’esperienza professionale fu un motore di sviluppo sociale e di coscienza civile. la rete regionale sarebbe ancora necessaria nel meridione.”

 

antonio bruni, venezia

“tracciammo un mosaico della regione con i ritratti di personalità locali: artisti, scienziati, intellettuali, imprenditori; nel loro insieme (molti sono scomparsi) si poteva riconoscere il volto complessivo del veneto, che è una regione grande e policentrica. i suoi elementi unificanti sono la cultura, la spiritualità, le tradizioni storiche, da approfondire nei programmi, più ampi e discorsivi, più rappresentativi rispetto ai notiziari. in una grande dimensione la cronaca risalta a livello provinciale ma non in quello regionale: ciò che accade a belluno non interessa a verona.”  

 

franco ziliotto, trento
“puntai non sulle inchieste ma su un taglio culturale dei programmi: monografie di personaggi, ricerche antropologiche e tradizioni popolari. sono documenti che oggi hanno un valore storico.”

 

c’era una volta

 

tivù regionale
 immette il suo occhio

in fabbriche e in case
tra piazze e parrocchie

ascolta lagnanze
dà spazio agli ingegni

nei luoghi dell’arte
diffusi in provincia

in scena gli artisti
non noti ma eccelsi

ricerca nei borghi
la nuova cultura

dai media ignorata
accetta i dialetti
ma anche stranieri

è minima e povera
 vivace e concreta

posta@antoniobruni.it