musica a washington
sovrasta la musica nera
emerge da spirito e sangue
si libera da angoli il ritmo
avvolge mattoni e bovindi
si sparge nei viali e sui tetti
scolora i marmi di eroi
solfeggia con stelle e con strisce
ricorda all’unione possente
rispetto di uguali diritti
elettrolettera numero 12 – anno xi – 26 luglio 2015
washington confidenziale: alcuni luoghi che amo
washington, capitale degli usa dal 1790, nel piccolo territorio (non è uno stato) del district of columbia, è una città di media grandezza,meno di 700 mila abitanti. fu progettata in pianta dall’architetto pierre charles l’ enfant. gli uffici governativi e internazionali sono concentrati nel quadrante nw, ricco ed elegante, d’impronta europea. si può qui girare a piedi, in bicicletta, in metropolitana. il resto della città è povero e in parte degradato, ritenuto insicuro; la popolazione è, a larghissima maggioranza, nera. tralasciando gli aspetti più famosi (casa bianca, mall, national gallery…) ci sono luoghi meno noti, ma molto interessanti, che voglio presentare.
dupont circle
e’ una grande piazza circolare al centro di washington, dove confluiscono i grandi viali, eponima del quartiere residenziale, ricco di locali, ristoranti e gallerie d‘arte. da qui parte l’architettonica sfilata di ville e palazzi storici, in gran parte sede di ambasciate, che prosegue principalmente per massachussets avenue. al centro di un giardino tondo, una fontana in stile liberty con figure femminili e maschili che simboleggiano il cielo, il mare, le stelle e il vento, in sostituzione della statua dell’ammiraglio dupont, eroe della guerra civile, spostata a wilmington nel 1917. tante persone amano passare le ore libere sulle panchine e nei prati della piazza. ci sono tavolieri in pietra, sempre affollati, per giocare a scacchi. il sabato pomeriggio (d’estate anche in altri giorni della settimana) si esibisce una banda di ottoni (tromboni, basso tuba, cornette e percussioni) che esegue motivi e improvvisazioni di jazz caldo. la passionalità e l’istinto musicale afroamericano si esprimono in esecuzioni di forte dinamismo che spesso inducono i passanti a ballare. in altri angoli di dupont circle suonano liberamente musicisti individuali e complessi con caratteristiche diverse, formando un suggestivo panorama artistico.
la fioritura dei ciliegi giapponesi
dura solo una settimana ed è un fenomeno di bellezza vegetale. un secolo fa il sindaco di tokio donò alla capitale in segno di amicizia tremila piante di ciliegio. all’inizio della primavera, spesso in coincidenza con pasqua, questi alberi giapponesi, che adornano il mall, le rive del potomac e tutto il centro, fioriscono improvvisamente grondando fiori di tutta la gradazione di colore, tra il rosa pallido e il violetto. la città appare sommersa da abbondanza di petali che ne cambiano il volto. la gioia straripante della nuova stagione si riflette nei volti dei passanti.
st. augustine catholic church
15th & v streets, nw washington, dc 20009
sant’agostino, all’incrocio tra la 15ma e v street è la chiesa madre, il punto di riferimento spirituale e culturale, degli afro americani cattolici di washington. fondata nel 1858, la parrocchia anticipò di quattro anni la legge che ammetteva i bambini neri all’educazione pubblica, istituendo una scuola che ancora oggi funziona.
la messa festiva di mezzogiorno è un sorprendente rito di fede gioiosa e di accoglienza. un grande coro, un pianoforte e un’orchestrina, disposti accanto all’altare, accompagnano tutta la celebrazione con canti spiritual travolgenti e struggenti. la messa afro-americana non è uno spettacolo ma un momento vero di preghiera corale di tutti i fedeli, una forte esperienza spirituale anche per chi non crede. il rito dura quasi due ore, senza un attimo di noia, in un crescendo di partecipazione comunitaria. al termine i visitatori sono invitati a presentarsi e salutati con un applauso.
smithsonian american art museum
8th and f street nw washington dc
nella collana di eccellenti musei della capitale, questo è uno dei più interessanti per: equilibrio tra collezioni ed esposizioni temporanee, guida ai visitatori, eleganza e comodità degli ambienti. e’ noto come galleria nazionale dei ritratti, anche quelli dei presidenti recenti, ma brilla per la sua attenzione all’arte contemporanea americana, in tutti i suoi aspetti e innovazioni: dalla grafica ai fumetti, dalle improvvisazioni alle installazioni elettroniche. notevole è l’opera di david hocney (foto), snails space with vari-lites, painting as performance (1996), una grande pittura tridimensionale la cui visione varia notevolmente con un ciclo di luci della durata di nove minuti. non è una delle solite stranezze ma una vera ricerca artistica sulla percezione nei rapporti tra colore, luce e forma. il museo aiuta a comprendere il grande contributo americano al rinnovamento dell’arte negli ultimi due secoli.
the european reading room, library of congress
i turisti entrano per vedere, da una loggia sulla cupola, la grande sala di lettura e per visitare le mostre allestite nell’atrio decorato, il più bello della capitale. per chi ha tempo e voglia di dedicare qualche ora alla lettura, la library of congress, con la sua enorme collezione di cento cinquantasei milioni di documenti, la massima al mondo, è in realtà di facile accesso. basta recarsi all’ingresso di madison building sulla independence av. e chiedere la tessera gratuita di lettore che dura due anni. si può entrare in quasi tutte le sale, dalla centrale alla spagnola. in un paio di ore si ottengono i libri che non sono negli scaffali aperti. la ricerca può essere fatta tramite internet; si possono chiedere i volumi il giorno prima, anche da fuori della library e si può lasciarli in deposito lettura per tre giorni rinnovabili.
the european reading room è una stupenda sala circolare con affreschi e decorazioni fine ottocento, dotata di fotocopiatrice a scansione e terminali video. bibliotecari specializzati nelle diverse aree linguistiche europee assistono con sollecitudine i lettori.
the cairo
1615 q street nw washington dc
e’ il palazzo più alto (50 metri) di washington, dopo il campidoglio. costruito nel 1894, su progetto dell‘architetto thomas franklin schneider, suscitò polemiche che indussero il governo a limitare l’altezza dei nuovi edifici in tutta la città. lo stile è misto tra moresco e romanico; la struttura è in mattoni pieni. un grande arco di marmo segna l’ingresso, mentre le facciate e gli angoli sono decorati con gargolle, sculture grondaie in forma di animali. voleva essere esempio di un’architettura americana ispirata alla cultura mondiale, in questo caso alla civiltà egiziana.
in origine un albergo di duecento sessantasette stanze, con il suo salone da ballo divenne centro della vita mondana della capitale. subì poi varie ristrutturazioni. negli anni sessanta, a seguito di un incendio, fu abbandonato e divenne rifugio di sbandati di ogni tipo, emblema del degrado in quel periodo del centro cittadino. e’, oggi, un condominio di abitazioni private.