locandina e programma scarica il pdf allegato a sx
Posts by Daniele
elettrolettera 236 risultati del festival per roma
elettrolettera 236 risultati del festival per roma | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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colossea e i serpesci mostra alla galleria 28 piazza di pietra roma 27 aprile -5 maggio 2018
colossea e i serpesci mostra alla galleria 28 piazza di pietra roma 27 aprile -5 maggio 2018
apre oggi 27 aprile alle 19 la mostra di colossea, galleria 28 piazza di pietra roma. loredana martinez interpreta sognando i serpesci.
a sx galleria di foto e invito pdf
la scultura libreria colossea di antonio bruni è una spirale di 25 mq che ricorda il profilo dell’anfiteatro flavio. l’opera simboleggia il sapere, che avvolge ma non esclude, ed è composta da 44 elementi di ciliegio massello lavorati a mano dal maestro ebanista leonardo ciccarelli. novità di questa esposizione, a cura di costantino teodori: colossea è abitata dai serpesci, creature lignee, né serpi né pesci. dieci attrici e attori, si alterneranno dal 27 al 5, alle 19, nella lettura di sognando i serpesci- storie di normale follia, di antonio bruni. sono loredana martinez (27 aprile) marta scelli e massimiliano giovanetti (28) piermarco venditti (29) elvira giannini (30) roberta marcucci e federico pacifici (2 maggio) carmela ricci (4 maggio) emma marconcini e maurizio fioretti (5 maggio). giovedì 3 maggio ore 19 riunione degli amici di un pensiero per roma per preparare la seconda edizione, il prossimo ottobre, del festival di idee sull’abbellimento delle piazze della capitale.
28 piazza di pietra fine art gallery –
dal 27 ore 19 fino al 5 maggio 2018
orari 11-13;16-20. chiuso il 1 maggio. ingresso libero. 06.94539281.
scenografia- production design
scenografia | production design |
appare nel quadro dell’occhio | it shows up in eye-frames |
ambienta una vita trasposta | sets and moves lives |
ripete nel tatto i colori | echoes colours in touches |
profuma di luci taglienti | diffuses sharp lights |
proietta illusioni di carta | projects paper illusions |
circonda persone in abbraccio | embraces and surrounds people |
si sposa con abiti e trucchi | mingles with make-ups and dresses |
ammalia il passato e il futuro | bewitches past and future |
inventa orizzonti e profili | invents horizons and profiles |
disegni che innestano ardori | crayons ardour and passions |
ritagli di esperte invenzioni | cherishes moments gone by |
celate le parti sue spoglie | hides bare vestments |
abbozzo di rozzi supporti | sets rough props |
lucenti materie caduche | in shiny frail stuff |
rimane in ricordo emozione. | recollections emotions. |
translation by rodolfo longo |
dedicata a ferdinando scarfiotti (1941-1994)
premio oscar per la scenografia di l’ultimo imperatore
in occasione della pubblicazione della biografia
scritta da luciano gregoretti e maria teresa copelli (zecchini ed.)
nel pdf scaricabile a sx la poesia è pubblicata dalla rivista rai nuova armonia
elettrolettera 255 la bolla di sapone 15 febbraio 2019
elettrolettera 255 la bolla di sapone 15 febbraio 2019
elettrolettera 255 la bolla di sapone
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el258 del 27 marzo 2019 inaugurazione colossea alla casa architettura
el258 del 27 marzo 2019 inaugurazione colossea alla casa architettura
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giancarlo governi, lo storico dello spettacolo
giancarlo governi
lo storico dello spettacolo
quando entrò in rai nel 1967, il direttore dello spettacolo tv angelo romanò gli diede l’incarico di inventare programmi speciali, nuove formule con la condizione che fossero idonee ad andare in onda, non trasmissioni sperimentali incomprensibili e destinate ai cassetti. giancarlo governi cominciò con i fumetti, “gulp”, tema ardito per l’epoca e con la serie di telefilm “allo specchio”, sulla vita quotidiana, con registi esordienti di grande futuro: alberto negrin, luigi perelli, paolo poeti, giacomo battiato.
governi ha avuto l’idea costante di valorizzare lo spettacolo italiano, inteso in tutti i campi: dallo sport, al cinema, alla lirica, all’avanspettacolo, il varietà comico che si esercitava nei teatrini prima della proiezione di un film, palestra da cui emersero i maggiori attori italiani da totò a lino banfi. le grandi valenze della scena italiana andavano valorizzate nel loro spessore professionale e culturale, anche se questo termine sembrava allora improprio, se riferito alla commedia e allo svago. bisognava farlo attraverso la massima azienda culturale del paese, la rai, il servizio pubblico.
governi ebbe l’incarico dal direttore della seconda rete, massimo fichera, di affiancare alberto sordi nella ideazione e realizzazione di un programma sulla sua straordinaria carriera. riguardarono insieme tanti suoi film ma non vollero farne una rassegna di proiezioni televisive; scelsero di raccontare la vita italiana, dal dopoguerra al miracolo economico, attraverso le interpretazioni di albertone. il personaggio dell’italiano medio, che entrava e usciva dalla storia, divenne un programma di otto ore, “storia di un italiano”; il titolo lo suggerì lo sceneggiatore amidei. alla prima serie ne seguirono una seconda e una terza per un totale di 22 puntate.
governi considera alberto sordi come il suo maestro; gli insegnò un elemento fondamentale dello spettacolo: la grande comicità deve essere infantile.
su questa traccia nacque un’altra grande serie: “pianeta totò”, trenta puntate per raidue, dal 1980. il principe degli attori fu esaminato in tutta la sua maestria, dalla gestualità al non senso, al bisticcio linguistico fino alla drammaticità, compresa quella delle interpretazioni pasoliniane.
nell’83 l’attenzione passò a narrare la canzone italiana attraverso sanremo, con il programma “le mille bolle blu” per poi affrontare l’umorismo di coppia: stanlio e ollio, ciccio e franco, vianello e mondaini.
governi, nella sua lunga carriera oscillante tra raiuno e raidue, ha fatto convivere due ruoli, quello dell’autore che approfondiva opere e personaggi e quello del dirigente programmista che produceva sceneggiati, serie e film televisivi (da petrosino, puccini e la baronessa di carini degli anni sessanta a la piovra degli anni ottanta e novanta). nel 1999 decise un passo importante: concordò con l’azienda la novazione del suo contratto, da dipendente a collaboratore, per dedicarsi interamente all’attività di autore.
cosa non ha fatto giancarlo governi in cinquanta anni di carriera:quattrocentocinquanta ore di programmi e trenta libri. ha descritto (e questo è il suo orgoglio di autore), oltre le opere dei grandi protagonisti dello spettacolo e dello sport, il significato della loro presenza nella vita culturale e civile d’italia.
l’ elenco dei protagonisti è lungo, oltre a quelli già citati: domenico modugno, gino bartali, fausto coppi, renato rascel, primo carnera, anna magnani, maria callas, vittorio de sica, silvana mangano, giulietta masina, marcello mastroianni, vittorio gassmann, fabrizio de andré, giorgio gaber, lucio battisti, nino manfredi, luciano pavarotti, lucio dalla, pierangelo bertoli, mike bongiorno, silvana mangano. i personaggi in tutto sono più di sessanta.
“mi sento particolarmente legato sul piano emotivo- afferma governi- alla tragica vicenda della squadra del torino, perita nella sciagura di superga. il titolo del programma, del 1995, è soltanto il cielo li dominò, da una canzone di achille togliani.“
quali sono le intenzioni per il futuro?
“ho voglia di continuare a raccontare l’italia che si sta purtroppo smemorizzando. un paese che non ha memoria non ha nemmeno futuro. i palinsesti televisivi e il passaggio da un canale all’altro rendono più dispersiva la società che ha bisogno di riconoscersi in elementi culturali comuni e questo è compito della televisione generalista. si pensi a quanto unifichino il festival di sanremo e il commissario montalbano, ma bisogna fare di più, con opera (non è riduttivo) anche di didascalizzazione della nostra cultura. vorrei occuparmi di grandi personaggi che hanno storie e significati come roberto benigni, luigi proietti, carlo verdone. ce ne sono poi altri che meritano di essere narrati.”
il curriculum di giancarlo governi, ma non integrale perché sarebbe lungo da pubblicare, è nella pagina a lui dedicata da wikipedia. in questi giorni, in occasione dei cinquanta anni dalla morte di totò, governi ha pubblicato il suo trentesimo libro “totò, vita opere e miracoli”, frutto di quasi 40 anni di studi su questo immenso personaggio dello spettacolo e della cultura italiani e ha ricevuto l’ambitissimo premio “anna magnani” alla carriera.
se piangi se ridi
l’attore fa parte di noi
rivela qualcosa segreta
celata dal nostro pudore
se tocca un’intima corda
è subito amato e riflette
i nostri timori e ambizioni
nel dramma di ardue vicende
di più se riesce a strappare
risata che libera l’animo
un’arte invidiabile e rara
che rende i giorni più chiari
giuditta – dal ciclo da_eva_a_maria le donne della bibbia
giuditta
la schiena ha provato
il raspo del sacco
il cuore ha subìto
strazio di morte
il corpo ha atteso
arsura di vedova
in silenzio domestico
ho sentito il grido
d’assedio ardente
ho cinto la veste
sensuale la mano
ha mosso carezza
di spada assira
la testa è caduta
nel segno di mura
infranto il nemico.
giuditta – dal ciclo da_eva_a_maria le donne della bibbia
http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=219
scarica il pdf a sx con testo biblico e commento di nonis
natale 2019 il viadotto – the bridge
il viadotto – 2019 – the bridge
scarica il pdf a sx con la poesia e l`acquerello di liuba novozhilova
interpretazione di antonio_marziantonio https://youtu.be/0kqpibs2gu8
scarica la raccolta illustrata della natività_dal_1991 http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=715
il viadotto | the bridge |
silente volava l’arcangelo | two soft wings |
le ali in morbide ombre | an archangel flew in silence |
il mondo scrutava al tramonto | perusing the sunset world |
non era una limpida vista | the sight was not clear |
non nebbie né nuvole basse | neither mist nor low clouds |
tristezza in grigiore diffusa | sadness dissolving into gray |
si alzava dal fango e dai crolli | soared out of mud and debris |
macerie dov’erano gli orti | ruins where gardens had been |
e rapida venne la notte | it soon was nightfall |
il soffio di piume scendeva | feathers breathed down |
un alito caldo in conforto | in warm comfort |
ai pochi rimasti nel pianto | to the tearful few |
riparo cercava una coppia | a couple searching for shelter |
trovò un viadotto spezzato | found a broken bridge |
travaglio e apparve un vagito | labour and then a whimper |
dal grido profumo di vita | from the cry a fragrance of life |
mistero dell’uomo incarnato | a mystery incarnate into man |
bagliore tra ferri e cemento | a ray among scraps and concrete |
la voce si estese in cometa | the rumours grew into a comet |
l’arcangelo inviò una legione | the archangel moved a legion |
a dare l’annuncio ai dispersi: | they gave the announcement |
venite è nato un bambino! | “come round, a baby has been born” |
accorsero in tanti e fu gioia | people ran in in great joy |
brindarono in coppe di pioggia. | and drank rain toasts. |
translation by rodolfo longo
zia viola
zia viola da sognando i serpesci
interpretazione del coro del teatro stabile dei giovani: valentina del monte, laura scala, camilla tibaldi, benedetta vergari
16 febbraio 2020 teatro dei ginnasi roma
zia viola
iaia
mi chiamo iaia e sono considerata come la meno bella in famiglia: ho i lineamenti rozzi di mio padre. mia madre flora è bellissima, come è bellissima sua sorella, zia viola. si somigliano molto ma non lo ammettono perché sono in competizione.
ognuna delle due (ma tra loro si parlano poco) dice che l’altra somiglia alla sorella maggiore, zia margherita, che loro definiscono bellissima ma che a me sembra una grassa patata.
flora
“margherita si controllava la linea tutte le mattine davanti a uno specchio alto quanto la sua persona. tempo fa viola ha chiesto in prestito lo specchio e l’ha portato a casa sua. margherita non ne ha comprato un altro, aspettando la restituzione. rimasta senza specchio non ha potuto più controllarsi e così si è ingrassata. la colpa è di viola!
iaia
mamma è di una bellezza austera e fredda. quando viene presentata non sa cosa dire e sta zitta. l’aria è molto abbottonata e così la sua riservatezza incute rispetto. si mostra solo vestitissima. deve essere ammirata da tutti, ma restando su un piedistallo alto, intoccabile.
flora
mi piace andare a messa nella chiesa dell’anima, in centro tra i grandi palazzi storici. è bellissima, barocca, piena di opere d’arte. vedo che tutti mi guardano con un’attenzione particolare. forse penseranno: ma chi è quella signora? sembra una gran dama! forse appartiene a una famiglia nobile!
iaia
zia viola invece è più aggressiva, si mette più in mostra. ama gli abiti aderenti e le scollature generose. si trucca in maniera marcata e arriva a mettere la cipria anche sulla pelle scoperta del petto. ha le tette già grandi di suo e in più usa i reggiseni a balconcino; l’effetto è quello di una bonazza maggiorata con un seno travolgente.
viola
dicono che io somiglio alla lollobrigida, ma quella è una popolana sempliciotta! io invece sono di una bellezza aristocratica e raffinata.
iaia
ha un’aria appariscente e provocante, sembra disponibile, in cerca di uomini, invece è zitella e vergine, ha paura del contatto fisico. non so se abbia mai baciato in bocca un uomo. ma di questo non ci si accorge subito.
viola
molti uomini mi guardano in una maniera invadente, volgare. possibile che non si rendano conto che io sono una donna pura e superiore?
iaia
quando mamma sceglie un abito comincia lungo itinerario e tempesta di richieste mio padre, che poveretto non sa dove trovare i soldi per soddisfarle tutte.
flora
gianni ho bisogno di un soprabito adeguato al vestito nuovo.
gianni mi mancano le scarpe.
gianni posso uscire senza il cappello giusto?
gianni nessuna delle borse che ho sta bene con il vestito.
gianni non riesco a trovare un paio di guanti intonati.
iaia
zia viola è come mia madre: mai andrebbero a comprare un indumento in un grande magazzino, nemmeno un paio di mutande. zia viola usa solo quelle di pizzo che rammenda di continuo usando fili speciali; i merletti diventano strani, ma tanto non li vede nessuno.
viola allo specchio
bene bene. la tinta è venuta bene, di un bel rosso ramato; non si vedono le radici, sembrano naturali e anche le sopracciglia. nessuno può accorgersi che i capelli sono tinti. nessuno mi ha mai vista nuda, all’infuori di mia madre, nemmeno le mie sorelle.
gli uomini mi guardano come se avessero i raggi x, sembra che mi spoglino, sfacciati, offensivi. come si permettono? non mi mostrerei mai a nessuno che non sia mio marito, quando deciderò di sposarmi.
però potrebbe sempre accadere una causa di forza maggiore, un malessere improvviso, un trauma. se dovessi avere un incidente e finire improvvisamente in ospedale, i medici vedrebbero che i peli del pube hanno un altro colore. devo fare anche quelli della stessa tinta, forse un po’ più delicata. devo essere sempre pronta e a posto.
iaia
per le sue spese zia viola, che guadagna poco, si appoggia a zia margherita, che è moglie di un medico facoltoso e che fa di tutto per trovarle un marito. la porta ai congressi di medicina e la introduce ai colleghi.
zia viola è colta e si sa presentare, ma i possibili mariti, non so perché, scappano tutti.
io sono la prima delle sue nipoti e mi usa come dama di compagnia.
tempo fa diceva di star male e aveva chiamato a visitarla a casa il dottor maroldi che è scapolo (le sarebbe piaciuto averlo come marito). si era sistemata in un letto con sete e damaschi, indossando una vestaglia hollywoodiana.
viola
iaia, quando arriva il dottore, fallo entrare dalla porta sul giardino in modo che mi veda con il tramonto che, dall’altra finestra, mi illumina di taglio i capelli.
iaia
quando arriva il medico gli dico “si accomodi!” indicando il giardino; invece quello taglia per il corridoio e si imbuca diritto nella stanza prendendo di sorpresa zia viola, che era girata dall’altra parte.
mi becco un’occhiataccia.
durante la visita, sotto gli occhi severi di nonna leda, viola attacca a conversare brillantemente:
viola
dottore, la settimana scorso ho sentito il concerto in duomo. che meraviglia! hanno eseguito mozart e bach i miei preferiti. però c’era una soprano che aveva una voce scarsa ed ha preso anche una stecca…
iaia
mentre parla una spallina scivola giù. nonna la rimette prontamente a posto. dopo cinque minuti, scende l’altra spallina e nonna interviene di nuovo.
dopo qualche giorno, zia viola è furiosa:
viola
mi ha telefonato il dottor maroldi per darmi una notizia, data la confidenza e la stima che ha per me. pensa che sfacciato: mi ha detto che si sposa tra poco con una che conosco, una che è bassa e brutta! sembra una massaia al mercato. appartiene a una famiglia rozza. ma come fa a preferire lei a me? me lo viene anche ad annunciare tutto contento?
iaia
zia viola è sempre elegantissima e con i colori intonati, gareggia con mia madre nella cura ossessiva dell’immagine ed è alla ricerca continua di abiti straordinari. l’altro giorno aveva un vestito scuro, corto e scollatissimo, ornato di guarnizioni d’oro.
“dove l’hai comprato zia con queste guarnizioni?”
viola
il vestito l’ho fatto io. le decorazioni sono coriandoli che ho pressato e dipinto”.
iaia
da allora, quando qualcuna fa la modesta pur con vestiti costosi, noi diciamo “coriandoli!”
iaia
ho visto la foto di una gita quando erano giovani; gli altri camminavano vestiti casualmente. viola, truccata, con la gonna e i tacchi, andava a dorso di un asino, rivolgendo alla camera uno sguardo conturbante da grande diva.
a tredici anni ho accompagnato la zia in vacanza in un paesino della ciociaria. tutte le mattine mi caccia via dalla stanza dalle nove a mezzogiorno; deve lavarsi, truccarsi, depilarsi, cercare di fare la cacca. soffre di stitichezza perché cammina poco e solo sui tacchi a spillo; mi manda a comprare pacchi di lassativi e il farmacista mi dice: “che devi sturare un elefante?” lo riferisco a zia che si indigna.
viola
che villano! io queste cose nemmeno le nomino!
iaia
io giro per il paese pensando a cosa stia facendo tutta la mattina.
impiega almeno mezz’ora per staccarsi con la pinzetta tutti i minimi peli dal viso e dalle sopracciglia. lavora come un miniaturista con la matita per gli occhi. il rimmel va dato con tocco artistico. due strati di fondo prima della cipria.
bisogna guardare bene com’è oggi il colorito del viso e confrontarlo con la luce esterna prima di scegliere il tono del rossetto.
anche le altre donne impiegano tre ore al giorno nella toeletta?
dovrò fare anch’io così?
mi parla spesso di sesso, ma in maniera strana, cupa, non mi spiega niente:
viola
le fidanzate dei tuoi cugini sono delle porche. pur di accaparrarsi i mariti arrivano fino al letto ma non ci entrano dentro!
iaia
che vuol dire? non capisco.
viola
perché gli uomini sposano donne brutte e nessuno chiede in moglie me che sono bellissima?
iaia
non conosce i rapporti sessuali e pensa che la felicità e il piacere siano dati dalla bellezza. come mia madre disprezza i brutti.
flora
fa schifo! e’ di una bruttezza indecente!
salvognuno! ma come fa questa a fare la presentatrice? ma perché non la fanno sparire!
iaia
a sentirle sembra che i brutti non possano avere gli stessi diritti sentimentali dei belli.
la settimana scorsa ero con i miei amici e zia viola è arrivata con un barattolo antico di latta, che suonava; io ho capito la scena e sono impallidita.
viola
iaia voglio mostrare ai tuoi amici una cosa che è tua, tua, tua.
iaia
apre il barattolo ed escono alcuni sassi appuntiti.
viola
vedete questi? te li aveva tirati negli occhi tuo fratello quando eravate piccoli. io li ho estratti uno ad uno con le pinzette e li ho conservati.
iaia
uno degli amici chiede “perché non siete andati al pronto soccorso?”
viola
no, no! noi in famiglia facciamo tutto in casa.
iaia
un altro esclama “iaia è vero che hai gli occhi grandi, ma non pensavo così enormi da accogliere tutti quei sassi!”
iaia
non voglio assomigliare a zia viola anche se mia madre mi dice:
flora
tu hai il viso pentagonale come viola, mentre io e tua sorella abbiamo un ovale perfetto.
iaia
gli altri mi dicono che io sono bella ma di sicuro non sono bellissima come mamma e zia.
flora
noi tre sorelle siamo perfette!
iaia
ero scalza a casa di zia viola e ho messo il piede su uno straccio bagnato spargendo acqua sul pavimento.
viola
iaia non ti sei accorta che hai messo il piede sullo straccio bagnato? eppure, sei scalza dovevi accorgerti!
hai proprio il piede plebeo come tuo padre!
iaia
si, è vero! ho il piede grosso e paccuto; sono proprio una plebea,
difatti mi lascio abbracciare dai ragazzi
e come mi piace!