la prova del silenzio
non devi ascoltarla
abbassa il suo audio
rendila muta
ma fissala bene
indaga il suo volto
leggi l’immagine
se esprime qualcosa
senza parlare
cattura lo sguardo
sa fare il mestiere
è tele visione
la prova del silenzio
non devi ascoltarla
abbassa il suo audio
rendila muta
ma fissala bene
indaga il suo volto
leggi l’immagine
se esprime qualcosa
senza parlare
cattura lo sguardo
sa fare il mestiere
è tele visione
colonnata nella galleria alberto sordi
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“colonnata”, scultura libreria di antonio bruni, s’ispira al colonnato di bernini, simbolo dell’abbraccio universale della chiesa all’umanità. la scultura si presenta anch’essa come un abbraccio, un invito alla riflessione nel calore avvolgente del legno. l’istallazione è aperta ai libri e alla pluralità del sapere, esprime una valenza mistica senza presentare segni confessionali. c’è solo una piccola cupola, simbolo di rapporto tra terra e cielo, accettato e valorizzato da molte civiltà e religioni. le colonne della conoscenza, autonome e diseguali ma connesse, costituiscono i pilastri della civiltà.
colonnata è stata esposta dal 17 al 24 maggio 2019 nella galleria alberto sordi al centro di roma, come simbolo del festival d’idee “un pensiero per roma”. il pubblico è invitato a una breve meditazione nell’abbraccio di colonnata. ventitré autori hanno scritto pensieri per roma ispirati da colonnata (v. pagina autori) quattrocento persone hanno fatto una meditazione nell`abbraccio di colonnata e hanno scritto un messaggio (diario_dei_visitatori).
quest’opera, unica, è la seconda della serie ispirata ai simboli di roma. colossea è stata la prima, esposta nelle gallerie alberto sordi (2017) di pietra (2018) e casa dell’architettura (2019), sempre a roma. seguiranno panthean e scalinata.
la scultura è composta di sessantadue elementi di ciliegio massello, indipendenti, smontabili e di misure differenti. i profili sono tracciati a mano; le giunture a incastro di spine. la lucidatura trasparente mantiene il colore naturale. l’istallazione occupa uno spazio di 610×500 cm. l’altezza massima è di cm.322.
curatori della mostra, patrocinata dalla regione lazio e dal municipio roma 1 centro, sono roberto dottorini e giovanna tarasco, allestita con gli studenti del liceo artistico di ripetta. intorno a colonnata si svolgono gli incontri del festival, presentati da rosanna vaudetti, con libere espressioni di meditazione urbana di autori, artisti, interpreti e del pubblico. nella prima edizione del 2017, attorno alla scultura libreria colossea, decine di partecipanti avevano discusso di come animare le piazze di roma contemporanea, con opere d’arte e pedane per gli artisti.
antonio bruni realizza lavori in masselli pregiati (noce, ulivo, olmo, ciliegio) ripensando la visione tradizionale del mobile. l’opera si sviluppa dalla bellezza intrinseca della materia, è costruita in asimmetrie modulari, senza tradire l’uso e a fruibilità dell’oggetto. il mobile è progettato adattabile alla variabilità dei luoghi, degli spazi e delle necessità.
autore di programmi televisivi, già dirigente rai, bruni ha pubblicato poesie quotidiane di attualità (unomattina e il popolo) e poemi in teatro con sessanta interpreti. lavora con il maestro ebanista leonardo ciccarelli, per il taglio e l’esecuzione del legno, nel laboratorio di monsoreto di dinami in calabria.
l’abbraccio di colonnata
allarga lo sguardo in promessa
sicura nel suo orizzonte
fondata su storia profonda
è casa di scienza e d’idee
raccoglie pareri distanti
attende che il tempo avvicini
frementi discordie ideali
rivali poteri e contrasti
li fa scolorire in progresso
conserva nei libri l’essenza
tramanda sofferte ricerche
registra l’umano cammino
è ampio il suo abbraccio che avvolge
non placa il fuoco interiore
ma invita alla meditazione
ispira all’anima il volo.
anna zanoli
la tv innamorata dell’arte
intervista di antonio bruni pubblicato sulla rivista di raisenior nuova armonia, diretta da umberto casella ottobre 2019 n.4 scarica il pdf a sx
pioniera della diffusione dell’arte in televisione, anna zanoli, laurea in storia dell’arte a bologna, vinse il concorso programmisti del 1960, indetto per l’apertura del secondo canale televisivo e cominciò la carriera come assistente alla regia di spettacoli e sceneggiati da studio. dopo pochi anni passò ai culturali nella rubrica “l’approdo”. arrivò alla materia che le stava a cuore con “capolavori nascosti” (1968 e 1969), rubrica affidatale da carlo fuscagni con lo scopo di svelare opere sconosciute al pubblico e di mostrare i procedimenti di restauro.
la svolta nell’approccio all’arte avvenne quando lavorò con luciano emmer. anna zanoli fu la responsabile della serie “io e…”. fino allora i testi per la tv erano scritti dagli autori quindi letti, difficili e riguardavano mostre e musei. “io e…” metteva al centro un personaggio, famoso per motivi culturali, che presentava un capolavoro a lui particolarmente caro. non si trattava di un’esposizione ma di una dichiarazione d’amore.
“avevo sempre sofferto la freddezza dei miei insegnanti che non consideravano gli aspetti emotivi dell’arte – afferma zanoli – i protagonisti di “io e…” invece si scaldavano e mutavano l’ammirazione estetica in carica passionale. emmer aveva dato il suo taglio di narratore cinematografico a questa serie di documentari; imparai molto da lui nei primi quattordici pezzi realizzati insieme. proseguii da sola per altri ventuno ritratti. avevo sempre in testa anche gli insegnamenti di roberto longhi sulla divulgazione dell’estetica.”
“io e…” andò in onda dal 1972 al 1974 sul secondo canale, prima del rischiatutto. la sigla era stata ideata da armando testa con la musica di ennio morricone. zanoli inseguì a lungo pasolini che poi accettò di parlare di orte come perfetta forma della città. ranuccio bianchi bandinelli di notte, dalla base in cima a una gru, descrisse il suo monumento preferito, la colonna traiana. federico fellini ripercorse l’ eur. amintore fanfani dichiarò tenerezza per la madonna incinta di piero della francesca. romolo valli descrisse gli animali di ligabue. giorgio bassani interpretò lo stupore di “lazzaro che risorge” di caravaggio.
seguì nel 1974 “in difesa di…” una serie di denunce contro gli sfregi e l’incuria nella gestione del patrimonio artistico. clamorosa fu la denuncia di federico zeri contro gli abusi edilizi nella via appia antica. piero citati s’immerse nell’oscurità della domus aurea non restaurata.
il lavoro prediletto da zanoli è stato il docu-dramma del 1977 su alberto savinio. “era coltissimo, simpatico, fuori dagli schemi, fratello fino allora misconosciuto di de chirico. “
“ ho condotto in video solo una rubrica, vidikon. grandi maestri come merz, pistoletto, gianni colombo, carla accardi presentavano in studio una loro istallazione nell’impianto scenico di gae aulenti. su questa esperienza chiara mari, giovane storica dell’arte, ha pubblicato un saggio per la rivista luk della fondazione ragghianti. “
non mi piace apparire in video, preferisco mostrare le opere che mi appassionano. voglio far commuovere anche il pubblico con un capolavoro mediante un contatto emotivo. nelle trasmissioni attuali si vede costantemente l’autore che presenta se stesso come fosse un’opera d’arte. parla e non fa vedere. l’unico autore che mi piace è andrew graham dixon trasmesso su rai5.”
anna zanoli ha poi realizzato documentari che hanno girato il mondo:
tre sul restauro della cappella sistina e sei sul cenacolo di leonardo.
la sua vita professionale, dedicata a trasmettere sentimenti, si scontra con lo stato dell’arte che è diventata mercato. quanto è quotato, quanto vale ? gli antiquari non vendono più; il passato non interessa. si acquista solo ciò che è moda.
nomignoli dello spettacolo
il pubblico adora i suoi divi
li immagina in aria sospesi
chi opera dietro le quinte
e fabbrica immagini e suoni
conosce i difetti ed i trucchi
e come si monta la panna
allora con fresca battuta
i miti smitizza e riduce
i nomi in nomignoli buffi
carlo mazzarella, inviato del tg negli anni 60, coniò battute salaci nei confronti di molti suoi colleghi e dirigenti, noti in video. non posso dire a chi si riferisse ogni singolo epiteto, ma chi li ha conosciuti può facilmente ricollegare: “cafone il censore – premio snobel – il sano immaginario- sciupone l’africano – i coniugati speciali – frutta e verdura – il commosso viaggiatore. non era solo mazzarella a bollare spietatamente i famosi. molte altre voci giravano: nei 90 fu nominato nel cda un giovane imprenditore di sinistra, recentemente riapparso in politica. il popolo di viale mazzini lo ribattezzò immediatamente “beautiful”.
pubblicata in nuova armonia 2013 n.4 con l`intervista a dante fasciolo
sergia jessi ferro – un messaggio spirituale ed estetico – le donne della bibbia
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nicoletta orsomando novanta con affetto
festeggiare i novanta di nicoletta orsomando, la decana delle presentatrici rai, significa festeggiare i sessantacinque anni della televisione pubblica. le annunciatrici hanno rappresentato punti diretti di contatto tra il servizio e i suoi ascoltatori: un canale umano, personale, con volti e voci confidenziali, un invito quasi sussurrato a passare un paio di ore serene in compagnia della tivù.
il 22 ottobre 1953 nicoletta apparve per la prima volta in video con un annuncio. come la maggioranza degli italiani, nemmeno i suoi genitori possedevano un apparecchio e andarono a vederla in un negozio di elettrodomestici, straboccante di gente. per quarant’anni da allora, fino al pensionamento il 28 dicembre 1993, ha rappresentato, insieme a molti altri ma lei è la più longeva, il volto della rai.
quando nacque la tv nel 54, il direttore generale pugliese scelse di usare figure femminili per il nuovo mezzo. non dovevano essere dive a entrare tra le mura domestiche ma persone gradevoli, capaci di ispirare fiducia e di diventare figure famigliari. si seguiva la tendenza tradizionale dell’angelo del focolare; solo donne, non uomini, per questo ingresso domiciliare. orsomando, attrice e cantante, possedeva questa grazia già da giovanissima, insieme a una professionalità che le consentiva di superare gli imprevisti. da bambina, salita su un palco, fu subissata dal lancio di caramelle. lei le raccolse e poi cominciò a cantare. in tivù, durante un annuncio lungo e complesso, le caddero i fogli di mano; imperturbabile si chinò a raccoglierli, sparendo per diversi secondi dall’inquadratura fissa, poi riprese il racconto. nel 1957 la chiamarono d’urgenza a presentare il festival di sanremo per supplire allo spaesamento di due attrici ingaggiate in un ruolo non loro.
quando morì la magnani, fece l’annunciò con le lacrime agli occhi. era spontanea, vera; se un programma non le piaceva, chi le era vicino se ne accorgeva. isola rara nell’organizzazione gerarchica aziendale, i turni delle presentatrici erano autogestiti. orsomando, la più anziana in servizio, coordinava le colleghe, cosa non facile tra donne di spettacolo, ma seppe farlo con mano sicura, pur non avendo alcun grado ufficiale.
in tempi molto castigati, le piaceva essere soavemente disinvolta. al ritorno dalla presentazione di un festival in romagna nei 50, mike bongiorno si offrì di accompagnare con la sua auto decappottabile nicoletta che era con la sorella liliana. le due ragazze fecero il viaggio in prendisole, con grandi strombazzamenti e grida dei camionisti. mike si voltò e disse: “mi riconoscono tutti!”. in realtà, confessa nicoletta, gli apprezzamenti erano rivolti alle scollature. fu una piccola audacia. un’altra volta, prima di un annuncio tv, le fu applicata, come censura, una rosa sullo scollo.
la sua vita privata è stata molto riservata, tranne quando i giornali pubblicarono la notizia della separazione coniugale. dopo il pensionamento ha svolto una vita molto attiva come presentatrice e come fotografa ritrattista. ama la musica: suo padre era direttore di banda sinfonica. vive con la figlia e i tre nipoti.
a organizzare i festeggiamenti e a diffondere la notizia dei novant’anni sono state le colleghe rosanna vaudetti, maria giovanna elmi e gabriella farinon. una foto dello scorso compleanno, attorniata da sei presentatrici, è diventata virale su facebook. tutti i mezzi d’informazione ne hanno parlato. il presidente della repubblica mattarella ha telefonato di persona per esprimerle ammirazione e affetto e così l’amministratore delegato della rai fabrizio salini e molte altre persone. nicoletta ha ringraziato ma non ha voluto rilasciare interviste.
tutte le colleghe presentatrici, oltre alle organizzatrici, le hanno regalato un grande orso di peluche che va ad aggiungersi alla collezione di orsetti in vari materiali, gli “orso mandi” di nicoletta. il loro rapporto di amicizia è tuttora molto stretto; vanno a fare viaggi insieme; anche a mosca sono state riconosciute dai turisti italiani. una popolarità che è entrata nella nostra storia.
signorine buonasera
lo schermo al tatto una seta
la voce suonava famiglia
carezza l’invito all’ascolto
il video mutava di sesso
in grazia muliebre avvolgeva
l’annuncio una cauta promessa
spostava il sonno più in là
la rai era madre e ancella
sussurro di annunciatrici
pubblicato sulla rivista di rai senior nuova armonia diretta da umberto casella n.1/2019
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parole nel pineto – words in a pinewood
video mariano rigillo interprete (roma studio 2014) https://youtu.be/sncjxzrrrta
translation by rodolfo longo
parole nel pineto | words in a pinewood |
parole come archi di pini | words as pine-arches |
riempiono spazi nel verde | bridge blanks in the greenery, |
sussurri e carezze accennate | whispering and caressing |
riflesse ai tuoi occhi castani | they reflect in your brown eyes; |
parole che scendono in gola | words descend through my throat, |
fioriscono in dita a contatto | down to my fingers they bloom. |
le incido in cortecce rossastre | i spot them among impudent berries, |
le colgo tra bacche sfacciate | i etch them in reddish rind; |
parole come eco di fronde | words echoed from leaves |
le frasi come aghi di cedro | terms as cedar-needles |
sentenze distese sui rami | mottoes laying up on branches |
ironiche in foglie d’alloro | and mixing laurel with irony – |
parole entusiaste ruggenti | words roaringly excited. |
che ieri ti illusero iaia | |
che oggi controlli severa | yesterday they beguiled you, iaia, |
spezzandone fragili corde | today you sternly control them. |
parole più lente e studiate | |
che filtri senza indulgenze | breaking fragile chords |
non esce un verso dal bosco | you check you analise |
se privo del fiore di assenso | you allow no mercy; |
e piovono intense parole | no word out of the wood |
nel nostro giardino segreto | unless benign flowers be with it. |
inumidiscono ciglia | thus, pregnant words rain |
si fermano in goccia su mani | upon our secret garden |
parole da lunghe stagioni | moisten our eyelashes |
si mischiano in lingue diverse | fix drops on hands; |
assumono accenti imprevisti | words from remote seasons |
ingordo ne mastico i suoni | use various tongues |
parole in liberi fiati | perform unexpected accents. |
si spandono senza ricordo | greedily i chew those sounds – |
non c’è più controllo di voce | airy free words challenge minds, |
balbetto a riprenderle in mente | glide about, have neither memory |
parole volanti leggere | nor human voice, |
parole irruenti a folata | while i stammer and babble |
parole ghirlanda d’amore | flying light words |
parole fiorite per te | impetuous windy words |
garland made of words. | |
words blooming for you. translation by rodolfo longo |
commenti dei lettori:
ho letto l`ultima tua poesia, nella quale pensavo ad un ritorno dannunziano. invece ho trovato audacia e sperimentalismo linguistico, come spesso nelle tue composizioni. es le colgo tra bacche sfacciate, parole come eco di fronde e anche parole entusiaste ruggenti che ieri ti illusero iaia che oggi controlli severa spezzandone fragili corde (in realtà c`è qui nascosto quel d`annunzio che conosco) michele serra venezia
bellissima questa poesia, la faro studiare ai miei allievi qui. federica mennella washington
non è il tempo che passa siamo noi che passiamo! tommaso federico teodori (11 anni) lugano
come al solito leggo i tuoi scritti con profondo interesse ammirando la tua delicatezza e la tua costanza. mi dispiace di non poterti più vedere in rai ma per fortuna tu appari con i tuoi scritti. franco roselli roma
bella, molto bella, la tua poesia; l‘apprezzata molto. almo paita roma
complimenti per questa meravigliosa, musicale, emozionante, suggestiva poesia dagli echi dannunziani…carla guidi roma
bellissima, grazie mille caro antonio angela mejias hendaya
oh, antonio, questa poesia è meravigliosa, semplicemente meravigliosa!!!grazie per avermela inviata! tullia ranieri tivoli
sempre in alto il cuore, e gli occhi sciolti se va… mario quattrucci roma
ti ringrazio anche di questi inviti, ma soprattutto per la poesia che ho messo in terza pagina. maria antonietta coccanari roma
riccardo tortora tra docu e drama
riccardo tortora, (napoli 1931-roma 2020) regista, autore cinematografico, televisivo, teatrale e scrittore. negli anni 60 ha realizzato documentari archeologici e ritratti di pittori, tra cui guttuso. dal 1968 il sodalizio professionale e affettivo con marisa malfatti, fino alla sua prematura scomparsa nel 1985. realizzano insieme per la rai otto serie di inchieste televisive incentrate sul sociale, dalla salute alla terza età, al lavoro in fabbrica, tra cui: gli anni negati, di fronte alla medicina, gli ingegneri della vita. negli anni 70 realizzano sette docu-fiction per le tre reti rai, tra cui la scena di napoli, il caso ippolito, rodolfo graziani, pupetta maresca e lilì marleen.
ha pubblicato quattro libri insieme a marisa malfatti, tratti dalle loro inchieste.
negli anni 90 realizza le inchieste magistrati di frontiera e arcipelago mezzogiorno. si dedica poi, insieme a loredana ricci, alla radio e al teatro danza con il festival di benevento.
nel 2013 la cineteca nazionale gli ha dedicato, al cinema trevi di roma, una rassegna delle sue opere principali, a cura di antonio bruni, già produttore in rai dei suoi documentari sociali.
notizie della rassegna, l’attività e la filmografia completa di tortora e malfatti sono nel pdf a sx.