scrivere racconto da sognando i serpesci
video interpretazioni di (premere sul nome) carmela_ricci , marta_scelli , cerro_ornella elvira_giannini
mi piace sedere qui, sui gradini più bassi dell’ingresso della metropolitana. e’ riparato, non arriva la pioggia e c’è sempre aria, qualche volta troppa e fa freddo, allora vado a sedermi più avanti nel corridoio, ma i gradini sono più comodi per scrivere:
eh si! io scrivo e scrivo tanto, sempre, scrivo tutto il giorno.
mi piace scrivere, devo scrivere! è importante che io lo faccia.
ho sempre un quaderno a righe e una penna a biro.
mi siedo e sento la gente che passa; vanno tutti di fretta, portano borse, zaini, ombrelli, valigie, cappelli. li sento ma non li vedo; hanno tutti la stessa faccia, non hanno odori, nemmeno quelli che puzzano. non mi importa chi sono e che fanno. passano, passano.
quello che scrivo invece resta: ho tanti quaderni ammucchiati nel carrello del supermercato, li porto sempre con me, quelli pieni e quelli ancora da riempire.
ogni tanto c’è qualcuno, di quelli che passano, che me li regala .
un signore anziano, con la faccia da professore, me ne ha portati cinque, con la copertina nera e i bordi rossi; ha detto che sono di cinquant’anni fa, si usavano così a scuola. io forse non ero nata, non lo so, non ricordo quanti anni ho, ma non importa, l’importante è scrivere, usare la penna.
una ragazza mi ha regalato una scatola di penne a biro rosse. mi piace scrivere con tre colori: col blu i pensieri nuovi, col nero i ricordi, con il rosso le cose gravi.
sottolineo? si, ma solo a matita, uso quella rosso e blu delle maestre ma non evidenzio gli errori (io non ne faccio); sottolineo le cose importanti in rosso e sottolineo in blu quelle che mi fanno paura. così le cose terribili sono scritte in rosso e sottolineate in blu. quando scrivo metto la mano sinistra sopra il quaderno per nascondere le righe; ho paura che chi passa possa leggerle.
quello che scrivo è segreto, resta solo per me.
ieri ho scritto tutto il giorno senza smettere mai. ho smesso solo cinque minuti per andare al bar a fare pipì. la barista mi ha offerto un cappuccino e un altro signore mi ha pagato un panino al prosciutto e insalata. mi hanno chiesto: cosa scrivi? e’ un segreto, ho risposto, non posso dirvelo. la sera mi faceva male la mano che era pure intirizzita, faceva freddo. la notte ho sognato che un cagnolino prima me la mordeva e poi la leccava, così non mi faceva più male, ma ero contenta nel sonno perché avevo scritto tanto.
quando scrivo, mi sente felice perché provo tutti i sentimenti: piango, rido, sono ottimista, pessimista, ho paura, ho coraggio, fantastico. mi sento libera, volo, atterro, non mi serve niente, non ho fame, non ho sete, non ho freddo.
io scrivo; ma scrivono anche quelli che mi passano accanto?
hanno mai scritto un pensierino in vita loro?
nemmeno gli angeli, quelli che ci volano intorno, invisibili, scrivono; forse parlano. a me qualche volta sembra che mi dicano qualcosa ma è come nei sogni, dopo non mi ricordo niente. rivedo la loro bocca muoversi, sento un suono che è come il vento, ma non ricordo cosa hanno detto.
peccato! mi piacerebbe scriverle, le parole degli angeli. chissà come sono belle!
le mie invece sono semplici, ma sono spontanee, genuine, piene di sentimenti. le mie sono parole vere anche quando sono inventate.
eh si: l’invenzione è più vera delle cose vere, perché è più bella. io invento sempre anche perché non so niente delle cose vere, di quello che gli altri fanno, di quello che succede a quelli che mi passano accanto.
loro sono tristi, non mi piacciono; io preferisco gli angeli.
scrivere non è come cantare: quando canti forse qualcuno ti ascolta ma poi il canto finisce e svanisce. quando scrivi resta lì, anche se nessuno lo legge e io non voglio che qualcuno legga quello che ho scritto.
adesso mi rimetto a scrivere ma voglio usare solo la penna blu, anche se me ne è rimasta una sola. di rosse ne ho tante ma non voglio scrivere cose paurose. la paura è tanta e spesso mi morde sul collo per ore. io preferisco stare con la gioia, scrivere con la penna blu.
quella nera non la uso quasi mai. non ricordo niente e cosa dovrei ricordare? le mie giornate sono sempre uguali qui su questi gradini della metropolitana. guardo i miei quaderni pieni, fitti, fitti nel carrello ma non ho il coraggio di rileggerli. a che servirebbe?
meglio scrive cose nuove e riempire altri quaderni.
spero che qualcuno mi regali altre penne blu.