Posts by Daniele

el 275 cronaca dei serpesci a teatro e inviti culturali

 

el 275   del 27 febbraio 2020 cronaca ​dei serpesci a teatro e inviti culturali

arbor benefica laudat

elettrolettera
n.275 – anno xvi – 27 febbraio 2020

una poesia e inviti culturali

www.antoniobruni.it

elaborata dawedot.net


foto massimiliano antonini
tecnico audio e luci simone sensi

iserpesci sono apparsi fisicamente sul prosceniocome figure in ulivo e noce e come persone di solitaria mania per l`interpretazione di ornella cerro e piermarco venditti, nello spettacolosognando i serpesci, prodotto dallo stabile dei giovani, domenica 16 febbraio 2020 nel teatro dei ginnasi, gioiello quasi segreto nel cuore di roma, in via delle botteghe oscure.

 

 

iserpesci,né serpi né pesci,
sono creature della fantasia di antonio bruni.
assumono tratti inquietanti nei suoi tagli di legno e sono altrettanto strani quando appaiono nelle manie e nei disturbi di comportamento di alcune persone.
c’è un serpesce che si agita dentro di noi e che minaccia di manifestarsi? niente di scientifico, solo immaginazione
in questo atto artistico dell’autore.
catalogo dei serpesci
http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=687

 

 

serpésci né serpi né pesci
nel buio latente presenza
sgusciano ispidi e viscidi
ibridi figli dei sogni
ingoiano soffi di quiete
irrompono in spazi di ansia
immersi in sudori notturni
emettono strani lamenti
schioccano in breve contatto
parole e mefitici fiati
serpésci né serpi né pesci

ornella cerro ha interpretato
scrivere
(una segreta scrittura sui gradini della metropolitana)
https://youtu.be/imgrwtuubaq

 


concerto di pentole
(una presunta artista si esibisce nel cortile condominiale)

https://youtu.be/7duarzujaia


letizia e il tamburino
(una sarta di paese e uno strano musicista)

https://youtu.be/vyt9_j__toi

piermarco venditti ha interpretato


il mestiere di stringere le mani
(mania delle pubbliche relazioni)

https://youtu.be/kgdwjaidfwq

 


camicie bianche
(ossessione per le vesti candide delle colleghe)

https://youtu.be/jdfk5qsif0e

contare
(conta tutti gli oggetti intorno a sé)

https://youtu.be/vfzwvizatji

 

il coro (valentina del monte, laura scala, benedetta vergari e camilla tebaldi )
ha interpretato i versi dei serpesci e
zia viola
(una famiglia femminile con il mito della bellezza).
https://youtu.be/jzhfjsnngec

 


 

recensione di dante fasciolo
nella rivista web papale-papale

http://www.papale-papale.it/articolo/3741/sognando-i-serpesci


segnalazioni dello spettacolo: il tempo, trovaroma,adnkronos,

oggiroma,romatoday,

papale-papale

 

 

libreria eli viale somalia 50a (metro b libia) roma
sabato 29 febbraio ore 17,30

giulia alberico, antonio bruni, elisabetta flumeri,
luana prestinicepresentano il romanzo
mari caporale la moglie di… (amazon)
letture di ornella cerro e piermarco venditti-
violino di alessandro d’andrea
ingresso libero

teatro eliseo off via nazionale roma
venerdì 28 febbraio ore 18 ultima replica
stefania barca
lettere da una sconosciuta
di stefan zweig
voce registrata di edoardo siravo
regia angerla bandini
biglietto 7 euro

teatro dei contrari viale dei quattro venti 38 roma monteverde
29 febbraio ore 21- 1 marzo ore 18.15
carmela ricciangelo curci michela totino
valeria elle emanuele capecelatro in
assassinio in crociera –giallo interattivo
regia antonello lotronto
biglietto 12 euro ridotto 10 euro
nessuna tessera a pagamentoprenotazioni al 3920794851

carmela ricci

teatro off/off via giulia 20 roma
fino al 1 marzo ore 21; do ore 17
guenda goria
la pianista perfetta
con lorenzo manfridi

spettacolo concerto su clara schumann
di giuseppe manfridi
regia di maurizio scaparro

fascino napoletano vias tolemaide 14 roma – ma ottaviano

sabato 29 febbraio ore 11,30

cristina buonvino e luciano amato fargnoli presentao il ibro di

francesco frigione e ugo de rantolis

le ragioni nascoste (gmpress)

letture di rossella monaco e gennaro fenizia

teatro ciak via cassia 692 roma
ore 21 fino a domenica primo marzo ore 17
silvia siravo, riccardo cascadan, martina carletti,

claudio garruba,barbara abbondanza,
linda manganelli,
franci sciacca, giovanni carta

la scala a chioccioladi ethel lina white
regia anna masullo musiche alessandro molinari

 

 

fine art gallery 28 piazza di pietra roma

da mercoledì 4 marzo ore 18 al 30 aprile

mostra di sergio ceccotti “roma”

06.94539281 |
[email protected]|
www.28piazzadipietra.com

orario d’apertura: lunedì-sabato 11-13/16.30-20
e su appuntamento lunedì mattina chiuso

 

 

teatro palladium
piazza bartolomeo romano 8 roma garbatella

da giovedì 5 marzo (ore 20,30) a domenica 8 (ore 18)

edoardo siravo, gaetano aronica, alessandra fallucchi,
silvia siravo, marcella favilla, gabriella casali

le troiane di euripide
traduzione e drammaturgia di fabrizio sinisi
diretto da alessandro machia

 

 

se desideri disiscriverti o cambiare i dati del tuo profilo premi qui

elettrolettera

una poesia e inviti culturali

morte di una nera signora

morte di una nera signora

possiede diamanti e legname

petrolio metalli e banane

natura con muscoli e denti

 

eppure la nera signora

di fame e di peste ora grida

sgozzata dai bimbi soldati

 

son bianche le imprese voraci

che donano mine antiuomo

che c‘entrano i grandi globali?

 

 

da il popolo 3 agosto 2001 il nonino –prima pagina 

 

il quotidiano in versi

pubblicata sulla rivista di rai senior  nuova armonia n.1;2016

l`angelo del sepolcro -the sepulchre angel

l`angelo  del sepolcro  -the sepulchre angel

l`angelo del sepolcro the sepulchre angel
e come un ragazzo parlò as a boy spoke
sostando leggero sul masso standing light on the rock
riflesso d`argento agli ulivi the olive trees reflecting silver
nel primo ruggito di aurora the dawn issuing an early roar
“vi aliti in seno la gioia “deep inside you may the bliss breathe
che esce dal vuoto sepolcro that comes out of a sepulchre empty
colui che piangete è risorto!” he whom you mourn has resurrected!”
le donne gettarono il manto off threw their mantlesthe women
disciolti i capelli nel canto their hairs undoing and chanting
translation by rodolfo longo

the cross – via crucis – pictorial cycle by luigi rincicotti

via crucis

con le formelle di luigi rincicotti

 

===========================

the cross

based on the stations 
of the pictorial cycle 
by luigi rincicotti

translation by rodolfo longo


==========================

 

 

 

 

 

 

 i

la sentenza

domanda già vuota

rimbalza risposta

ignota la colpa

colpevole è noto

s`impone un castigo

salviamo la vita?


deciso il sinedrio


furente la folla


condanna già scritta

è farsa il processo

                    destino innocente
                  subisce supremo


 

 

 

 

 

the sentence

an empty question

bounces back the answer

unknown  the guilt

known the offender

necessary the punishment

shall we spare his life?

a determined sanhedrim

a furious mob

an arrogant verdict

a farcical trial

innocent destiny

supreme solution



 

 

 

ii

la prima croce

due legni inchiodati

ruvidi e ignari

pesante e imbevuti

di rovi e di pietre

due legni da scarto

nodosi e tarlati

distorti e scalfiti

materia da fiamma

due legni gridanti

passione mortale

d`infamia vessillo

di resurrezione


 

 

 

 

2

the  early  cross

two pieces nailed up

rough and unaware

soaked  and  heavy

with bushes and stones

just waste wood

worm-eaten and knotty

twisted and scratched

stuff for fire

two pieces yelling out

mortal  passion

flag of infamy

of resurrection



 

 

 

iii

la seconda croce

opprime le spalle

incide il terreno

s`inclina a minaccia

resiste alle braccia

oscura lo sguardo

impone caduta

s`intinge di sangue

respinge gli aiuti

odora dolore

assorbe i lamenti

sopprime il pensiero

ricaccia speranza

 

 

 


3

 the second cross

weighs upon shoulders

cuts  in  the  soil

projects  threats

opposes  muscles

obscures  eyes

forces  fall

absorbs  blood

rejects  hands

smells  of  pain

dulls  lament

suppresses  thought

 

 

 

iv

maria

in me! mi appartiene

che torni nel ventre

origine e culla

scintilla divina

ha dato missione

a me del dolore

a lui del soffrire

di unica carne

sostanza diversa

questione che ignoro

interna al mio sangue

t`imploro! ritorna!


 

 

 

 

4  
maria 

it is mine inside me!

i wish him back in my womb

origin and cradle

divine spark

appointing mission

pain to me

suffering to him

unique flesh

different substance

matter unknown to me

inside my blood

i beg you! come back!

 

 

 

v

cireneo

andavo tranquillo

tornavo al lavoro

un giorno normale

incrocio un corteo

la guardia mi stringe

m`impone la croce

ma è lui il condannato!

lo devo supplire?

mi guarda ed è lampo

io abbasso la schiena

                      quel carico segna
                      nell`animo brucia

 

 

 

5  
simon cyrenaeus

walking easy

back to work

an ordinary day

i meet a procession

soldiers corner me

force the cross on me

though he is the defendant!

must i replace him?

he eyes me just a flash

i lower my back

the burden burns

marks my soul



 

 

 

vi

veronica

prezioso è il panno

profuma di lino

protegge il mio collo

da caldo e da umori

è appena lavato

ma quando divergono

quel volto affannato

diventa fiammata

che in seno mi scuote

l`impronta sua grida

si stampa a ferita

                     perenne di storia

 

 

 

6

 veronica 

precious cloth

smells of linen

protects my neck

from warmth and fluids

just washed

when it cleanses

the panting face

it turns into flames

and shakes my body

his trace screams

fixes itself

eternal wound in history



 

 

 

vii

crucifige

spettacolo forte

in strada il martirio

guardiamo impassibili

la pena dell`altro

scommessa ribalda

su quanto resiste

sfogiamo su lui

la rabbia sepolta

in gola cacciamo

singhiozzo e pietà

emessa condanna


che paghi per noi!


 

 

 

7  
crucify him

a harsh performance

a street martyrdom

unmoved do we watch

a stranger`s pain

a villainous bet

how long he`ll endure

our buried anger

vented on him

will hold back

sobs and piety

sentence is passed

he shall make up!


 

 

 

viii

il re dei giudei

onore al re

evviva il re

che regni il re

fedeli al re


ignudo è il re

beffato è il re

percosso è il re

a morte il re


un pascolo il regno

nel suono del vento

la pioggia ridente


 

 

 

8
king of jews

honour to theking

long live theking

long reign the king

loyaltothe king


naked istheking

mockedis the king

hitistheking

death totheking


a pasture kingdom

a blowing wind

a smiling rain

all hail light


 

 

 

ix

la caduta

tra sbarre e ferite
trascorrono i giorni

la pena sovrasta
chi è eletto al dolore

ignora i motivi

di tale sentenza

assente la forza

di alzare la testa

subisce nel pianto
la strada sperando
che il monte si appresti

                      e arrivi la fine

 

 

 

9
the fall

prison and wounds

mark the days

the sentence hangs

he whom pain chose

ignores why

such sentence

he lacks the stamina

to raise head

crying puts up

and hopes

is the hill there?

to come to the end



 

 

 

x

le vesti strappate

piumaggio e criniera

il muschio e le foglie
corteccia e pelliccia

i peli e le squame
bellezza e ricchezza
di vita selvaggia

la veste provvede

riparo e decoro

emblema di stato

occulta e richiama

distingue l’umano
ricopre la morte


 

 

 

10
clothes torn up

plumage and mane

musk and leaves

bark and fur

hair and scale

beauty and richness

of wildlife

clothes supply

shelter and decorum

sign and office

they hide and draw

mark humans

conceal death


 

 

 

xi

crocifissione
battuto coi chiodi
in carne dell’uomo
infisso l’editto

condanna che arresta

parola e carezza

speranza tradita
amore languente

resistere è nulla

la polvere avvolge

lo scherno di armi

infiamma l’aceto

ludibrio di mente


 

 

 

11
crucifixion

nails driven

into man’s flesh

edict fixed up

a sentence crushes

words and caresses

betrays hope

wears out love

crumbles endurance

dust wraps

mocking arms

vinegar burns up

and scorns minds


 

 

 

xii

morte in croce
sussultano i venti

la forza abbandona
il corpo e lo spoglia

il grido denuncia

umana la gola

implora implora
speranza è colata

nell’ultimo sangue

tumulta la terra

un lampo sublime

                        dilania nel tempo

 

 

 

12
death in a cross

winds startle

stripping strength

forsakes the body

a cry reveals

a human throat

keeps imploring

hope clots into

ultimate blood

the earth rises

sublime lightning

tears time up



 

 

 

xiii

deposizione
discende già nudo

deposto nel freddo

risuona il silenzio

nel buio profondo

l’acqua non lava

unguento non calma

carezza non scalda

lenzuolo non copre

il canto infinito

invoca stagione

rimpiange quei fiori

ma senza colore


 

 

 

 13


deposition

naked he descends

is laid in the cold

silence echoes

in the deep dark

no water can wash

nor ointment soothe

nor fondling warm

nor sheet cover

an unending song

calls for spring

pines for flowers

colourless though



 

 

 

xiv

sepolcro

e’ priva di soffio

la spoglia bendata

in terra è già entrato

e gli inferi tocca

inerme la storia
attende verdetto

è lunga la pausa

assenza dell’uomo

la pietra ha richiuso
speranza ai fratelli

vacilla fiammella

intorno al sepolcro


 

 

 

14  
sepulchre 

the dressed  remains

are wanting in breath

he is under the soil now

and touches on hell 

unarmed  history

awaits sentence

a lengthy pause

man needed

a stone has locked

hope up on brethren

little flame flickers

round the sepulchre

  





 


franco matteucci: tv e gialli, un unico racconto

franco matteucci: tv e gialli, un unico racconto

scarica il pdf a sx

franco matteucci fa parte della generazione che ha costruito l’ossatura delle reti televisive rai.

cominciò nel 1970 come collaboratore esterno di “a come agricoltura”, settimanale diretto da roberto bencivenga e dal regista giampaolo taddeini, il suo primo maestro in rai. la gavetta fu lunga, realizzando servizi brevi, documentari, testi redazionali.  la sua passione segreta era raccontare con la macchina da presa. a diciotto anni il suo primo corto, girato (montaggio in macchina) con una paiard 8mm regalatagli da sua madre; era la storia di un adolescente nella sua stanza. aveva fatto suo l’insegnamento di zavattini (lo leggeva a 16 anni) che invitava tutti a servirsi della cinepresa come di una penna o di un nuovo occhio per riprendere la vita normale. una predizione del cellulare. fece vedere il corto a franco indovina e a tonino guerra che poi lo invitò nel 1969 a collaborare alla sceneggiatura di amarcord per la sequenza sulla scuola. 

 

“da ragazzo fino al pensionamento, la cosa che ho gustato di più è stata sperimentare le nuove tecnologie. ho amato la pellicola (che emozione aspettare a via teulada, talvolta in fila con grandi registi, che uscisse la stampa del girato!) poi mi sono appassionato a tutti i diversi nastri magnetici fino al digitale. alla fine della carriera, come direttore dell’innovazione prodotto, lavorai molto con il multischermo. la rai si è sempre stata lenta e in ritardo ad adeguarsi ai cambiamenti tecnologici. non mi sono mai attaccato a una tecnologia. mi piaceva sempre sperimentare le nuove, ma le sentivo come strumenti di espressione, non pensavo che le nuove caratteristiche contenessero espressione in se stesse. altro insegnamento di zavattini: non è il cavo che fa il film, ma è il cervello!  avevo sempre voglia di imparare. arbore, nella redazione di “l’altra domenica”, mi insegnò a staccare la telecamera dal cavalletto, a togliere la staticità, a far diventare televisione il movimento vero, a trasformare le banalità in profonda autoironia.”

 

assunto nel 1977, assieme a tutti i programmisti che di fatto realizzavano la produzione, approdò alla fine degli 80 nel dse (dipartimento scuola educazione) dove fu nominato dirigente coordinatore nel 1993.  i dieci anni dei programmi cosiddetti educativi costituirono il periodo della massima libertà di invenzione. in “caramelle” i bambini si comportavano come adulti e gli adulti tornavano bambini. con la direzione di antonio spinosa (videosapere) si raggiunse un equilibrio tra intrattenimento e approfondimento per ragazzi.

 

consolidata la professione televisiva, matteucci ha rivelato la sua seconda anima, quella di scrittore.  nel 2001 pubblica il primo dei suoi undici (finora) romanzi: “la neve rossa”, a cui seguirono “il visionario” e “festa al blu di prussia”.  l’ambientazione prevalente nei racconti è quella della produzione di cinema e tv, che matteucci ha conosciuto profondamente e su cui indaga con ironia, creando personaggi e vicende surreali. il paradosso nasce sempre dal vero e spesso con esso combacia. le narrazioni di matteucci toccano molto le corde di chi ha lavorato in televisione, ma non sono riservate agli specialisti, perché fanno capire, anche al grande pubblico, alcuni meccanismi di questo mondo. letture divertenti che fanno riflettere sull’influenza dei media nella nostra vita e su alcuni dei loro aspetti di falsità.   

 

nel 2007 la svolta come scrittore. l’editore raffaello avanzini di newton compton gli propone di passare al giallo. franco crea un suo personaggio, l’ispettore marzio santoni, e sposta anche le ambientazioni: dal mondo urbano dei media alla montagna, suo luogo d’infanzia. il surreale e fantasiosi marchingegni televisivi continuano a spuntare nei racconti.  

lo scrittore è nato a buggiano nel 1948 e cresciuto all’abetone, dove suo padre era medico condotto. il suo cuore è rimasto lì tra nevi, boschi e panorami di altura, nell’ambiente ristretto, rude e famigliare dei piccoli paesi. perché questo rifugiarsi dalla città ai paesi montani?

 

“lo scenario è inventato, è un misto di alpi e appennino. valdiluce è un luogo esistente vicino all’abetone. fino a qualche anno fa era una valle misteriosa, dove troneggiavano grandi alberghi mai finiti, costruiti durante il fascismo, figure spettrali che ancor oggi si possono ammirare. ho scelto valdiluce per il nome anche perché, quando accade qualche delitto, diventa valbuia.

per chi vive nel vento, come il mio ispettore marzio santoni detto lupo bianco, diventa difficile vivere in un panorama raccolto in una finestra, dove vedi solo palazzi. lupo, senza l’orizzonte aperto, si smarrirebbe perché regola la sua vita come un animale e deve essere sempre in sincrono con la natura. è in queste condizioni che dà il meglio di sé, soprattutto durante le indagini.”

 

matteucci ricorda con emozione i quarantatré anni vissuti in rai. capo struttura spettacoli a raitre (con minoli) e a raidue (con freccero e guardì), vicedirettore di raiuno per la fascia giornaliera (con del noce), poi direttore di innovazione e prodotto e di rai futura, infine direttore del marketing. ha insegnato produzione televisiva al suor orsola di napoli. gli piace dormire davanti a sorella tv.   è felice anche nella vita privata, sposato da cinquant’anni con muriel oasi, fotografa e antiquaria. “sono fiero anche di essere calvo. se fossi stato dotato di una capigliatura, forse avrei fatto un trapianto di calvizie”.

 

 

 

tiepolo a palazzo labia a venezia

 

l’affresco del tiepolo a palazzo labia

 

di olimpo soave illusione

 

di olimpo soave illusione

l‘invito a entrar nella casa

offerta esclusiva agli eletti

dimora di grande famiglia

baciata da sorte mercante

che affina nei volti e nei cuori

la stirpe dell’abile industria

e gli uomini arditi solleva

da tutte le cure operaie

rendendoli simili a dei

esenti dal fango di strada

con stemma innalzati in palazzo

 che su cannaregio primeggia

in volta di grande canale

campane le uniche ombre

le labia di questa famiglia

pronunciano il suono che loda

l`altissimo in grazia di vita

di gesta non solo bancarie

ma intense di elette virtù

spiegate in salone alla storia


al primo respiro di scale

che provano all’ospite il fiato

palpebre ardisce ansimando

riceve bagliore di scene

di luci da cera riflesse

su elastico suolo di ballo

il piano nessuno  calpesta

ma pare affollata la sala

ingresso di grande corteo

sfondate pareti in rilievi

lesene e colonne fiorite

balconi aggettanti sugli archi

un rostro di nave segnala

lo sbarco in potente città


accolta con sfarzo in costumi

 l’eroe riceve regina

antonio con l`elmo in vittoria

scarlatto di sguardo e mantello 

con trombe e alabarde un clamore

sovrasta il brusio della folla

intorno i moretti serventi

levrieri e cavalli in gualdrappe

con occhi di cabala i maghi

i paggi  rigonfi di sete

 

il porto più ricco del mare

dispiega ed ostenta opulenza

conquiste in mercati e bellezza

padrone è il guerriero romano

che tenta addolcirsi in corazza

lo sguardo da fiero e sorpreso

si muta in un tacito assenso

a incrocio di mano regale

distesa dall`ampio broccato

più bionda di sabbia del nilo

il seno svelato e proteso

gareggia col giro di perle

natura superba ed esente

dal tocco di ruvidi sguardi

 

il volto solleva agli astanti

ne è fiero il signor della casa

discosto contempla il trionfo

che evolve ricchezza in sublime

le dame in attesa malizia

rapiscono i fiati ai destrieri

armati con stemmi e vessilli 

 

propizia il banchetto un` orchestra

trasforma oscuri spartiti

in suoni di argentea laguna

piramide a lungo sognata

emblema del mitico egitto

il volo ai rapaci concentra

minuscoli il buffo ed il cane

davanti alla tavola bianca

risplende la perla di sfida 

gioiello dissolto in aceto

in schiaffo ai bottini di guerra

attoniti gli ospiti  intorno

 

che terra è mai questa d`incanto

è vera o tracciata in pennello

volume quadrato od immenso?

chi visita sala è la scimmia

rincorsa dal nero in livrea

perché non disturbi i divini

che svettano in cielo soffitto

tra i miti i peccati i valori

e i venti che espandono gloria

virtù che sovrasta l`invidia

il genio su pegaso vola

 il tempo rapisce bellezza .

  

dal catalogo della mostra “tiepolo e l’abito come metafora”  1996

 palazzo labia, 
il gioiello veneziano della rai

 

domina maestoso la confluenza di cannaregio nel canal grande: è palazzo labia, una delle più sontuose dimore veneziane, sede regionale della rai per il veneto.  i labia, facoltosi mercanti di origini catalane, nel momento di essere ammessi nella nobiltà della serenissima, vollero costruirsi una residenza adeguata alla loro condizione e affidarono il progetto e l’esecuzione all’architetto andrea cominelli che concluse il lavoro nel 1696, incidendo nel marmo il motto della casa: labia mea laudabunt te (domine).

nel 1734 fu ristrutturato l’interno per ricavarvi la sala da ballo, un cubo di dodici metri di spigolo, due piani di altezza.  a decorarla fu chiamato il massimo artista del momento, giovambattista tiepolo, con il figlio giandomenico.  la quadratura della sala con la scenografia prospettica fu affidata a gerolamo mengozzi colonna che realizzò il suo capolavoro: l’illusione architettonica è così curata da rendere difficile distinguere al primo sguardo i rilievi veri da quelli disegnati.

l’affresco (1746-47) narra lo sposalizio tra antonio e cleopatra. la regina ha il volto della signora labia (bionda, non mediterranea); il seno scoperto e l’abito appartengono alla moda di allora. nella scena di sinistra entrando, cleopatra scende dalla nave accolta da antonio in armatura. di fronte è raffigurato il banchetto: la regina scioglie nell’aceto la perla del suo orecchino a sfoggio di lusso. tutto l’ambiente è opulento: libagioni, abiti, servitù, orchestra, insegne. le figure rappresentano la grazia del settecento veneziano: colori tenui, particolari accurati, volti delicati.   

il committente labia è ritratto di profilo e la famiglia è celebrata nell’apoteosi mitologica del soffitto: la gloria e l’eternità, il genio che vola su pegaso, la giustizia fa trionfare l’armonia. il dipinto è, per dimensioni e qualità, uno dei migliori dei tiepolo. l’esibizione di vanità e di ricchezza dei labia ci ha regalato un’opera d’arte. famoso è l’aneddoto secondo cui al termine di un banchetto il padrone di casa abbia gettato le suppellettili d’oro nel canale esclamando: le abia o non le abia, sarò sempre labia!  le posate furono però ripescate grazie a reti tese in precedenza.

con la fine del successo famigliare, il palazzo fu abbandonato, depredato e mal utilizzato. dal 1885  divenne una fabbrica di seta, poi, nel 1940, un condominio di sfollati. nella sala da ballo si stendeva il bucato; un chiodo per il filo era affisso sul naso di cleopatra. il petroliere francese charles de beistegui, nei cinquanta, usò la casa a fini di relazioni pubbliche per i suoi commerci di arte. fece scalpore la festa da ballo che indisse il 3 settembre 1951 con aga khan, winston churchill, salvator dalì. la rai ha il merito di aver acquisito il palazzo nel 1964 e poi restaurato, salvandolo da un degrado irreparabile.

ho avuto il privilegio di lavorare in questo luogo meraviglioso, dal 1980 al 1987, quando ero direttore dei programmi. raitre era semi-regionale: trasmettevamo due mezz’ore settimanali televisive e avevamo uno spazio radiofonico quotidiano su radiodue, oltre a produrre alcuni speciali per le reti nazionali. famosi musicisti mondiali, da rostropovich a marilyn horn  hanno eseguito, nel salone, concerti da camera per radiotre.
il mio ufficio al piano nobile, affianco al tiepolo, era arredato con cinque tele venete del seicento. convivendo quotidianamente con l’affresco, gli dedicai la poesia riportata in queste pagine.

palazzo labia, negli anni ottanta, fu una sede di rappresentanza di livello mondiale (ospitò capi di stato, riunioni e convegni come quello dell’ocse) e un centro da cui andavano in onda la cultura e l’arte del veneto. ai programmi regionali, in otto anni, parteciparono  i migliori nomi della cultura veneta: giorgio saviane, uto ughi, andrea zanzotto, giuseppe mazzariol, armando rigobello, silvio ramat, emilio vedova, virgilio guidi, mario rigoni stern, ferdinando camon, giancarlo ligabue, toni benetton, mario brunello, bino rebellato, glauco tiozzo, ernani costantini, enrico bravo, renato varese e protagonisti della vita civile e imprenditori come gianfranco zoppas, teofilo sanson, gianfranco barizza, aronne miola, marino puggina.  una galleria di ritratti televisivi di oltre ottanta personaggi, ormai storici, arricchisce la teca rai del veneto. una miope scelta aziendale decretò nel 1987 la fine dei programmi regionali di raitre. finì una stagione, unica, di servizio pubblico alle culture locali, con una storia visiva dei loro aspetti più rilevanti; la sinteticità dei telegiornali non consente di realizzare documenti consistenti. degli altri anni restano solo frammenti.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

pagina di prova tabella

 

grigio e scarlatto 

modesto è il grigio

significa poco… 

scarlatto è ardito

sanguigno di razza…

 

grigio e scarlatto 

modesto è il grigio

significa poco… 

scarlatto è ardito

sanguigno di razza…

 

grigio e scarlatto 

modesto è il grigio

significa poco… 

scarlatto è ardito

sanguigno di razza…

     
     
 

puoi leggere  tutta la poesia e  elettrolettera n.11  del 9 giugno con inviti culturali su www.antoniobruni.it  ; per riceverla direttamente scrivi a [email protected]

puoi leggere  tutta la poesia e  elettrolettera n.11  del 9 giugno con inviti culturali su www.antoniobruni.it  ; per riceverla direttamente scrivi a [email protected]

 

 

puoi leggere  tutta la poesia e  elettrolettera n.11  del 9 giugno con inviti culturali su www.antoniobruni.it  ; per riceverla direttamente scrivi a [email protected]

     
     
     
     

gray and scarlett

 

grigio e scarlatto

modesto è il grigio

significa poco

di scarso rilievo

deprezza persona 

scarlatto è ardito

sanguigno di razza

affascina fiero

coinvolge persona

scarlatto su grigio

insolita coppia

opposte famiglie

esprimono insieme

contrasto elegante

che è raro in natura

pubblicata in
elettrolettera 11 del 9 giugno 2015
 

gray and scarlett

gray is unpretentious

signifies little

scarcely relevant

undervalues man 

scarlett is bold

of a blood-red race

fierce and fascinating

pervades man

scarlet plus gray

unusual couple

opposite families

together express

an elegant contrast

rare in nature

translation by rodolfo longo 

 commenti dei lettori:

amo il grigio e lo scarlatto  alessandra comazzi 

&&&&& 

 

sembra scritta per me: oggi ho maglietta rossa su jeans grigi…buona giornata! emma

&&&&& 

insomma non c`è dubbio il tuo grigio è brillante!…enzo schiuma

&&&&& 

antonio, sei una fonte inesauribile di  idee e cose fantastiche da fare !te ne scrivo una io per te, di ” poesia”  se così si può chiamare    ! 

se il mondo si spegne e la gente è lontana

accendi il computer che bruni ti chiama

formose proposte di artisti ed artiste

sensuali consigli e mille conquiste

il cuore si apre ad altre emozioni
l`amore negato diventa canzoni

creazioni create,  bugie mai narrate, 

teatri e scoperte pitture e sculture

non più sofferenza nè grandi paure

le  dolci realtà di un tempo che passa…

e poi lascerà…
un segno diverso  di questa tua età 

grazie dei tuoi mille suggerimenti e della tua cura per il prossimo!   laura ceccarelli

 

 

 

2011 il dono del presepe – the crib, a gift

il dono del presepe
 

confusa cammino da sola

costante un rovello che sale
da interni meandri a me ignoti

3

è certo: attendo un bambino

il corpo si appresta a sdoppiarsi
mi tremano labbra al pensiero

6

un figlio esige certezze

riesco a gestire a me stessa?

non più una ragazza ma donna

9

in cerca di rughe allo specchio

pur morbida avverto la pelle

emergono turgide curve
12

il ventre concentra calore
ma fredde le mani e la voce

sfuggenti ad avere un contatto

15

mi sento diversa tra gli altri
il padre è segreto ed assente
non trovo conforto né appiglio

18

già piove e ricerco un riparo

mi infilo in portone socchiuso

penombra e in luce un presepe

21

la giovane in povera veste

che dondola un pargolo nudo

scaldato da bestie di stalla

24

confronto il mio stato col suo

nell’utero un dono mistero
timore di esserne indegne

27

in grotta le statue di creta

intonano un canto di lode

diventa reale la scena

30

proclama un’argentea figura:
è nata creatura celeste

che al mondo annuncia salvezza!

33
mi
arriva negli occhi una stella

imploro dal bimbo il coraggio
ha acceso la notte 

36

 

the crib, a gift
 
confused i walk alone
a continuous obsession mounting up
from recesses unknown to me


3
sure – i expect a child!
the body is about to double
at the very thought my lips tremble 
6
a child demands certainties
will i manage myself?
no longer a girl in fact a domina woman
9
searching wrinkles in front of a mirror
though i perceive smooth skin
turgid curves emerge
12
the abdomen concentres warmth 
my hands my voice are cold
and shrink from any contact
15
i feel different among the others 
father is secret he is off  
i have neither consolation nor hold
18
it rains i look for shelter
i slip through a half-open street door
light and shade disclose a crib
21
a poorly clad girl
cradling a naked baby
warmed up by stable animals
24
i compare my status with hers
in our wombs a gift a mystery 
we fear we are unworthy
27
clay statues in the grotto
sing praises and glory
the scene turns real
30
a silver figure proclaims 
“a heavenly creature has been born
who announces salvation to the world”
33
a star gets in my eyes
i beg the baby for courage
the night has lipt up hope.
36