Posts by Daniele

il lusso del massello

il lusso del massello

             

il legno va rispettato; bisogna osservare le sue caratteristiche che variano da essenza ad essenza: durezza, compattezza, flessibilità, durata, resilienza. il noce e l’olmo si prestano a quasi tutte le lavorazioni mentre l’ulivo e il ciliegio ne rifiutano alcune. il noce e il ciliegio sono  più soggetti ai tarli, l’olmo e l’ulivo molto meno e così via le differenze. il noce è più costoso e raro; una malattia ha sterminato tutti gli olmi della calabria; l’ulivo fornisce poco legname utile alla lavorazione perché i fusti sono contorti e le piante oltre i cinquant’anni si corrodono nelle fibre interne, anche se la sua vita può essere millenaria. oggi sono rari gli ebanisti con esperienza del massello; gran parte dei falegnami lavorano con sicurezza e rapidità  pannelli industriali. i mobili in commercio, luccicanti in foto, hanno scarsa resistenza e vita  breve, ma prezzi accessibili. i masselli di ebanisteria costano molto:  chi è disposto a spendere per qualcosa che durerà diverse generazioni? bisogna guardare da vicino  un mobile in massello, toccarlo, conviverci per apprezzarne appieno la bellezza e la funzionalità. e’ un lusso, ma un lusso che ripaga. per questo ho dedicato anni, applicazione, energie e risparmi per fare i miei mobili sculture in essenze pregiate. le mie poesie di legno.

 

il messaggero di elena panarella

scarica il pdf a sx

il messaggero di elena panarella

 

descrizione: http://www.ilmessaggero.it/photos/panorama/98/87/3279887_0855_roma.jpg.pagespeed.ce.eq5gwdh9zx.jpg

di elena panarella

“sculture per le piazze di roma contemporanea” è il tema della prima edizione di “un pensiero per roma” festival d‘idee per l’abbellimento urbano. il fine è di dare identità e vivibilità sociale alle piazze dei quartieri edificati dopo il 1930, inserendovi una scultura moderna o classica e una pedana, attrezzata con sedili e verde, per esibizioni di artisti. la decisione dell’inserimento organizzato di opere d’arte in spazi pubblici spetta ai municipi e alle sovrintendenze. il festival vuol individuare luoghi e suscitare proposte. per ogni piazza selezionata sarà organizzato un comitato per formulare e sostenere un progetto. il dialogo tra associazioni di cittadini e istituzioni potrà poi produrre risultati concreti.

il festival, ideato e diretto da antonio bruni, è organizzato dall’onlus “un pensiero per roma” e promosso da un comitato di professionisti, artisti e intellettuali, che ne garantiscono l’autonomia e s’impegnano, a seguito della manifestazione, a sviluppare le migliori mozioni e a sottoporle all’opinione pubblica.
sede della manifestazione è la galleria alberto sordi, lato piazza colonna, davanti all’istallazione temporanea della scultura libreria colossea. da venerdì 20 a venerdì 27 ottobre colossea è visibile dalle 8,30 alle 21. il festival si svolge dalle 19 alle 20. l’opera di antonio bruni, che ricorda nel profilo l’anfiteatro flavio, è prestata come simbolo e luogo fisico e virtuale del festival, ma non è inseribile in una piazza. l’esposizione di colossea è un invito alla raccolta delle idee in una struttura aperta. la creazione di una libreria, in un tempo in cui il libro sembra destinato a uscire dal mercato, è una sfida alla dispersione e alla superficialità. 

il leitmotiv della manifestazione sarà la canzone “un sogno per roma”, scritta da diego gullo e roberto fia una carriera che ha attraversato la storia della musica leggera, da morricone a bacalov, da carosone a lauzi, rita pavone, morandi, mina, massimo ranieri e patty pravo, oggi autore soprattutto di colonne sonore per il teatro. fia parlerà del brano per la manifestazione, che racconta un’utopia per roma, il 25 ottobre.

mercoledì 4 ottobre 2017 – ultimo aggiornamento: 23:52 

© riproduzione riservata

 

 

idee per la città: associazioni e istituzioni – venerdì 27 ottobre 2017

idee per la città: associazioni e istituzioni – venerdì 27 ottobre 2017
le foto in basso e a sx galleria

antonio bruni, direttore del festival, conduce: facciamo parlare associazioni e istituzioni per la cultura di roma   

massimiliano giovanetti- attore- interpreta colossea, sampietrini, giacigli sul travertino poesie di antonio bruni
loredana martinez- attrice- interpreta il concerto – poesia di antonio bruni
 

roberto morassut , deputato e scrittore – iniziative pubbliche per le piazze negli ultimi venti anni

cinzia guido – assessore cultura municipio roma i centro- spazi culturali nel primo municipio

celeste manno – consigliere municipio roma ii – spazi culturali nel secondo municipio

francesca valente – comitato mura latine
il comitato mura latine è nato nel 2014 per soddisfare una forte esigenza di attenzione alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio, in particolare dell`appio latino, e ai cittadini che lo abitano. quest’attenzione ispira tutta l`azione del comitato sia per le proprie iniziative, sia nel rapporto con altre associazioni, comitati di quartiere ed enti pubblici e privati che perseguono scopi analoghi. le mura latine e il relativo parco sono il primo interesse del comitato. con il programma “intorno alle mura di roma”, appena avviato in collaborazione con l’inarch lazio e il dipartimento di architettura e progetto della sapienza, il comitato cerca di attirare l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni e degli operatori pubblici e privati su questa risorsa straordinaria, che merita di essere riscoperta come bene comune.

francesca di castro – gruppo dei romanisti

francesco piccolo – strenna dei romanisti

sandro bari- roma tiberina e voce romana

marco ravaglioli – per roma

silvia frezza – poetessa-  

er discorso der tevere

da quanno so nata
nun ho mai visto cosi roma allagata
mamma mia che impressione
vede er tevere gonfio dar cuppolone

(è lui che ora parla)

nun date corpa alla pioggia insistente
la corpa e` de chi governa e della gente
finche er fiume  scorre lento gnente je frega
ma quanno vede che e` gonfio allora prega

me so stufato
d`esse deriso e beffato
perche na vorta quanno me guardavi te sembravo na carezza
ora me guardi e so pieno de monnezza

fra sorci detriti e carogne
che me vengono dalle fogne
me so tutto intasato
che de brutto ora me so arrabbiato

so secoli che lentamente passo e non disturbo
mo so anni eppure tanti che nessuno me fa no spurgo
nessuno me dedicha quarche ora de lavoro
pensano che me spurgo da solo? li mortacci loro

 

popolo romano chi ve parla e` er tevere
che corre sempre e nun se stanca mai come un bersagliere
ma se nu me mantenete bono e pulito
prima o poi ve daro` er ben servito

per cui co tanta pazienza 
mettetece la coscenza
de pulimme ogni tanto 
che io ritornero` n`incanto

silvia frezza

 

scalfaro oscar luigi

oscar luigi scalfaro 

di fede profonda e distinta

da stato che è di ogni persona

da legge che è metro per tutti

fu fermo in pubbliche scelte

austeri e frugali i costumi

agiva in etica e regole

amò gli avversari di idee

di molti divenne maestro

difese la costituzione

2012 – iii

www.antoniobruni.it

nella primavera del 1992, le elezioni politiche anticipate esprimevano la crisi della prima repubblica. cominciava a sbandare la democrazia cristiana, che aveva retto il paese per quasi cinquant’anni. con dante fasciolo e corrado granella proposi all’allora dirigente della dc  pierferdinando casini, un’iniziativa di comunicazione adatta al momento: registrare una breve intervista con i parlamentari più attivi e dignitosi politicamente, su cosa avrebbe potuto e dovuto fare il loro partito per rinnovare l’italia. ogni deputato avrebbe poi diffuso la sua intervista attraverso diversi canali.  aderirono in molti. invitai anche scalfaro che mi rispose esistante: “ perché si rivolge a me? ho l’impressione che i dirigenti del partito non vogliano nemmeno ricandidarmi alle elezioni.”  insistetti dicendogli che nei momenti difficili si ha bisogno delle persone migliori, anche se ai margini della mischia. scalfaro accettò,  mi disse, per rispetto del mio entusiasmo.

affermò tre cose precise: che bisogna scegliere bene ogni singolo parlamentare, che abbia senso dello stato e del bene pubblico, altrimenti il parlamento fallisce; che i partiti sono il raccordo fondamentale e insostituibile tra lo stato e i cittadini (altre formazion di nome diverso farebbero lo stesso mestiere dei partiti); che per ristabilire la legalità occorre un raccordo forte tra magistratura, forze dell’ordine e cittadini.  dopo vent’anni queste tesi sono ancora valide.

due mesi dopo scalfaro divenne presidente della camera e poi presidente della repubblica. ebbi occasione di un altro contatto con lui dopo undici anni. dal 2001 al 2003 pubblicai ogni giorno sulla prima pagina di “il popolo”, diretto da giampaolo d’andrea, una poesia di commento all’attualità politica. il giornale chiuse per una miope scelta dei dirigenti della margherita, che rinunciarono ad una testata nota e di grande tradizione storica. pubblicai in un libretto dal titolo “il quotidiano in versi”  una selezione di quelle poesie e ne inviai una copia al senatore a vita scalfaro che mi onorò di una lettera autografa, una tra le più belle  soddisfazioni  della mia vita. trascrivo il testo: “ricevo la bella pubblicazione che riporta le sue poesie politiche che facevano di annuncio su “il popolo” fino alla dolorosa chiusura del gennaio di quest`anno. ricordo quante volte le ho lette. certo la provvidenza le ha donato una viva e profonda vena poetica: molta ammirazione! continui; chi è corifeo, ha la voce anche per chi non l`ha. apro e leggo molte felici istantanee… ecco “la pistola inutile” “affronta la vita da inerme, sarai più sicuro nel cuore”. molto bello e molto attuale: vince chi più crede e più ama.  dobbiamo ricordarcelo. grazie di cuore. suo oscar luigi scalfaro – 4 settembre 2003 nel fallimento politico, economico e morale della classe dirigente la seconda repubblica, l’italia si è tenuta in piedi grazie alla guida ferma degli ultimi tre presidenti, scalfaro, ciampi e napolitano, esponenti  della generazione e delle tre correnti di pensiero (cattolica, laica e comunista) che fondarono lo stato democratico.  ai tre presidenti ho dedicato la poesia “donna a figura intera”  sui centocinquanta anni dell’unità d’italia perché ne hanno saputo incarnare lo spirito e nel loro magistero ne hanno indicato le speranze.

 

 

20120207  commenti dei lettori della poesia su scalfaro

e` vero caro antonio,ero in autostrada quando mi ha sorpassato il carro funebre con varie macchine di scorta e auto blu a seguito. ho capito subito che era lui che se ne tornava a nord… e dal cuore mi è venuto un <ciao presidente!>. pamela villoresi

 la calibrata poesia in ricordo al presidente scalfaro, da poco scomparso, nel cui ricordo ho di lui ritrovato molto. mario verger

 

oscar luigi scalfaro ha lasciato il ricordo di un politico, presidente e soprattutto uomo di rara intelligenza e profondo senso della giustizia,nn solo nel suo ambito (compresi gli avversari politici) ,ma anche nei semplici cittadini, il suo popolo. la tua poesia è bellissima, e ho condiviso con grande partecipazione i tuoi ricordi. doriana vercesi

 

caro antonio, scusami,ma per me scalfaro resterà il peggior presidente ciao  gigi zannini

caro antonio, ho letto con molto piacere e profondo consenso sia la tua poesia per scalfaro sia il ricordo che ne fai e la sua lettera. hai ragione, ma uomini di quella statura e dirittura morale ne esistono ancora? quelli erano “i leoni e i gattopardi, poi sono venuti gli sciacalli…”. o magari i caimani e i voltagabbana… ciao, mario quattrucci.

 

 

concerto di pentole – sognando i serpesci

concerto di pentole racconto da sognando i serpesci

video interpretazioni (premere sul nome) di   roberta_marcucci    carmela_ricci   marta_scelli  loredana_martinez   ornella_cerro

 

 concerto di pentole racconto da sognando i serpesci

sono cinque o sei condomìnii e affacciano tutti in un unico cortile.

centinaia di finestre, finestrelle dei cessi, balconcini di cucine, finestroni delle scale.

io abito all’ultimo piano, il decimo.  li vedo tutti, guardo dentro le case. quando le luci sono accese, la vita della gente è come se fosse in strada.  mangiano, litigano, cucinano, studiano, si spogliano, dormono.  qualcuno fa anche sesso senza tirare le tende. 

da quassù sono tutti piccoli, insignificanti, formiche.

gente che vive giorno per giorno. non sono capaci di esprimere niente. guardano tutti la televisione, mattino e sera.

urla di partite, risate, litigi, tutto ad alto volume, dalle stanze in penombra lampi di cambio di canale.

odori di fritto e di cavoli; vapori di pentole; scarichi.

noia, disturbo, volgarità. 

 

io domino dall’alto, mi distinguo, sono un’artista.  ho qualcosa da dare, qualcosa da dire, qualcosa che questa gente non ha mai gustato. devono sapere che hanno l’onore di avermi qui in alto.  

devo concedermi; questo cortile è il mio teatro. ogni finestra è un palco.

 

non sono ancora le nove; è quasi scuro e sono tutti lì attorno, pronti a godersi la cena.

fa caldo! 

le finestre sono aperte.

e’ il momento del mio grande debutto. una data che resterà.

sono sola, come sempre, ma sono pronta, decisa.

ho messo una luce parallela alla finestra che mi illumina sulla parte destra, la mia migliore. non si vede il grosso neo dall’altra.

indosso l’abito da sera argentato, è stato cucito apposta per il teatro. 

lo scollo è forte esuberante; ho rinforzato le coppe,

il trucco mi spalanca gli occhi e la bocca.

un ultimo controllo allo specchio, poi apro le imposte.

batto col mestolo sulla pentola grande d’acciaio, un suono dolce e intenso,

tra un timpano e una campana.

quattro tocchi poi un ritmo e ancora tre tocchi, forti, eccitanti.

fioriscono teste in controluce.

attacco casta diva  e la mia voce si spande acuta e sensibile.

non ce la faccio a completarla tutta e lascio che si spenga con un soffio.

prendo due padelle, una grande e una piccola, le  batto di schianto e poi a piccoli urti.  rintocco la pentola grande come un gong. 
l’armonia ha già riempito il cortile.

qualcuno grida e altri ridono ma io non ci bado e proseguo.

accenno summer time ma mi commuovo e smorzo anche questo tema.

e’ il mio concerto, lo sognavo da anni e ora lo improvviso.

passo al jazz  e  lo inizio con  grattugia e coltello, la partenza giusta per attaccare  when the saints go marching in  e lì mi scateno,  agito braccia ed il corpo, scende una spallina.

il mio teatro è un trionfo; le finestre sono palchi di gala, ridono, urlano, applaudono; si sente qualche versaccio ma sono fischi all’americana.

chiudo con un lungo vocalizzo e il basso suono del pentolone.

chiudo la finestra spengo la luce.

mi abbandono sul letto.

 

sono passate circa tre ore; è quasi mezzanotte.

il cortile è mio, l’ho conquistato; sento che non devo abbandonare la scena.

apro la finestra ma non accendo la luce. 
attacco il chiaro di luna a bocca chiusa.  e’ dolce, con un battito lento tra tegame e padella, poi lo flauto nell’imbuto.

brevissimo.
nessuno ha il tempo di reagire. mi ritiro nel buio della stanza, squarciato dal chiarore esterno. non si vedono né stelle né luna. qualche nuvola riflette la città.

e’ stato il mio giorno; forse replicherò.

natività la raccolta dal 1991 scaricabile

la raccolta completa delle poesie della natività dal 1991: scarica il pdf sotto l`immagine

non è un’ insegna ma una stella è una pubblicazione liquida in formato elettronico (84 pagine, otto acquerelli, versione inglese bifronte), fuori commercio,  che raccoglie i venticinque anni (1991-2015) di storie in versi scritte da antonio bruni come lettera di auguri nella forma originale (grafica, carta avorio e traduzione sul retro) della spedizione. la cartella è stata curata dal direttore artistico sergio de bernardo, con acquerelli originali della pittrice di san pietroburgo liuba  novozhilova. la versione inglese è di rodolfo longo. altre poesie brevi sono dedicate al tempo di natale.  è scaricabile gratuitamente e stampabile su singoli fogli a4  consiglio la carta avorio da 120 grammi. 

lettere di natale: 2020 il contagio del bambino – 2019 il viadotto – 2018 il barcone -2017 l`asilo- 2016 la questione- 2015 il colonnato- 2014 la cupola e la tenda- 2013 cometa ha violato la guerra- 2012 il diluvio- 2011 il dono del presepe- 2010 la discarica- 2009 il paese del bianco natale- 2008 trittico degli angeli- 2007 un teologo- 2006 una bambina- 2005 il muro-  2004 l’ostaggio- 2003 il concerto – 2002 un volo notturno – 2001 tre donne – 2000 il semaforo- 1999 il disturbo della stella- 1998 il re magio – 1997 l’esodo- 1996 gli angeli galanti- 1995 nel sonno dell’uomo-  1994 l’ annuncio-  1993 a reti unificate – 1992 mogadiscio- 1991 tre magi   
tempo di natale: non era un’insegna ma stella – il ventre nel barcone- l’ asino-  il bue- giuseppe- maria 


cominciò nel 1991
.   
antonio bruni inventò tre magi moderni in una poesia da inviare agli amici per natale.  in tanti risposero e da allora la lettera divenne tradizione. la platea dei lettori si è poi allargata, con la diffusione della posta elettronica, in italia e all’estero. la traduzione dell’anglista rodolfo longo ha facilitato la lettura alle centinaia di amici stranieri, in prevalenza colleghi professionisti di tv, radio e cinema, che bruni ha conosciuto in tanti anni di lavoro come programmista e poi come responsabile dei festival internazionali della rai. si sono aggiunti gli ascoltatori di unomattina nel periodo in cui componeva versi quotidiani in diretta tv e amici corrispondenti, molti conosciuti attraverso la rete. 
le poesie sono illustrate dagli acquerelli di liuba novozhilova

la cometa  
non è un’insegna luminosa pubblicitaria ma è un evento prodigioso naturale che attrae le persone verso un posto disagiato dove il mistero s‘incarna: una stalla, una grotta, una discarica, una baracca, un rudere, il tetto di una casa alluvionata.  c‘è sempre una coppia in viaggio, costretta a muoversi, a emigrare, anche se il parto è imminente. hanno bisogno di un riparo ma non parlano, entrano alla fine al centro della scena.

protagonista 
è ogni volta un personaggio in ricerca interiore che s‘imbatte nel luogo di fortuna dove il bambino nasce povero tra i poveri. sono donne e uomini di età e condizioni sociali diverse: pastori e re magi, una prostituta somala, un giornalista, un ostaggio, tre volontarie dell’assistenza, un pilota, un navigatore in rete, una bambina sola in una baraccopoli, un teologo, angeli, profughi e immigrati.

la prima lettura a natale del 2007

la prima lettura delle storie della natività si tenne il 21 dicembre 2007 alla domus talenti di roma, regista idalberto fei e direttore artistico maurizio angeloni, 
con l’interpretazione di lucia poli, mariano rigillo, anna teresa rossini, silvia siravo, pamela villoresi  e di quattro registi nel ruolo per loro insolito di attori: 
gianfranco albano, claudio bonivento, franco bernini, cinzia th torrini.  flautista carolina pace.

mariano rigillo e pamela villoresi lessero una poesia in diretta al tg2, silvia siravo a unomattina.

altre letture in concerti e manifestazioni natalizie in diversi anni.  
nel 2009 e 2010, 2015, 2017 con il gruppo sol artium di monica burgio. 

il 22 dicembre del 2015 grande lettura nella biblioteca della camera dei deputati, concessa dalla presidente laura boldrini; conduce christiana ruggeri.

nove interpreti in un grande compagnia: pamela villoresi, silvia siravo, edoardo siravo, anna teresa rossini, mariano rigillo, lucia poli, sergio nicolai, cosimo cinieri, gabriella casali. vedi la cronaca http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=323

  e i video  http://www.antoniobruni.it/items.aspx?cat=video%20nativit%c3%a0

interpretazioni al flauto di carolina pace

 

ventitré autori nell`abbraccio di colonnata

ventitré autori (scrittori, artisti, storici dell’arte, architetti, poeti), hanno espresso un pensiero per roma meditando nell’abbraccio di colonnata:  sabrina alfonsi, ansoino andreassi, carla barozzi, leopoldo bon, nicola bruni, paolo bruni, emanuela capozzi, valentina grippo, giuseppe elio ligotti,  leandro lucchetti, valeria malerba,  anna manna, giuseppe marchetti tricamo, ivana monti, roberto morassut, corrado morgia, irma immacolata palazzo, marina pizzi, sandro ranellucci,  franco roselli, vitaliano tiberia, rosanna vaudetti, angelo zito,

 

i contributi sono stati interpretati da loredana martinez, ornella cerro, antonio marziantonio, carmela ricci, marta scelli nella galleria alberto sordi, per l’esposizione di colonnata e il secondo festival d’idee pensieroxroma maggio 2019.

 

 

pensieri per roma nell’abbraccio di colonnata

 

seconda di una suggestiva e originalissima quadrilogia estetica, colonnata, di antonio bruni, fa balenare una dimensione meditativa sull`essere all`interno della città, in cui trova posto, declinata in forme di architettura lignea aperta, la dignità della persona libera di capire e creare senza coartazioni esistenzialistiche, derive spiritualistiche, ottimismi senza realistica misura.

colonnata, per ammissione dello stesso bruni, è “metafora dell`invito universale del sapere”, rivolta soprattutto (merito grande!) ai giovani, cui suggerisce un pensiero artistico (come fonte di verità bella), concreto e autenticamente conoscitivo della città. le colonne ispiratrici del colonnato berniniano in piazza san pietro, che sono sculture ideali e non architetture, divengono agli occhi di bruni elementi di un codice espressivo che costruisce un abbraccio ideale rivolto al mondo intero, generatore e fruitore a un tempo, di tante civiltà .
colonnata, dunque, culminante in una struttura cupolare, dal valore di sintesi spaziale, architettonica, etica, fa balenare una suggestiva dimensione di libertà intellettuale, in cui i tradizionali valori filosofici dell`essere e del divenire si universalizzano nella bellezza della conoscenza. la ricezione di questo messaggio avviene, come in colossea, attraverso il veicolo materico del legno, che, evocando il modulo colonnare berniniano, ne sopravanza la lapidea solennità, traducendone il significato in termini semplificatori e intimistici. perché la scultura, ricorda bruni, è spettacolarmente lapidea e ponderosa, ma è anche leggera e amichevole quando è fatta di legno.

vitaliano tiberia

##########

 

 

e chiove
disorienta a maggio la pioggia flagellante

le rose spampanate prima del tempo

-mi trovo per caso pellegrina e senza ombrello

bandita da ogni ricovero-

vedo in lontananza l’abbraccio –arrivarci- del colonnato

di bianco travertino.

niente, non guadagno neanche l’ultima fila.

conviene che stia qui, buona a godermi almeno

la vista della cupola

che sublima il vuoto e sfida il cielo che non promette nulla di buono.

il vuoto

questa vertigine che da mesi corteggia il mio cuore

e a cui non do asilo.

e chiove. chiove…

irma immacolata palazzo

##########

 

 

colonnata mi fa pensare alla stilizzazione della struttura di san pietro. l`idea è molto attraente e il lavoro artigianale è pregevole.veramente ti fa vedere oltre, sia pensando di essere all`interno della struttura, sia pensando di stare all`esterno.nel secondo caso ti fa vedere oltre e quindi all`interno e ulteriormente oltre (di nuovo fuori).

leopoldo bon

##########

 

 

credo non si possa non cogliere in la colonnata,  nuova suggestiva opera di antonio bruni, una sollecitazione a riflettere sui temi di scottante attualità dell`accoglienza e della tolleranza ricorrenti nella sua ricca e multiforme produzione letteraria ed artistica. e questo attraverso la riproposizione, in chiave  originale per materia, forma e sostanza, della scenografia berniniana di piazza san pietro a simboleggiare l`abbraccio ecumenico da riservare alla crescente moltitudine di umanità migrante ed affamata.

il legno che antonio ha utilizzato per realizzare questa e analoghe opere ispirate ai canoni  dell`arte classica e rinascimentale che contraddistinguono i  monumenti romani più insigni, costituisce la materia idonea per eccellenza a ricreare atmosfere che  inducono alla meditazione sui temi fondamentali dell`esistenza  e della storia.

ansoino andreassi

##########

 

la biblioteca astronave

l`ho subito vista come un`astronave che fluttua nel silenzio del buio siderale:
nella cupola risplende la luce di dio,
negli scaffali stanno le nazioni che popolano la terra, con il patrimonio delle origini, degli avi, della cultura e tradizioni, insomma la storia.
la capienza diversa degli scaffali, che hanno tutti un collegamento fra di loro, è consona alle diverse grandezze delle nazioni e alla loro importanza.
e` vero che tutti gli uomini sono uguali ma alcune genti sono più numerose di altre, alcune hanno più storia di altre, alcune hanno maggiormente determinato la cultura e i destini del mondo.
la luce del demiurgo illumina gli scaffali, soffusa, il suo pensiero e la sua parola li percorre e tutti li fa partecipi.

il cuore pulsante delle nazioni sono i suoi libri negli scaffali.

la libreria-astronave “colonnata” percorre i secoli, eterna, faro nel buio:
mentre naviga, nel suo spazio centrale, avvolgente, si mescolano, roteano e si confondono, storie che appartengono a tutti,
la storia di tutti: di genesi, di pace e di guerra, di splendori e miserie, di politica e di spiritualità, di scienza e natura, di filosofia e musica e poesia e letteratura e fantasia e speranza.
per sempre o fino a quando esistera l`umanità, biblioteca universale nello spazio.
leandro lucchetti

##########

 

la bellezza non può essere solo nei luoghi storici, centrali ma va portata anche in periferia per dare anima ai nuovi luoghi di abitazione. colonnata invita a rendere itinerante, a diffondere, l’abbraccio universale di roma.

roberto morassut

 

##########

 

colonnata è un invito al riutilizzo degli spazi pubblici in senso più conviviale, riflessivo. suggerisce la musica classica all’aperto, più che la movida chiassosa e alcolica.

sabrina alfonsi

##########

 

i segnali di bellezza sono dappertutto, anche nei cimiteri monumentali, come quello del verano, che andrebbero valorizzati  per le loro opere statuarie, un’unica grande danza cittadina di figure simboliche che si riallaccia nella spiritualità a quelle del colonnato.

ivana monti

##########

 

il calore del legno, elaborato con la grazia dell’ispirazione, per invitare a una riflessione profonda in un abbraccio simbolico.

rosanna vaudetti

 

##########

 

meditazione nell’abbraccio di colonnata

da un po’ di tempo non sento più pasquino ed è muto anche il babuino. perché, mi chiedo. aiutatemi a trovare, siate cortesi, una risposta pertinente. è forse sparito dalla città ogni malcontento?  è questo il motivo che lascia le statue parlanti senza parole? il loro silenzio, vi confido, mi rattrista. sospetto che non riescano più a reggere il ritmo delle vicende di ogni giorno, sempre più dure e inquietanti.

va bene, ho capito, non mi resta che leggere i giornali. eccoli. roma è nella lista di attesa dei miracoli, scrive un primo quotidiano. che miracoli? sarebbero troppi replica un secondo. la verità, confida un terzo, è che la città è in rosso. intende i conti dell’amministrazione capitolina, naturalmente.

c’è un’ombra scura e un’aria guasta dietro il marc’aurelio. oltre “alla trippa per i gatti”, come direbbe il fu sindaco nathan, manca anche il cibo per le bestie del bioparco. pensate un po’ dove siamo arrivati! tutto è fermo. non soffia più neppure il ponentino.

la vedo sempre più triste questa ammaliante città. si è chiusa al mondo. isola che si isola. ma io mi tuffo nell’immaginario della romanità e del romanismo e vado in cerca di un abbraccio, come quelli che roma rilasciava una volta.  lo trovo qui, accogliente e rassicurante, davanti a “colonnata”, scultura di antonio bruni, contemporaneamente simbolo di laicità e di spiritualità.

sento che questo messaggio di “colonnata” è destinato a valicare i confini della “galleria” verso altri paesi e altre città, ma (e condivido un pensiero di goethe, che in via del corso vi abitò) “non c’è che una roma al mondo ed io resto qui”.

giuseppe marchetti tricamo

 

##########

 

 

il tempio

camminando distratto, nascosto tra la folla, inseguendo una voce, scopro il tempio.

qui in uno spazio affollato,

una struttura che sembra emergere dal mondo di lontani racconti,

secolari piante trasformate da testarde e visionarie menti

danno vita ad una architettura armonica e seducente,

un tempio aperto che con la sua eleganza accoglie e protegge.

e ascolto il battito di cuori stranieri,

le suppliche antiche di anime coraggiose.

in questo tempio i suoni, la vita, per magia, restano fuori,

attraverso le aperture scorgi i corpi passare,  intuisci gli sguardi ,

forse solo ai profumi  è concesso entrare,

si può ascoltare il battito di cuori stranieri e le preghiere cercare risposte.

le mie emozioni rumorose si placano planando divertite.

seguo le mie fantasie che attraversano la cupola per salire verso l’alto,

lascio che mi avvolga il suono rigenerante del silenzio.

franco roselli

##########

 

a margine di “colonnata”

l’itinerario dello “straniamento” appare basilare nelle produzioni di antonio bruni.

intraprendiamo una verifica sintetica all’interno di come proceda antonio bruni in “colonnata”.  in base a quali modalità  renda “sorprendenti” le entità  da cui è  circondato.  procedendo in un mutamento sostanziale del rapporto tra significante e significato, tra segno e concetto, da cui è determinato il suo linguaggio.

all’interno del suddetto itinerario risulta definita la sua costruzione poetica.

«… per restituire il senso della vita, per “sentire” gli oggetti, per far sì che la pietra sia di pietra, esiste ciò che si chiama arte. scopo dell`arte è di trasmettere l`impressione dell`oggetto, come “visione” e non come “riconoscimento”; procedimento dell`arte è il procedimento dello “straniamento” degli oggetti e il procedimento della forma oscura che aumenta la difficoltà e la durata della percezione, dal momento che il processo percettivo, nell`arte, è fine a se stesso e deve essere prolungato; l`arte è una maniera di “sentire” il divenire dell`oggetto, mentre il “già compiuto” non ha importanza nell’arte». (viktor sklovskij, brano tratto da «l’arte come procedimento»,  testo del 1917 raccolto anche nel libro, a cura di tzvetan todorov, i formalisti russi. teoria della letteratura e metodo critico, einaudi, torino 1968, p.82)

tre sono i passaggi  riconoscibili nella metodologia che pone in atto.

nel corso della prima fase, in un’unica sintesi concettuale, un processo di straniamento  determina una discretizzazione e una scarnificazione a partire dalla massima complessità concettuale del monumento del colonnato di s. pietro cui si riferisce,  fino a ricondurla ad una riduzione estrema in  termini meramente planimetrici, tipologici, geometrici, cui riconduce l’identità del colonnato del monumento basilicale.  a partire dalla stratificazione segnica identificabile in: duecentottantaquattro colonne e ottantotto  pilastri in una  ellisse; la loggia delle benedizioni del pontefice ;  la balaustra sormontata dalle statue degli apostoli, cristo e il battista;  il  mosaico della navicella di giotto;  l’ immagine  di arnolfo di cambio; la cupola con i 537 scalini che portano alla lanterna; il  baldacchino del bernini; il reliquiario in bronzo; il tabernacolo del sacramento eucaristico; il ciborio del bernini; la cappella di san sebastiano; le tombe di alessandro vii e arbano viii; le grotte vaticane ……

l’estrema stratificazione segnica determina l’individuazione del monumento: nella suddetta prima fase antonio bruni procede in un drastico straniamento  secondo  una consapevole riduzione ad uno  stereotipo tipologico.

nel corso della seconda fase il procedimento prevede che si riconduca la complessità concettuale della  fisionomia del segno “elemento di design”: passante per n riferimenti possibili quali: incastro, tornitura,  martello, mazzuolo, tenaglie, succhiello, scalpello, sgorbia, squadra, accetta, pialletto, punteruolo…design in legno,moderno,gaudì, surrealismo, ico parisi,librerie, scaffali, mensole, cassettiere, consolle, sgabelli, sedie, poltrone, divani …

passando per la discretizzazione, l’autore la riconduce ad un carattere tipologico elementare, riconoscibile nella qualità  materica del legno, alla raffinatezza  della lavorazione, alla tipologia del termine d’arredo domestico.

le due fasi precedenti, cui viene attribuita la riduzione delle complessità segnica e semantica di ciascuno dei due ambiti ricevono nella terza un definitivo processo di straniamento in virtù della sovrapposizione e  dell’identificazione dei due codici di lettura.

il procedimento di antonio bruni trova conferma nella trasmissione dell`impressione dell`oggetto, in quanto  “visione”, in chiave artistico/poetica, e per l’appunto  non in quanto  “riconoscimento”.  il procedimento adottato  coincidendo con uno “straniamento ” che passa per  lo spiazzamento dello spettatore,  per la modifica della durata dei tempi di percezione, per  l’ enigma  della modalità percettiva, per l’accrescimento del livello d’impronta semantica.

sandro ranellucci

##########

 

 

tre parole.

la prima è “futuro”.

camminando nella “biblioteca” che di libri ancora non conosce forma, sembra di inoltrarsi  in un bosco dalla linfa ancora immatura.

la seconda parola è “presente”.

questa installazione rammenta la fatica del nostro divenire che si incastra pezzo dopo pezzo,  segmento dopo segmento.

la terza parola è “passato”.

il percorso è forse uno sguardo onirico verso quella città ideale voluta fortemente ma mai compiuta.

marina pizzi

##########

 

 

l`ombra universale del cupolone

“civis romanus battezzato ar cupolone”, scrisse come dedica il mio padrino di battesimo su una mia foto da neonato.

e in effetti, benché oriundo della magna grecia in quanto figlio di genitori calabresi, sono nato a roma e cresciuto all`ombra metaforica del cupolone, simbolo della caput mundi e di una santa madre chiesa  cattolica, cioè universale, nella quale nessuno è straniero, maturando la convinzione di essere anche cittadino del mondo.

a quest`opera d`arte della colonnata possono essere attribuiti diversi significati simbolici.

io ci vedo l`abbraccio inclusivo che la chiesa di roma, attraverso il colonnato della basilica di san pietro, offre a tutti i membri della famiglia umana, dell`urbe e dell`orbe, di ogni etnia, cultura e fede religiosa, riconoscendo in ciascuno di essi la dignità di figlio di dio.

nicola bruni

 

##########

 

 

colonne solide, dalla terra al cielo,

unite ma slegate nell`asse spazio/tempo.

 

trama sociale di individui connessi,

come impulso di unione e libertà.

 

finestre aperte a sensazioni aeree,

i pensieri entrano ed escono,

passano attraverso,

nascono e volano lontano,

come il vento tra i rami,

rami di ciliegio che ora,

levigati ed assemblati,

si ergono sapienti ed allineati,

ospitando nell`accogliente e rispettoso abbraccio,

la fugace intimità con l`altro e le sue meditazioni,

tra dentro e fuori, onde quantiche danzanti,

avvolte ma senza costrizioni.

valeria malerba

 

##########

 

arte urbana

se s’ispirasse alla tua arte urbana,

l’umanità andrebbe in cerca di mobili

incontri, un patto tra pargoli nobili,

educati alla povertà africana.

 

ma vedo dei viziati litigare

per un’altalena: chi primo arriva

vince e sale, chi perde resta a riva,

come un oggetto smarrito nel mare.

 

riscopri l’emozione del servizio,

fuggendo dalla facile violenza

di una miope morale da comizio.

 

e spingi il legno della conoscenza

oltre le colonne del pregiudizio,

che l’unica esigenza è l’accoglienza

paolo bruni

##########

 

 

elogio della lettura e dell’ascolto.

la vista e l’udito sono i sensi preposti a queste attività che ci consentono di uscire dalla gabbia dell’io per porci in contatto con diverse realtà. leggere è dialogo con l’autore del testo, è una scoperta del mondo che viene narrato, è ciò che consente di vivere più vite, tutte quelle che gli scrittori creano, per cui ha ragione borges quando dice: “…che gli altri si vantino dei libri che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelli che ho letto”.

 

la musica invece rappresenta un cerimoniale collettivo, va ascoltata in pubblico, teatro o piazza che sia. per gli antichi greci assistere a uno spettacolo rappresentava un rito, le muse erano divinità, e tale era anche euterpe, musa della poesia melica, cantata a una o più voci, accompagnata da strumenti diventati sempre più sofisticati.

 

la musica esprime ciò che non può essere detto a parole, rappresenta una delle forme più alte della creatività e della cultura dell`uomo ed è proprio la cultura che ci rende umani, come sosteneva kant “la cultura soltanto può essere l’ultimo fine che la natura ha ragione di porre all’essere umano”.

corrado morgia

##########

 

colonnata per me ha avuto un effetto calamita: sono entrata dentro e mi sono sentita a mio agio, come in un abbraccio, una meditazione dentro quella struttura armonica, simbolica, affascinante.

carla barozzi

 

##########

 

e’ un incedere svelto, frenetico, a tratti incontrollato, il desiderio che mi spinge in un abbraccio.

l’abbraccio, quel momento, quel gesto che vale più di un bacio, sublimazione dell’utero materno, ti accoglie e ti permette di trovare riparo. e’ tenerezza, possenza, è amore, è conforto, è passione, talvolta costrizione.

penso alle braccia protese di una mamma, universo fiducioso per l’innocenza di chi ancora non ha coraggio di muovere i primi passi verso un mondo ancora ignoto. penso alla passione e la tenerezza avvolgente dell’abbraccio in quel “bacio” dove la mano sorregge il capo nel disarmante abbandono di chi è innamorato, dove l’oro prezioso amante ne colora lo sfondo. penso alla bellezza di quella piazza dove il vescovo di roma si erge maestoso presentando al mondo l’abbraccio  del signore reso concreto dall’abbraccio di un immenso colonnato.

sono stanca di pensare, ricerco un po’ di pace, cammino tra la gente della mia città, ed è qui che mi ritrovo, davanti a colonnata, che non chiede ma solo invita a lasciare un semplice pensiero. un san pietro in miniatura che ti avvolge nel suo abbraccio di calore e poesia.

emanuela capozzi

 

##########

 

 

per colonnata

chissà se la natura

ha memoria dell’arte

che l’ha abbracciata

mutata

raccontata

nei secoli

agli uomini distratti

 

chissà se ha sentito una simbiosi

con lo scalpello che creava

rinnovate forme

con il pennello

che si macchiava

dei colori del mondo

 

forse ha palpitato sprofondando

nelle dolcezze della cera

che ammorbidiva i pastelli

forse ha lacrimato nei ceri

sugli altari di splendide navate

 

chissà quali racconti negli altari

quei santi seri seri

e quei dolcissimi putti

ad origliare le confessioni

di peccati e i pentimenti

 

adesso guardando 
le sinuose colonne di legno

che abitano la galleria

mi solletica il gusto

di pensare

che la natura

abbia avuto un sussulto

che voglia dire grazie

alla gente che passa

affannata dal mondo

di questo armonioso raccontare

la maestosa attesa del silenzio

nei boschi

del legno ruvido di tempeste e fatiche

 

adesso la natura è qui

ospite della città insieme a noi

per ammirare l’accadimento portentoso

dell’arte

anna manna

##########

 

grace is the ace we

can face or race in

our inner place and

lace to our base in

case of nays.  pace

alex

##########

 

per me si va nella città dolente,

per me si va nell’eterno fragore,

per me si va fra monadi di gente.

 

abuso fu e molteplice il fattore:

mi fece industria traffico e colate,

la somma iniquità e il devastatore.

 

tutto sfarina e le cose create

crollano: il male di urbe è un male oscuro.

lasciate ogni speranza voi ch’entrate.

 

non c’è orizzonte che non sia maturo

illudersi e invischiarsi nei miraggi.

non c’è orizzonte che d’idrocarburo.

 

intere fette del pianeta in atto

hanno radici di carrozzeria

di quattroruote. e hanno scaccomatto

 

i pedoni, gli alfieri di poesia,

i cavalli e le torri. in pieno stallo.

non c’è libera piazza e non c’è via

 

senza orizzonte di tergicristallo.

l’auto di questo mondo è sangue e derma

(il cui anagramma è madre). nel metallo

 

il mondo è diventato terraferma,

terra di derma, e qui un altro anagramma

ci vorrebbe a tristissima conferma.

 

terra promessa questa? col diagramma

crescente della macchina che invade

confini e plaghe e fondachi, una gamma

 

di terre emerse di asfaltate strade

di nazioni – garage a cielo aperto?

questa è terra promessa? questo è l’ade.

giuseppe elio ligotti

##########

 

 

er colonnato de san pietro

quale artra piazza cià l’iguale ar monno

er fiume a le spalle e er papa in fronte,

a sinistra er verde der gianicolo

dall’antra li prati a perdifiato,

e li pellegrini che ariveno da ste parti

nun sanno dove sii mejo accommodasse.

er papa chiggi, alessandro vii de nome,

preoccupato pe’ la fede e la morale

raggionò a ‘sta maniera co’ la curia

“er popolino, se sa, si vede verde

va in camporella e te saluto cristo,

dovemo mette un freno a le passioni”

e ar cavalier bernino ch’era de casa

j’ordinò un muro, un contrafforte,

quarcosa pe contené la fede in piazza.

quello che ciaveva er senso der teatro,

e cor marmo parlava in confidenza,

t’inventò quattro file de colonne,

er famoso colonnato de san pietro,

‘ndove pe’ divozzione li fedeli

stanno accostati senza fà peccato.

e pe’ ggiunta ce fece un giocarello,

quello de le colonne ballerine:

vedi solo ‘na fila si te metti ar centro

ma si te sposti un po’ sorteno l’artre,

fai un passo a sinistra e vanno a manca

e si te giri a destra vanno a dritta.

doppo d’avé giocato un po’ cor marmo

er fedele ce passò attraverso,

se sà ch’ogni ber gioco dura poco

ma doppo pe’ campà serve la ciccia.

er papa se convinse che nell’omo

er sacro nu lo separi dar profano,

l’ha inturcinati assieme la natura

e la natura l’ha creata iddio.

così doppo impartita la benedizzione

all’urbi, all’orbi e a chi ce vede bene

abbozzò ste parole a mezza bocca:

“fateve armeno er segno de la croce

e poi annate pe’ campi si ve tira”.

angelo zito

##########

 

colonnata rappresenta esattamente lo spirito che questa nostra meravigliosa città deve ricominciare a raccontare. l`arte d53c/p>

% simbolo della nostra città nel mondo, ma anche lo stimolo, la chiave per riavvicinare la comunità alla propria terra, e le nuove generazioni alle origini della nostra civiltà.

valentina grippo

 

##########

 

 

 

 

 

 

 

 

i programmi regionali di raitre sono già storia

i programmi regionali di raitre sono già storia

nuova armonia rivista di rai senior 2018 n.2    scarica pdf a sx

il 15 dicembre 1979 nacque raitre, partorita dalla legge di riforma del servizio pubblico del 1975.  in competizione con le neonate tv locali, la terza rete voleva inventare una televisione decentrata e radicata sui territori regionali.
cominciammo a lavorare quarant’anni fa. fui chiamato dal direttore giuseppe rossini a partecipare a questa costruzione come responsabile dei programmi, prima della sede di aosta (1978-1980) e poi di venezia fino alla chiusura delle trasmissioni regionali, nel 1987, decisa dall’azienda per porre fine alla contesa sui mezzi di produzione tra i programmi e le redazioni giornalistiche. questa scelta non produsse alcun vantaggio: le redazioni non si saziarono, mentre la scomparsa dei programmi pose fine all’incentivazione delle culture regionali.

a trent’anni da quell‘esperienza, possiamo dire che si trattò di un periodo importante per la cultura nazionale. le regioni ebbero uno strumento per narrare la propria storia nelle tradizioni, nelle persone, nello sviluppo. l’auto-racconto regionale durò un decennio (1978-1987) poi più nulla.

la sede del veneto vanta una produzione di circa 500 programmi regionali (rubriche, inchieste, documentari). le cassette dovrebbero essere conservate, spero, dalla teca regionale rai e dalla mediateca regionale. nell’archivio c’è un vero lascito storico: una galleria irrepetibile di ritratti di novanta personalità venete, alcuni di livello internazionale, che parlano in prima persona del rapporto con la propria terra. dall’insieme di questi racconti emerge un ritratto culturale e sociale del veneto con aspetti inediti e originali. per citare alcuni nomi: scrittori (berto, bandini, calzavara, camon, coltro, comisso, meneghello, parise, pozza, rebellato, rigoni stern, giorgio saviane, zanzotto, zorzi); scienziati (berti, branca, mazzariol, musatti, ligabue); artisti  (toni benetton, santomaso, vedova, guidi, annigoni, costantini, de luigi, gaspari, music, pizzinato, tiozzo, tito, cortelazzo, varese, zanette, agostini, bravo, balest); musicisti (ughi, pertile); personalità (tina anselmi, pasinetti, pattaro, cappelli);  imprenditori (di camerino, zoppas, sanson, puggina, giomo),  cinema (sonego, maffioli, toffolo, santesso, da campo)  operatori del sociale e altre figure emergenti negli anni ottanta. i ritratti furono realizzati dai registi interni: angelo baiocchi, giacomo cadore, mariangela carone, mario maggiore, maria maschietto, paola scarpa, emilia verrua, gianfranco prato, ivana suhadolz e da un gruppo esterno di giovani, affermatisi poi nella professione, come ornella barreca, antonello belluco, luigi zannini, gabriele coassin, cecilia tito, claudio baccarin, adele savastano, stefano annibaletto, ottavio innocenti, cinzia nicoletto.  furono trasmessi nelle serie di programmi regionali: cerchiamo di volare (da me curata), racconti minimi di vito minore e raccontare l’uomo di carlo montanaro.

i programmi andrebbero ritrovati (se ancora esistenti) nei magazzini e resi visibili in una rassegna pubblica o in un catalogo specializzato. sono protagonisti e storie della cultura europea; la loro testimonianza diretta rappresenta un documento storico importante da valorizzare e non perdere.

 

 

eva – dal ciclo da eva a maria le donne della bibbia

 

eva

improvviso

è caldo nel cuore

batto le ciglia

e schiudo la luce

forte dall’erba

mi tira una mano

incredula mossa

converte la presa

in gemito verde

vieni

corriamo nell’eden

ma rido indecisa

l’invito di lui

prima è bello

guardare d’intorno

le dolci creature

staccare dai rami

i colori del sole

immergere il viso

nel manto dell’erba

prima alzami

all’arco del cielo

mostrami come

varcare la siepe

poi insieme

potremo mangiare.

dal ciclo da eva_a_maria le donne della bibbia  

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=219

scarica il pdf a sx con poesia, testo biblico e immagine

eva dal ciclo da eva a maria le donne della bibbia

 

eva

improvviso

è caldo nel cuore

batto le ciglia

e schiudo la luce

forte dall’erba

mi tira una mano

incredula mossa

converte la presa

in gemito verde

vieni

corriamo nell’eden

ma rido indecisa

l’invito di lui

prima è bello

guardare d’intorno

le dolci creature

staccare dai rami

i colori del sole

immergere il viso

nel manto dell’erba

prima alzami

all’arco del cielo

mostrami come

varcare la siepe

poi insieme

potremo mangiare.

dal ciclo da eva_a_maria le donne della bibbia  

http://www.antoniobruni.it/view.aspx?id=219

scarica il pdf a sx con poesia, testo biblico e immagine