C'era una volta la piazza: le idee del festival Un pensiero per Roma
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articolo di Antonio Bruni dalla rivista di Rai Senior Nuova Armonia dicembre 2017
La tv è oggi il luogo delle piazze d’Italia; ce ne sono tante, disseminate in tutti i canali. Lì c’è gente, molti i famosi, che chiacchera. Gli altri stanno a guardare, sono come i passanti nelle piazze vere, non possono partecipare attivamente, approvano o disapprovano a distanza ciò che ascoltano. Le trasmissioni da salotto in piazza attirano molto pubblico. La tv ha saturato la nostra esigenza di piazze?
La piazza è un elemento fondamentale della città, è il suo volto; è il punto in cui la comunità s’incontra e si riconosce, dove trova i suoi simboli architettonici. Senza la piazza c’è solo un agglomerato urbano. L’Italia è ricca di piazze bellissime ma solo nei suoi centri storici. Nei quartieri italiani edificati negli ultimi ottant’anni le piazze sono rare, non hanno elementi di bellezza e di ritrovo, sono ridotte alla funzione sociale di parcheggi.
Ricordo l’obbrobrio degli anni 70 quando, a Roma, piazza del Popolo, piazza Venezia, persino piazza del Campidoglio e piazza San Pietro erano oscurate da straboccanti automobili, eternamente presenti. Il centro, negli ultimi trent’anni, è stato, ma non del tutto, liberato. Roma dei quartieri periferici, quelli edificati dopo la guerra, ha poche piazze che non sono usate come luoghi d’incontro, ma sono solo parcheggi. Esiste un grande bisogno di piazze, non di quelle belle e lontane, ma di piazze vicino a casa, dove incontrare volti famigliari, prossimi, dove conversare, sostare, giocare, esprimersi. La questione non è solo romana ma riguarda quasi tutte le città italiane.
Il Festival d’idee UN PENSIERO PER ROMA che si è svolto dal 20 al 27 ottobre nella Galleria Alberto Sordi, ha lanciato l’idea di restituire funzionalità sociale e un pizzico di bellezza alle piazze contemporanee della capitale inserendovi una scultura, circondata da verde e sedili e possibilmente un piccolo anfiteatro o almeno una pedana, per far esibire gli artisti o per riunioni pubbliche. Dove possono suonare, cantare, recitare, danzare i giovani diplomati nei conservatori e nelle accademie? Il problema esiste anche per altri artisti, soprattutto anziani, che non hanno spazi di mercato. Bisogna dare loro la possibilità di esibizioni all’ aperto dignitose e con poche formalità.
Per otto sere si sono incontrati amministratori, esperti, associazioni, cittadini e artisti per discutere di abbellimento urbano e spazi per la cultura. Trasformare le piazze da parcheggi in luoghi d’incontro è stato il tema più spinoso per la mancanza di luoghi alternativi per la sosta delle automobili. Si tratta di una scelta di civiltà: liberiamo prima le piazze in modo da rendere urgente la realizzazione di parcheggi sotterranei, soprattutto nelle periferie, e scoraggiare la proliferazione delle automobili. A Roma l’obiettivo può essere precisato e indirizzato più concretamente sugli slarghi formatisi attorno alle nuove stazioni delle linee B e C della metro, luoghi ancora in attesa di una sistemazione. Molti spazi all’interno di edifici, sono abbandonati o inutilizzati. Bisogna recuperarli anche in funzione dell’arte e dello spettacolo se non sono utilizzabili come abitazioni.
Qualche risultato può essere raggiunto attivando strette collaborazioni tra comitati di cittadini e studi professionali per redigere proposte praticabili e stimolare le decisioni delle amministrazioni.
Il festival è stato unanime su tre concetti: a) Il suolo pubblico va difeso dalle cattive abitudini di tutti noi. b) La bellezza può scacciare l’immondizia e può combattere anche l’inerzia e la pigrizia. c) la cultura è motore di sviluppo civile e di sviluppo economico e l’ Italia ha grande bisogno di entrambi.
Paola Gassman ha aperto il festival interpretando la poesia ispirata alla scultura libreria COLOSSEA di Antonio Bruni, installata nella Galleria come simbolo e luogo fisico del festival. COLOSSEA ha una forma a spirale, metafora del sapere che avvolge ma non rinchiude e non esclude. Gli elementi che la compongono, in ciliegio massello, sono tutti diseguali come la pluralità delle espressioni che una biblioteca deve accogliere. Altre poesie di Bruni su Roma sono state interpretate da, Loredana Martinez, Cosimo Cinieri, Irma Immacolata Palazzo, Annalisa Picconi, Silvia Siravo, Massimiliano Giovanetti, Roberta Marcucci, Annabella Calabrese, alternate all’esecuzione di brani musicali per sassofono, flauto, chitarra. Alla realizzazione hanno partecipato molti Rai Seniores: Christiana Ruggeri, Giovanna Milella, Idalberto Fei, Alfredo Meocci, Federico Fazzuoli, Franco Matteucci, Gianpiero Gamaleri Dante Fasciolo, Marco Ravaglioli, Umberto Casella, Giorgio Cazzella. Si è svolto tutto in piazza, nella splendida piazza coperta che è la Galleria Sordi, punto di eccellenza nel cuore della capitale, messa a disposizione da Sorgente Group per una rassegna d‘idee, senza finanziamenti, interamente realizzata grazie al volontariato.