Grave epidemia di anglismi in Rai
«Come si sente signora, anzi, meglio, qual è il suo mood?» domanda il cronista in diretta, autocompiaciuto per lo sfoggio di cultura internazionale. L’epidemia di anglismi sembra ormai inarrestabile nei notiziari e nei programmi, anche tra i migliori conduttori che vanno alla ricerca del termine straniero laddove non è affatto necessario. Green è il termine più gettonato, poi piovono: under, over, lockdown, booster, hub, finals, playoff, wedding, task-force, team, trend, scoop; questo elenco potrebbe protrarsi a lungo e dilaga continuamente. Non sarebbe più facile e bello dire: verde, sotto, sopra, chiusura, richiamo, centro, finali, spareggio, matrimonio, squadra, tendenza, bel colpo?
Qualcuno potrebbe obiettare: vogliamo tornare al Fascismo che obbligava a tradurre i termini stranieri? No, non si tratta di esterofobia, si tratta di comprensione. Bisogna rispettare il pubblico; non si deve maltrattarlo con parole che non è tenuto a conoscere. Sono pronunciate frasi incomprensibili, talvolta usando vocaboli stranieri in numero maggiore rispetto a quelli italiani. Il risultato è confusione, invece di comunicazione, con effetto foneticamente orribile. Il servizio pubblico non può scadere di livello nella comunicazione o viene meno a una parte importante della sua missione.
Il professor Francesco Sabatini ogni settimana ricorda la necessità di evitare gli anglismi, nella sua rubrica Pronto Soccorso Linguistico, uno dei migliori programmi, vero servizio pubblico, di RaiUno (UnoMattina in Famiglia, domenica 8,30). Destinatari di questo autorevole monito non sono solo gli ascoltatori ma principalmente gli operatori del mezzo. Chi fa la lingua, la diffonde e la fa evolvere non sono più le scuole, purtroppo, ma sono coloro che, parlando in video e in audio, acquisiscono notorietà e autorevolezza, e sono quindi tendenzialmente imitati.
Ricordiamo che la grande commedia all’italiana del nostro cinema determinò lo sdoganamento del turpiloquio nell’uso comune; nello stesso modo l’itanglese della comunicazione sdogana l’imbarbarimento della lingua italiana, lo fa apparire come fenomeno di modernizzazione. La cadenza verbale si modifica con storpiature fastidiose anche per chi si esprime in maniera semplice. La lingua italiana, che è la più apprezzata nel mondo per la dolcezza e l’eleganza del suo suono, perde questo primato. L’abuso di termini stranieri, per giunta mal pronunciati, può renderla sgradevole e ci fa apparire provinciali e complessati. Demerito non inferiore è anche di scrittori di successo che intervengono nei pubblici dibattiti parlando di storytelling, screenplay, comedy, fiction, audience …
Che dire poi della Camera Dei Deputati, sovranità del popolo italiano, che trasmette i question time?
Lo sforzo per rendere più piano e comprensibile il nostro linguaggio deve essere di tutti (facciamo attenzione a come ci esprimiamo!) ma la responsabilità principale appartiene agli operatori della comunicazione, artefici della lingua.
L’italiano è ricco e armonioso, non ha bisogno di integrazioni straniere. Parliamo in italiano!
Articolo di Antonio Bruni pubblicato sulla rivista di Rai Senior Nuova Armonia dicembre 2021